Ictus ischemico: la trombolisi endovenosa è sicura


Ictus ischemico acuto: trombolisi endovenosa sicura anche in caso di grandi aneurismi cerebrali non rotti secondo nuove ricerche

Ictus ischemico da occlusione di grandi vasi: trombolisi ponte leggermente superiore a trombectomia diretta secondo un nuovo studio

La trombolisi endovenosa (IVT) sembra essere sicura nei pazienti con ictus ischemico acuto (AIS) e aneurismi intracranici non rotti (UIA) sacculari, compresi gli UIA di grandi dimensioni (=/>10 mm). L’anticoagulazione dopo AIS in pazienti con UIA fusiformi di grandi dimensioni della circolazione posteriore può aumentare il rischio di rottura dell’aneurisma. Sono queste le conclusioni di uno studio pubblicato online su “Neurology”.

«Gli UIA sono considerati una controindicazione relativa per l’IVT nell’AIS» ricordano gli autori, guidati da Jyri Juhani Virta, del Dipartimento di Neurochirurgia dell’Università di Helsinki (Finlandia). «Tuttavia, attualmente ci sono dati limitati sul rischio di rottura dell’UIA a seguito di IVT».

«Il nostro obiettivo era valutare se l’IVT per AIS potesse portare a una rottura dell’UIA e a emorragia intracranica (ICH) in pazienti con UIA» spiegano «Lo studio ha rilevato che gli UIA raramente si rompono dopo IVT che, quindi, può essere utilizzata in sicurezza».

«Questi risultati sono entusiasmanti perché possono espandere la popolazione candidata  a ricevere queste terapie trombolitiche che, nelle persone con AIS, possono prevenire la morte e la disabilità» osservano Virta e colleghi.

Studio prospettico di 15 anni su registri e referti neuroradiologici
Gli autori hanno condotto uno studio prospettico di coorte su pazienti consecutivi trattati in un centro ictus terziario tra il 2005 e il 2019. I ricercatori hanno esaminato i referti e i registri radiologici presso il Registro finlandese delle cure sanitarie allo scopo di identificare i pazienti con UIA tra tutti i pazienti AIS trattati con IVT presso il centro.

«Abbiamo inoltre analizzato gli angiogrammi dei pazienti per studiare le caratteristiche dell’aneurisma» specificano gli autori dello studio. Dopo aver determinato quanti avevano UIA, hanno poi valutato quante persone avevano un ictus emorragico, o un’ICH, causata dalla rottura dell’aneurisma mentre erano in ospedale dopo l’IVT.

L’esito principale è stato l’ICH intra-ospedaliero attribuibile a una rottura dell’UIA dopo IVT. Gli esiti secondari erano ICH sintomatiche intra-ospedaliere (criteri ECASS-2, cioè aumento del punteggio NIH Stroke Scale =/> 4 punti) e qualsiasi ICH intra-ospedaliera.

Più rischi con dilatazioni arteriose fusiformi rispetto ad ampliamenti sacculari 
Un totale di 3.953 pazienti sono stati trattati con IVT durante il periodo di studio di 15 anni. «Dei 3.953 pazienti con AIS, 132 (3,3 %) avevano un totale di 155 UIA (141 sacculari e 14 fusiformi). Il diametro medio degli UIA era di 4,7 +/- 3,8 mm, di cui il 18,7% =/> 7 mm e il 9,7% di =/>10 mm di diametro. Nessuno dei 141 UIA sacculari si è rotto in seguito all’IVT» riportano i ricercatori.

Tre pazienti [2,3%, intervallo di confidenza al 95% (CI) 0,6-5,8%] con ampio UIA fusiforme dell’arteria basilare hanno sofferto di una rottura fatale a 27 ore, 43 ore e 19 giorni dopo l’IVT. A tutti e tre sono stati somministrati trattamenti anticoagulanti dopo IVT e l’anticoagulazione ha avuto effetto durante la rottura dell’UIA. Eventuali ICH e ICH sintomatiche sono stati rilevate rispettivamente nel 18,9% (IC 95% 12,9-26,2%) e nell’8,3% (IC 95% 4,4-13,8%) di tutti i pazienti con AIS.

«Fortunatamente, oggi gli anticoagulanti non sono comunemente usati subito dopo l’AIS, quindi ciò può aiutare a ridurre ulteriormente questo rischio» affermano Virta e colleghi.

«I nostri risultati suggeriscono che l’IVT può essere relativamente sicura per le persone con AIS anche se hanno più ampi UIA sacculari. Per i pazienti con grandi UIA fusiformi, è necessario prendere in considerazione ulteriormente il trattamento poiché gli anticoagulanti possono aumentare il rischio di rottura dell’aneurisma» concludono.

Una limitazione dello studio,  sostenuto dall’Ospedale Universitario di Helsinki, era che solo un piccolo numero di persone aveva grandi aneurismi, specificano gli autori.

Bibliografia:
Virta JJ, Strbian D, Putaala J, Korja M. Risk of Aneurysm Rupture After Thrombolysis in Patients With Acute Ischemic Stroke and Unruptured Intracranial Aneurysms. Neurology, 2021 Oct 6. doi: 10.1212/WNL.0000000000012771. [Epub ahead of print] Link