Nel mare delle Egadi trovati altri due rostri in bronzo


Archeologia: nuove scoperte nelle acque delle Egadi. Ritrovati altri due rostri in bronzo nel sito sottomarino, teatro della celebre Battaglia tra Roma e Cartagine

rostro guerre puniche

Continuano le scoperte archeologiche nelle acque delle Egadi, in Sicilia. La Soprintendenza del mare, con la nave Hercules della Rpm Nautical Foundation e la ulteriore collaborazione di subacquei specialisti in alti fondali della Sdss, ha recuperato al largo dell’arcipelago trapanese altri due rostri, di cui uno presenta una larghezza superiore a quella degli altri analoghi reperti finora individuati.

LEGGI ANCHERitrovato nelle Egadi un antico rostro risalente alla prima guerra punica

I preziosi ritrovamenti in bronzo giacevano da oltre duemila anni nel sito sottomarino, teatro, nel 241 avanti Cristo, della celebre Battaglia delle Isole Egadi che ha visto contrapposte le flotte di Roma e Cartagine. “Una stagione straordinaria che ci sta consegnando numerosi e importanti reperti e rafforza il valore della ricerca in mare – sottolinea l’assessore dei Beni culturali e dell’identità siciliana, Alberto Samonà -, confermando come questo periodo felice, che ho voluto chiamare ‘primavera dell’archeologia’, stia dando risultati straordinari e fino a qualche tempo fa inattesi. Sia in mare che nei siti terrestri, la ricerca archeologica in Sicilia è costante e si avvale di prestigiose collaborazioni nazionali e internazionali, che abbiamo attivato un po’ dappertutto in questi mesi. Anche questo è indice che il governo regionale vuole porre la cultura al centro di una nuova visione della Sicilia, più consapevole della propria identità e della propria storia”.

Con gli ultimi due ritrovamenti sale oggi a 25 il numero complessivo dei rostri in bronzo ritrovati. Insieme con i rostri, spiega la Dire (www.dire.it), l’ultima campagna ha recuperato dal fondo del mare, al largo dell’isola di Levanzo, anche una brocchetta fittile, un elmo mutilo probabilmente del tipo detto ‘montefortino’, numerose paragnatidi, cioè le parti dell’elmo che proteggevano le guance, monete romane e siracusane. “Insieme con i ritrovamenti degli anni passati – spiega la Soprintendente del Mare, Valeria Li Vigni – le scoperte effettuate durante quest’estate precisano ancora meglio il quadro della battaglia navale dell’antichità, che ad oggi risulta di gran lunga la meglio documentata dal punto di vista archeologico”.