La nostra buona stella combatte la dispersione scolastica


Il progetto “La nostra buona stella” interviene su un tema cruciale per la nostra società: il contrasto alla dispersione scolastica e all’abbandono degli studi e delle specializzazioni

dispersione scolastica

Ideato e sviluppato dall’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali (Cnr-Irpps) in collaborazione con la Regione Lazio, l’Associazione Arianna Onlus (capofila) e numerosi altri soggetti tra cui associazioni, istituti scolastici e rappresentanti del terzo settore, il progetto “La nostra buona stella” interviene su un tema cruciale per la nostra società: il contrasto alla dispersione scolastica e all’abbandono degli studi e delle specializzazioni.

Il progetto, già oggetto di un convegno di presentazione nell’ottobre 2019, mira alla realizzazione di una comunità educante, intesa come l’unione di soggetti pubblici e privati che prevenga e si prenda carico delle situazioni di disagio nel sistema educativo territoriale: fulcro di tale comunità è la scuola, luogo di educazione/formazione, ma anche “agenzia” di costruzione di relazioni che unisce alunni, docenti e genitori. L’obiettivo è quello di costruire un modello integrato di Welfare Community con un focus sul territorio dei Castelli Romani, nel tentativo di arginare i fenomeni di dispersione scolastica legati soprattutto ad una condizione personale o famigliare di disagio da parte degli studenti, e offrendo una reale opportunità di crescita a tutto il sistema educativo territoriale e ai suoi destinatari.

Le attività del progetto sono proseguite con la pubblicazione di tre monografie che approfondiscono vari aspetti, e della relazione finale della responsabile del progetto Antonella Ciocia (Cnr-Irpps).

Tra le monografie, il volume “Diritto alla crescita. Povertà educativa e comunità educante: un’indagine sul campo”, del 2020, curato da Daniele Babusci e Antonella Ciocia, edito da Aracne, nasce dalle riflessioni interne al gruppo di ricerca Cnr-Irpps e tenta di uscire dalla retorica che spesso accompagna i temi della povertà educativa e della comunità educante. Riporta, i risultati dell’indagine secondo la metodologia della ricerca-azione e prova a far interloquire i punti di vista osservati e rilevati nei diversi momenti della ricerca.

La monografia “I giovani creativi al tempo del coronavirus. La nostra buona stella. Diritto alla crescita”, 2021, curato da Antonella Ciocia ed edito da Nuova Cultura, invece, ha accompagnato le azioni di progetto durante il periodo del primo lockdown. Si è voluto dare voce agli alunni che si trovavano a fronteggiare un periodo anomalo ed estraneo alle esperienze fino ad allora fatte. La creatività è un’arma per tirare fuori emozioni confinate all’interno delle mura domestiche, ma se aiutata dalle tecnologie può avvicinare ciò che un virus invisibile ha allontanato. Per conservare la memoria di quanto vissuto dagli studenti, i lavori sono usciti dagli schermi e sono diventati da virtuali a reali, da individuali a collettivi, nella consapevolezza che la Storia è fatta di mille piccole storie.

Il volume “Diritto alla crescita. Progetto per creare un futuro migliore. La Povertà Educativa si vince”, di Lionella Riccio, mette in evidenza che la povertà educativa è una delle forme di povertà che affliggono il mondo odierno, forse la più subdola e la meno evidente. Essa, infatti,  non dà evidenti segni di grave perdita, ma se sottovalutata, può esporre l’individuo al rischio di esacerbare in futuro le disparità sociali. Investigare le motivazioni che producono la povertà educativa ha portato ricercatori e insegnanti a capire che il coinvolgimento degli adolescenti rappresenta una condizione sostanziale per una probabile risoluzione del problema. Partendo proprio da questo assunto, gli adolescenti coinvolti, sono stati incoraggiati a partecipare al Convegno organizzato nell’ottobre 2019: gli “Adolescenti Oratori”, in particolare, hanno elaborato proposte per la politica e le istituzioni alle quali è stato richiesto di intervenire curando il loro presente e aiutandoli a diventare cittadini e cittadine del futuro, rendendoli, dunque, più consapevoli.

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