Dieta e stile di vita corretti rallentano l’età biologica


Nutrizione calibrata, relax e esercizio fisico: dimostrata la possibilità di rallentare l’età biologica fino a tre anni in otto settimane

Coronavirus: l’inattività fisica legata alla gravità della malattia secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica British Journal of Sports Medicine

Sembra più giovane della sua età…” un’affermazione che abbiamo ascoltato spesso e che oggi abbina a una solida base scientifica e un razionale di estrema concretezza e comprensibilità: la nutrizione. Ecco a seguire quanto riportato da Medical Press .

Un innovativo studio clinico mostra che possiamo ridurre l’età biologica (misurata dall’orologio Horvath – 2013 DNAmAge) di oltre tre anni in sole otto settimane con la dieta e lo stile di vita, attraverso il bilanciamento della metilazione del DNA  (raccontata nella figura che segue, tratta da FUTURO PROSSIMO).

Lo studio, unico nel suo genere e sottoposto a revisione paritaria, fornisce prove scientifiche che i cambiamenti nello stile di vita e nella dietpossono determinare una riduzione immediata – e rapida – della nostra età biologica.

E poiché l’invecchiamento è la causa principale delle malattie croniche, questa riduzione ha il potere di aiutarci a vivere meglio e più a lungo.

Pubblicato il 12 aprile del 2021, il lavoro dei ricercatori ha utilizzato un modello controllato randomizzato, condotto su 43 maschi adulti sani di età compresa tra 50 e 72 anni. Il programma di trattamento, di otto settimane, includeva una dieta incentrata sulle verdure, ma includeva un’integrazione con fegato, uova e altri nutrienti. La dieta limitava i carboidrati e comprendeva un leggero digiuno intermittente, entrambi progettati per ridurre il ciclo glicemico.

Un adeguato tempo riservato a sonno e relaxesercizio fisico e impiego mirato di probiotici e fitonutrienti completavano il quadro sperimentale.

Al termine dello studio si è osservata una riduzione statisticamente rilevante dell’età biologica dei soggetti testati. Si tratta della prima dimostrazione dell’inversione dell’età epigenetica in uno studio clinico.

Lo studio è stato condotto in modo indipendente dall’ Helfgott Research Institute, con l’assistenza di laboratorio del Centro per l’analisi del genoma dell’Università di Yale, e i risultati sono stati analizzati in modo indipendente presso la McGill University e la National University of Natural Medicine.

L’autore principale dello studio, Kara Fitzgerald (Medico Nutrizionista, ND IFMCP) ha dichiarato che “il programma di intervento combinato è stato progettato per colpire uno specifico meccanismo biologico chiamato metilazione del DNA, e in particolare i modelli di metilazione del DNA che sono stati identificati come altamente predittivi dell’età biologica. . .. Questi primi risultati sembrano essere coerenti con i pochissimi studi esistenti che hanno finora esaminato il potenziale per l’inversione dell’età biologica. Ed è unico nel suo uso di un programma dietetico, abbinato a relaxsonno e senza utilizzo di farmaci. I risultati sono stati confrontati con quelli di un gruppo di controllo, quantizzando l’entità della riduzione dell’età biologica. Attualmente stiamo iscrivendo partecipanti per uno studio più ampio che prevediamo confermerà questi risultati“.

Il principale epigenetista Moshe Szyf (Ph.D. della McGill University) e coautore dello studio aggiunge: “L’unicità dell’approccio della Dr.ssa Fitzgerald è che il suo studio ha ideato una strategia guidata naturale e al contempo pilotata, per colpire il sistema di metilazione del nostro corpo. Questo studio fornisce la prima osservazione della possibilità di utilizzo di modificazioni naturali per indirizzare i processi epigenetici e migliorare il nostro benessere e, forse, anche incrementare longevità e durata della vita“.

modelli di metilazione del DNA sono diventati uno dei mezzi principali con cui gli scienziati valutano e monitorano l’invecchiamento biologico, un termine usato per descrivere l’accumulo dei danni biologici e la perdita di funzione delle nostre cellule, tessuti e organi.

Questo processo favorisce le malattie dell’invecchiamento. “Ciò che è estremamente eccitante“, ha commentato la Dr.ssa. Fitzgerald, “è che le pratiche alimentari e di stile di vita, inclusi nutrienti e composti alimentari specifici noti per alterare selettivamente la metilazione del DNA, sono in grado di avere un tale impatto su quei modelli di metilazione del DNA permettendoci di prevedere i danni delle patologie croniche sulla speramza di vita. Credo che questo, insieme alle nuove possibilità per tutti noi di misurare e monitorare la nostra età di metilazione del DNA, fornirà nuove opportunità significative, sia per gli scienziati sia per le persone”.

FONTE: CEMAD