Letta incontra Renzi: distanze su Conte e M5s


Il neo segretario del Pd Enrico Letta a colloquio con il leader di Italia Viva Matteo Renzi: convergenza su Draghi, Conte e il M5s restano elementi divisivi

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Questa mattina si e tenuto il faccia a faccia tra Matteo Renzi e Enrico Letta, che ha avuto luogo nella sede dell’Arel, l’Agenzia di studi fondata da Andreatta. A quanto si apprende Letta e Renzi hanno trovato piena convergenza sul sostegno al governo Draghi e sulla priorità di riservare al contrasto alla pandemia, in primis alla campagna vaccinale.

Come spiega la Dire (www.dire.it) non collimano le posizioni invece sull’alleanza con il M5s a guida Conte. Per Matteo Renzi non può essere considerata un’alleanza imprescindibile, ma va invece verificata sul piano programmatico e politico. Il segretario del Pd considera l’intesa tra il centrosinistra e il M5s determinante per battere il centrodestra alle prossime elezioni politiche.

Le dichiarazioni

“Il Pd ha detto che l’incontro con Letta è stato franco e cordiale, io dico molto franco e molto cordiale. Sono d’accordo”, commenta Renzi a ‘L’Aria che tira’ su La7. “Ci siamo rivisti dopo tanti anni, abbiamo affrontato le questioni. Letta sta cercando di fare un lavoro molto serio nel PD, gli faccio sinceramente auguri di buon lavoro. Ha un disegno complicato e difficile, non è impresa facile, lo sa chi c’è passato prima di lui”.

“Col Pd abbiamo un’opinione diversa sul M5S – ribadisce il leader di Iv – era noto ed è stato confermato dall’incontro di oggi. Se immagino un posizionamento politico da qui al 2023 dico che non voglio stare né con la destra di Meloni e Salvini, né con la sinistra grillina e populista. Letta dice che non vuole un PD subalterno al M5S, ma bisogna capire cosa vuol dire fare un accordo col M5S”. Renzi si dice comunque “contento che il PD abbiamo cambiato posizione, prima diceva ‘Conte o morte’. Oggi con Letta, onore a lui, sostiene il governo Draghi”.

“Il M5S cambiato? No – risponde Renzi – penso solo che siano molto divisi, più di noi o del PD. Facciano quello che credono, sono nati da un Vaffa day e ora dicono di fare i gentili, volevano i due mandati e ora si scannano per il terzo, volevano uscire dall’euro e adesso sono europeisti, non volevano le olimpiadi e ora chiedono i grandi eventi. Letta dice che vuole fare un’alleanza strategica con loro, noi no“.

Anche sulle amministrative, Pd e Italia Viva sembrano pronti a percorrere strade diverse: “A Torino, Milano, Bologna, Roma, Napoli e nel collegio di Siena per le suppletive alla Camera il M5s celebra un fallimento. Secondo me quell’esperienza non è replicabile, quindi fossi nel Pd non farei l’accordo con i 5 stelle. Tra Carlo Calenda che è preparato, competente e ha voglia di governare Roma e Virginia Raggi io voto per lui a occhi chiusi”.