Con VIOLoC nanotecnologie per l’enologia di precisione


VIOLoC

Si chiama “VIOLoC” la sperimentazione nata da una collaborazione tra l’Università di Pisa, il Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’Università degli studi della Tuscia con lo scopo di avviare una rivoluzione tecnologica nel mondo del vino. Il progetto prevede l’utilizzo in vigna e in cantina di una sensoristica on chip a connettività remota, che in previsione sarà in grado di cambiare il sistema analitico nel settore viticolo enologico, con il risultato di aumentare la qualità del prodotto finale e ridurre i costi per l’impresa.

Un grande laboratorio che viene ridotto a un chip nell’ambito di qualche micron: il lab-on-a-chip a base microfluidimetrica, progettato dal gruppo di ricerca di Marco Cecchini dell’Istituto nanoscienze del Cnr, conterrà sensori capaci di analizzare in tempo reale polifenoli, acidi, zuccheri. I dati raccolti potranno essere mandati in cloud, elaborati con algoritmi di intelligenza artificiale e restituiti alle aziende sotto forma di dati numerici. “Non si muoveranno più le bottiglie, non ci saranno macchine che girano, inquinamento ma solo segnali elettrici e numeri che girano” spiega Fabio Mencarelli, dell’Università degli studi di Pisa, che coordina il progetto.

Finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca attraverso le risorse del Fondo Integrativo Speciale per la Ricerca (FISR), il progetto “VIOLoC” che vede coinvolti Università degli studi di Pisa, Università della Tuscia e dell’Istituto nanoscienze del Cnr di Pisa. Tra le aziende partner anche Sensi Vini, realtà toscana da sempre impegnata nella ricerca e nel rispetto dell’ambiente e che inizierà la sperimentazione proprio dalla prossima vendemmia.