San Marino depenalizza l’aborto con referendum


Pro Vita & Famiglia contro il Referendum che ha depenalizzato l’aborto a San Marino: “Ha vinto il diritto di abbandonare le donne ed eliminare i più fragili”

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«A San Marino, a causa del 32,4 per cento degli aventi diritto al voto, è stato ottenuto il diritto di abbandonare le donne alle paure, al dolore e alla solitudine e il diritto di uccidere i bambini più fragili e imperfetti in grembo, addirittura fino al nono mese. E questo è profondamente ingiusto, anche quando legale. Hanno vinto le menzogne sulla pelle delle donne e dei loro figli». Così Toni Brandi, Presidente di Pro Vita & Famiglia, ha commentato il risultato del Referendum che ha depenalizzato l’aborto a San Marino.

«Qual è la vittoria? Abbandonare le donne all’aborto? Al “diritto all’omicidio” del proprio figlio come ha ribadito anche oggi Papa Francesco? Al “diritto” di abituarsi a restare sole, con il proprio dolore? Di essere riempite di terribili bugie, come “tranquilla, non è tuo figlio”? Quale è la vittoria per le donne?» ha aggiunto Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo di Pro Vita & Famiglia. «Continueremo a lavorare – ha ribadito Ruiu – finché alle donne non sarà proposto altro, e finché non sarà assicurato a tutti il primo tra i diritti, quello che rende possibile tutti gli altri: il diritto alla vita! Il diritto di godere della vera libertà a 360 gradi, quella che permette la felicità a ciascuno, senza ingiuste discriminazioni».

«E’ una promessa – conclude la nota di Pro Vita & Famiglia – non lasceremo nessuno indietro: continueremo a raccontare la verità sull’aborto e sulle conseguenze e a testimoniare la bellezza di accogliere la Vita, anche quando inaspettata o fragile, in nome di tutte le mamme che ci hanno offerto il loro dolore negato, di tutti coloro che sono stati rifiutati e abbandonati, in nome dei bambini che sono stati eliminati, sacrificati sull’altare delle ideologie e delle menzogne. Vogliamo restituire ai nostri figli un mondo meno ingiusto dove tutti siano accolti, senza distinzioni, e dove l’aborto sia impensabile!».