Alla Biennale di Venezia lo studio sull’evoluzione della laguna


Alla diciassettesima Biennale di Venezia che inaugura oggi lo studio sull'evoluzione della laguna attraverso l'uso dei satelliti

La diciassettesima Biennale di Architettura, che aprirà dal 22 maggio a Venezia, ospiterà all’interno del padiglione Italia lo studio frutto di un lavoro congiunto tra Scuola Universitaria Superiore IUSS di Pavia, Cnr ed Enea -pubblicato sulla rivista Sustainability- che approfondisce l’uso delle tecnologie di osservazione da remoto per la valutazione della resilienza, dei cambiamenti climatici e dell’innalzamento del livello del mare nell’area della laguna.

La metodologia, che combina dati acquisiti da satelliti LANDSAT e misure in situ per la loro calibrazione- è stata testata su alcuni tratti delle aree della laguna, dove sono stati osservati gli effetti reciproci delle dinamiche naturali e degli interventi effettuati dall’uomo. Per studiare questi ambienti i ricercatori hanno elaborato una grande quantità di immagini attraverso un metodo che identifica i punti riconducibili ad uno stato critico e le principali variabili climatiche, ecosistemiche e morfologiche che influenzano questo comportamento. Le tendenze spazio-temporali analizzate mostrano la risposta dell’ecosistema lagunare ai fattori di stress nel tempo e nello spazio e la stima della sua in-capacità di tollerare i fattori di impatto dovuti alle forzanti antropiche e i cambiamenti climatici temi principali delle comunità resilienti, di cui la transizione ecologica inizia a tenere conto nei criteri per la sostenibilità ambientale.

In pratica, i ricercatori hanno infatti realizzato una vera e propria “fotografia nel tempo” dell’area, già individuata come una di quelle maggiormente a rischio di inondazione a causa dell’innalzamento del livello del mare. Secondo i ricercatori, infatti, in assenza di interventi di mitigazione e adattamento, entro il 2100 oltre 5.600 km quadrati  e più di 385 km di aree costiere italiane, rischiano di essere sommerse dal mare a causa del fenomeno dell’innalzamento del mar Mediterraneo provocato dal riscaldamento globale.

“Sembrano problemi lontani da noi fino a quando non ci troviamo a dover affrontare la tematica di quali siano gli indicatori di cambiamento e quindi di stress”, ha dichiarato Andrea Taramelli del Centro di Ricerca Cirta dello IUSS di Pavia, che ha curato il data frame. “Le lagune sono infatti lembi di costa dominati da acque salmastre bassifondi e paludi ricche di vegetazione e di fauna (migratoria e non). Un ecosistema delicato, precario, ma allo stesso tempo prezioso ed in continua evoluzione in termini di sostenibilità ambientale e dove complessi processi variano nello spazio e nel tempo ed è difficile “fotografarli” ed interpretarli.

“I risultati ottenuti hanno una grande ricaduta applicativa per la nostra economia del mare perché, oggi uno degli obbiettivi primari della ricerca a scala globale è quello di prevedere la resilienza delle zone umide in un contesto di innalzamento del livello del mare, fenomeno che ha aumentato l’interesse di molti  studiosi che utilizzano una ampia gamma di dati e di modelli di diversa natura e risoluzione”, ha aggiunto Sergio Cappucci (Enea).

Per il Cnr ha contribuito allo studio Emiliana Valentini dell’Istituto di scienze polari (Cnr-Isp): “I satelliti vigilano costantemente sul nostro Pianeta, mettendo in evidenza la grande potenzialità delle immagini satellitari nel raccontare la geografia evolutiva della Laguna di Venezia. Grazie al potere del semplice concetto di gradazione del colore e delle abilità offerte dall’Intelligenza Artificiale nel simulare la complessità del legame uomo-natura, oggi possiamo comprendere i meccanismi di controllo e i tempi di risposta a livello di ecosistema e dunque la loro stabilità di resilienza”, ha affermato.

La diciassettesima Biennale di Architettura si svolge dal 22 maggio al 21 novembre, tema chiave è “How will we live together?”.

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