Malattia renale cronica: finerenone protegge il cuore


Malattia renale cronica: secondo i dati di Bayer finerenone centra l’end point di riduzione degli eventi cardiovascolari

Malattia renale cronica finerenone

Bayer ha reso noto che lo studio di fase III FIGARO-DKD che ha valutato il farmaco sperimentale finerenone in pazienti con malattia renale cronica (CKD) e diabete di tipo 2 ha raggiunto il suo endpoint primario, dimostrando che riduce significativamente il rischio composito di morte cardiovascolare (CV) o eventi CV non fatali rispetto al placebo.

FIGARO-DKD è il secondo studio nel programma di sviluppo di fase III di finerenone a raggiungere il suo end point primario dopo lo studio FIDELIO-DKD, in cui il farmaco ha ridotto il rischio di progressione della CKD e di eventi CV significativamente più del placebo in pazienti con CKD e diabete di tipo 2.

Noto anche come BAY 94-8862,  il farmaco, è un nuovo antagonista del recettore dei mineralcorticoidi (MRA), non steroideo,  con una maggior selettività e capacità di legame con il recettore rispetto a spironolattone ed eplerenone. Si tratta del primo farmaco della sua classe a dimostrare la riduzione del rischio di eventi renali e cardiovascolari (CV) in questa popolazione di pazienti.

E’ attualmente in fase di revisione prioritaria presso la FDA, e una valutazione da parte delle autorità di regolamentazione dell’UE, come un potenziale trattamento per i pazienti con CKD e diabete di tipo 2.

Entrambi i depositi si basano sui dati dello studio FIDELIO-DKD, che sono stati presentati alla conferenza dell’American Society of Nephrology (ASN) dello scorso anno e pubblicati nel NEJM.

Lo studio FIGARO-DKD ha incluso 7437 pazienti con CKD e diabete di tipo 2 che sono stati randomizzati a ricevere finerenone orale 10 mg o 20 mg una volta al giorno o placebo, oltre alle cure standard, comprese le terapie per abbassare il glucosio nel sangue e la dose massima tollerata di terapia bloccante RAS come gli ACE inibitori o i bloccanti del recettore dell’angiotensina II. La misura dell’esito primario era il tempo al primo verificarsi di morte CV ed eventi CV non fatali, che comprendeva attacco di cuore, ictus o ricovero per insufficienza cardiaca.

Bayer ha osservato che rispetto a FIDELIO-DKD, l’ultimo studio ha incluso più pazienti con CKD in stadio iniziale e diabete di tipo 2. “Siamo lieti di vedere che i dati FIGARO-DKD supportano ulteriormente l’evidenza generata nello studio FIDELIO-DKD”, ha osservato il capo di R&S Christian Rommel, che ha detto che “l’iperattivazione del recettore dei mineralocorticoidi contribuisce all’infiammazione e alla fibrosi nei reni e nel cuore”. I dati clinici di FIGARO-DKD saranno presentati in una prossima riunione scientifica.