Eczema: amlitelimab efficace sui segni di malattia


Dermatite atopica da moderata a grave: il nuovo anticorpo monoclonale sperimentale amlitelimab efficace contro i segni della malattia

eczema cronico della mano

Negli adulti con dermatite atopica da moderata a grave, l’anticorpo monoclonale umano amlitelimab ha mostrato miglioramenti significativi nei segni e nei sintomi della malattia, associati a una buona tollerabilità. Sono i risultati di uno studio di fase IIa presentato al congresso European Academy of Dermatology and Venereology (EADV) 2021.

Amlitelimab è un anticorpo monoclonale completamente umano che si lega a OX40, un regolatore immunitario chiave, con le potenzialità per essere un trattamento di prima classe per una serie di malattie immuno-mediate e disturbi infiammatori, compresa la dermatite atopica grave. L’interazione con OX40 mira a ripristinare l’omeostasi immunitaria tra le cellule T pro-infiammatorie e antinfiammatorie.

Il farmaco è attualmente in fase di sviluppo clinico e la sua sicurezza ed efficacia non sono ancora state valutate dalle autorità regolatorie.

Un trial per valutare due dosaggi del farmaco
In questo studio di fase IIa, in doppio cieco e controllato con placebo, i partecipanti sono stati randomizzati a ricevere ogni quattro settimane amlitelimab per via endovenosa a due diversi dosaggi oppure placebo, per un periodo di 12 settimane. I pazienti eleggibili erano adulti con dermatite atopica da moderata a grave la cui malattia non era adeguatamente controllata con le terapie topiche come i corticosteroidi, o dove tali terapie non erano consigliabili.

Gli endpoint co-primari includevano la variazione percentuale dell’Eczema and Severity Index (EASI) rispetto al basale e l’incidenza di eventi avversi emergenti dal trattamento (TEAE) alla settimana 16.

Efficacia significativa nella psoriasi
L’analisi dei risultati a 16 settimane ha evidenziato che:

  • I pazienti trattati con amlitelimab a bassa dose hanno mostrato un miglioramento medio EASI dell’80% rispetto al basale e quelli trattati con la dose più alta un miglioramento medio EASI del 70% rispetto al basale, in confronto al 49% con il placebo (p=0,009 e p=0,072, rispettivamente).
  • L’insorgenza della risposta rispetto al placebo è stata osservata già alla settimana 2 in entrambi i gruppi amlitelimab, senza differenza significativa nelle risposte tra le due dosi.
  • Il tasso complessivo di TEAE è stato del 35% per amlitelimab a bassa dose, del 17% per amlitelimab ad alta dose e del 31% per il placebo. Un evento avverso grave è stato segnalato nel gruppo amlitelimab a bassa dose (ateroma infetto) alla settimana 16, ritenuto correlato al trattamento. Levento è stato risolto e il paziente è stato in grado di completare lo studio. Non sono state riportate reazioni di ipersensibilità.

Inoltre, a 16 settimane, i dati chiave dell’endpoint secondario includevano:

  • Il 44% dei pazienti trattati con la dose più bassa e il 37% di quelli con la dose più alta hanno ottenuto un punteggio di 0 o 1 8pelle libera o quasi libera da lesioni) nel validated Investigator’s Global Assessment (vIGA) rispetto all’8% con il placebo (p<0,001 per entrambe le dosi).
  • Il 59% e il 52% dei pazienti con amlitelimab rispettivamente con dose bassa e alta ha ottenuto un miglioramento cutaneo di almeno il 75% (EASI-75) rispetto al 25% con il placebo.
  • Il 33% e il 30% dei pazienti con amlitelimab rispettivamente con dose bassa e alta ha ottenuto un miglioramento della pelle di almeno il 90% (EASI-90) rispetto al 13% con il placebo.
  • Un miglioramento del 60% e del 59% nel gruppo amlitelimab rispettivamente con dose bassa e alta rispetto al 37% nel gruppo placebo nella variazione percentuale media rispetto al basale nello SCORing Atopic Dermatitis (SCORAD), una misura combinata dell’area coinvolta e della gravità della dermatite atopica e dei sintomi riferiti dal paziente di prurito e insonnia (p=0,011 e p=0,016, rispettivamente).
  • Alla settimana 36, ​​il 68% dei pazienti che hanno raggiunto un punteggio vIGA di 0 o 1 alla settimana 16 ha mantenuto la risposta, 24 settimane dopo l’ultima dose.

«Anche se sono sempre più disponibili nuove opzioni per il trattamento della dermatite atopica, i pazienti hanno risposte diverse alle terapie e quindi richiedono soluzioni diverse», ha affermato il professor Stephan Weidinger, dello University Hospital Schleswig-Holstein. «Nello studio di fase IIa presentato al congresso è stato dimostrato che amlitelimab migliora significativamente i segni e i sintomi dei pazienti con dermatite atopica con malattia da moderata a grave, con un profilo di sicurezza irrilevante. Questi primi risultati sono entusiasmanti e non vediamo l’ora di cercare conferme nei futuri studi clinici».

Bibliografia

Weidinger S et al. A Phase 2a study of KY1005, a novel non-depleting anti-OX40Ligand (OX40L) mAb in patients with moderate to severe AD. European Academy of Dermatology and Venereology: Abstract 2729. Presented September 30, 2021.