Covid: la fiducia nei vaccini resta alta in Italia


L’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione (Istc) del Cnr ha svolto una ricerca sperimentale sulla fiducia degli italiani nei confronti dei vaccini anti Covid

L'Istituto di scienze e tecnologie della cognizione (Istc) del Cnr ha svolto una ricerca sperimentale sulla fiducia degli italiani nei confronti dei vaccini anti Covid

L’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione (Istc) del Cnr ha svolto una ricerca sperimentale volta a comprendere il rapporto di fiducia dei cittadini italiani nei confronti dei vaccini e della vaccinazione avviata contro il SARS-COV2.

Lo studio, condotto tra il 26 marzo e il 7 aprile 2021 -a pochi mesi dall’inizio della stessa- ha coinvolto un campione di oltre 4000 cittadini italiani di età compresa tra 18 e 87 anni, il 56% dei quali composto da donne. L’obiettivo era verificare, tra le altre cose, se esiste ancora una forma di “scetticismo” (o esitazione) vaccinale, come la popolazione percepisce il rapporto tra istituzioni pubbliche e case farmaceutiche, e in che misura ritenga affidabili tali soggetti e quale valore, individuale o sociale, attribuisca alla vaccinazione.

Relativamente al tema della fiducia, l’analisi delle risposte mostra che il 75,7% del campione ha dichiarato di fidarsi dell’autorità pubblica per la gestione della pandemia: un dato elevato, cui si aggiunge il fatto che circa due terzi delle risposte indicano la preferenza sul Governo centrale -rispetto a quello regionale o comunale- per la responsabilità delle decisioni da prendere.

Un generale atteggiamento di fiducia viene espresso anche sul tema vaccini: il 91% del campione ritiene che i produttori di vaccini abbiano una competenza sufficiente; tuttavia una parte significativa (49,8% del campione) percepisce i rischi legati agli imponenti giri di affari e ai potenziali comportamenti non favorevoli alla salute pubblica da parte delle grandi aziende farmaceutiche. Giudizio che non inficia affatto le determinazioni favorevoli e non riguarda necessariamente la affidabilità del vaccino, ma mostra lo spirito di percezione critica verso fattori reali di interferenza con la salute pubblica.

Interessante anche l’analisi della parte di questionario che riguarda il tema vaccini e informazione. Il 74,2% del campione si considera adeguatamente informato sui vaccini e, tra i mezzi di informazione utilizzati, ricorrono con più frequenza i media tradizionali (70,3%),  i social media (45,5%),  il medico di base (29,6%) e i conoscenti (21,9%). D notare che il medico di base, ritenuto dal campione “tra le fonti di informazione più affidabili”, viene poco consultato per informarsi sui vaccini.

Circa i benefici della vaccinazione, è schiacciante il giudizio a favore dei vaccini (90,5%) come strumento principale per battere la pandemia; nonostante il 36,1% preveda loro effetti collaterali difficili da prevedere, la loro affidabilità complessiva è apprezzata dal 92,9%. Da notare infine che permane un 10% di scettici alla vaccinazione.

La ricerca, disponibile in versione integrale a questo link, è stata condotta in collaborazione tra i gruppi di ricerca “Trust, Theory and Technology group” ed “Evaluation Research group” del Cnr-Istc. Referenti: Rino Falcone,  Elisa Colì,  Marco Marini, Alessandro Sapienza,  Cristiano Castelfranchi,  Fabio Paglieri.

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