Stop al fumo di sigaretta: aumento di peso senza conseguenze


L’aumento di peso in seguito alla cessazione dell’abitudine al fumo di sigaretta non è legato allo sviluppo di malattie croniche secondo un nuovo studio

L'aumento di peso in seguito alla cessazione dell'abitudine al fumo di sigaretta non è legato allo sviluppo di malattie croniche secondo un nuovo studio

Per quanto la cessazione dell’abitudine al fumo di sigaretta si associ ad un incremento (almeno iniziale) di peso corporeo, tale effetto non si associa ad un incremento del rischio di malattia cronica e non inficia il beneficio sulla mortalità legato all’abbandono delle sigarette. Queste le conclusioni rassicuranti di uno studio pubblicato su Jama Open Network che suggeriscono l’accompagnamento di tutti gli interventi necessari per la disassuefazione al fumo con messaggi rassicuranti sulla safety legata al guadagno ponderale post-cessazione.

Razionale e disegno dello studio
La cessazione del fumo di sigaretta riduce, notoriamente, il rischio di patologie croniche principali, aumenta l’aspettativa di vita e ne migliora la qualità, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio.

Eppure, nonostante questi benefici acclarati, l’abbandono del fumo si accompagna anche ad un innalzamento del peso corporeo e del BMI, ed è noto come il peso corporeo eccessivo rappresenti un fattore di rischio di diverse co-morbilità.

L’assenza di dati conclusivi su un effetto netto positivo delle pratiche di disassuefazione al fumo rispetto al concomitante aumento di peso ha sollecitato la messa a punto di questo nuovo studio, che si è proposto di esaminare l’associazione esistente tra le variazioni di peso corporeo manifestatesi dopo la cessazione del fumo di sigaretta e il rischio di importanti patologie croniche (malattie CV, diabete di tipo 2, cancro, bpco e mortalità per tutte le cause).

A tal scopo, i ricercatori hanno analizzato i dati annualmente aggiornati e relativi allo status di fumatore e alle misure antropometriche di un campione rappresentativo della popolazione australiana adulta.

Nello specifico, sono state allestite analisi di regressione di Cox per determinare gli hazard ratio relativi all’associazione tra le variazioni di peso e la mortalità oppure l’insorgenza di malattia cronica.

L’outcome primario dello studio era rappresentato dall’associazione tra le variazioni di peso e il BMI da un lato e il rischio di malattia CV, diabete di tipo 2, cancro, bpco e mortalità dall’altro.

Risultati principali
Su 16.663 partecipanti allo studio, 8.082 erano di sesso maschile ed avevano un’età media pari a 43,7 anni.

Quando è stato preso in considerazione lo status di fumatore, è emerso che quelli che smettevano di fumare mostravano i maggiori incrementi ponderali e di BMI rispetto a quelli che continuavano a fumare.

Inoltre, rispetto ai fumatori incalliti, si è avuto un HR legato alla mortalità più basso in quelli che, invece, avevano definitivamente abbandonato il fumo di sigaretta.

Nello specifico, rispetto ai fumatori incalliti, tra gli individui che smettevano di fumare e perdevano peso, l’HR relativo alla mortalità era pari a 0,50, mentre tra quelli che avevano smesso di fumare senza subire variazioni di peso, l’HR era pari a 0,78.

Invece, gli individui che avevano smesso di fumare e guadagnato peso (in un range compreso tra 0,1 e 5 kg) mostravano un HR relativo alla mortalità pari a 0,24, mentre quelli che avevano smesso di fumare e avevano guadagnato peso in un range superiore al caso precedente (da 5,1 a 10 Kg) avevano un HR pari a 0,36.

Rispetto ai fumatori incalliti, il guadagno di BMI osservato negli individui che avevano abbandonato il fumo di sigaretta non è risultato associato con incrementi significativi del rischio di malattia CV, diabete di tipo 2, cancro o bpco.

Riassumendo
Nel complesso, i risultati ottenuti in questa coorte di individui hanno mostrato come le pratiche di disassuefazione al fumo siano significativamente associate ad un incremento di peso corporeo e di BMI rispetto a quanto osservato nei fumatori incalliti.

Tuttavia, le persone che hanno abbandonato il fumo di sigaretta hanno mostrato una mortalità significativamente più bassa rispetto ai fumatori incalliti, indipendentemente dall’entità del guadagno ponderale e in termini di BMI.

Lo studio ha anche mostrato che né il guadagno ponderale né quello di BMI, successivi alla pratica di disassuefazione al fumo di sigaretta, sono risultati associati ad un incremento del rischio di malattia cronica (CV, diabete tipo 2, cancro, bpco).

Pertanto, lo studio sottolinea che i vantaggi della pratica della disassuefazione al fumo superano i possibili rischi legati all’incremento di peso corporeo e di BMI, sia in termini di riduzione della mortalità che del rischio di insorgenza di malattie croniche.

Bibliografia
Sahle BW et al. Weight gain after smoking cessation and risk of major chronic diseases and mortality. JAMA Netw Open. 2021;4(4):e217044. doi:10.1001/jamanetworkopen.2021.7044
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