Artrite psoriasica: con apremilast si perde anche peso


Artrite psoriasica (PsA): il trattamento con apremilast è risultato associato a perdita di peso e miglioramento dell’attività di malattia

Artrite psoriasica (PsA): il trattamento con apremilast è risultato associato a perdita di peso e miglioramento dell'attività di malattia

Nei pazienti con artrite psoriasica (PsA), il trattamento con apremilast, inibitore di PDE4, è risultato associato a perdita di peso e miglioramento dell’attività di malattia. Questo il responso di uno studio recentemente pubblicato su Rheumatology.

Nella psoriasi e nella PsA, è frequente il riscontro di obesità, diabete di tipo 2 e malattia CV come comorbilità associate e si ritiene che queste condizioni cliniche concomitanti abbiano un ruolo nella progressione di malattia e negli outcome di trattamento.
Non solo: una perdita di peso uguale o superiore al 5% si è dimostrata in grado di migliorare l’attività di PsA.

Già in alcuni studi pubblicati in letteratura, apremilast si era mostrato associato a perdita di peso nella PsA, insieme ad altri studi che suggerivano benefici cardiometabolici aggiuntivi.

L’obiettivo dello studio appena pubblicato è stato quello di valutare l’effetto di apremilast sul peso corporeo e la sua composizione, nonché sull’omeostasi glucidica, i profili lipidici e la funzione vascolare, come pure di saggiare la consistenza della relazione esistente tra le variazioni di peso e la risposta al trattamento.

Disegno dello studio e risultati principali

Lo studio IMAPA (Immune Metabolic Associations in Psoriatic Arthritis), un trial prospettico in aperto, ha incluso 60 pazienti adulti (mediana età= 54,5 anni; 63% donne, mediana BMI= 33,2) con PsO e PsA.

Questi sono stati sottoposti a trattamento con apremilast 30 mg bis die o una volta al giorno se non in grado di tollerare la dose piena di farmaco. I ricercatori hanno effettuato valutazioni cardiometaboliche, antropometriche e di attività di malattia sia all’inizio dello studio che a 1, 3 e 6 mesi.

Tra le misure aggiuntive considerate vi erano la valutazione della funzione endoteliale, della composizione corporea, mentre in un sottogruppo di pazienti si è presa in considerazione anche la morfologia degli adipociti.

Dopo 6 mesi di trattamento con apremilast, i ricercatori hanno osservato riduzioni medie del peso corporeo (2,2 kg; IC95%= 1,4-3 kg; p<0,001), BMI (0,8; IC95%=0,5-1,2; P <0,001), grasso addominale totale (0,52 L; IC95%=0,08-0,96 L; P =0,022), e tessuto adiposo sottocutaneo (0,37 L; IC95%= 0,05-0,68 L; P =0,022).

Al contempo, non sono state rilevate variazioni del diametro degli adipociti, dei livelli di HbA1c, GLP-1, lipidi e della funzione vascolare.

I ricercatori hanno notato un miglioramento dell’attività di PsA. Otto partecipanti allo studio su 49 (pari al 16,3%), che avevano completato lo studio a 6 mesi e dei quali erano disponibili i dati previsti dal protocollo, hanno raggiunto lo stato di minima attività di malattia.

Al contempo, però, non è stata dimostrata l’esistenza di una correlazione tra l’attività di malattia e il peso corporeo.

Pur con alcuni limiti metodologici intrinseci allo studio ammessi dagli stessi ricercatori (ridotto campione di pazienti, breve durata dello studio, mancanza di un gruppo placebo), i risultati dimostrano che, dopo trattamento con apremilast, si ha un miglioramento dell’attività di PsA e in termini di calo ponderale, soprattutto grazie alla riduzione del grasso sottocutaneo addominale.

La risposta ad apremilast, in termini di attività di malattia, è risultata però indipendente dal peso corporeo, a suggerire che il meccanismo d’azione principale di apremilast nella malattia psoriasica è probabilmente legato ad effetti immunologici diretti piuttosto che ad effetti metabolici.

Bibliografia
Ferguson LD et al. Effect of the phosphodiesterase 4 inhibitor apremilast on cardiometabolic outcomes in psoriatic disease — results of the IMAPA study. Rheumatology. Published online June 7, 2021. doi:10.1093/rheumatology/keab474
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