Canagliflozin protegge reni in soggetti con albuminuria elevata


L’ipoglicemizzante canagliflozin per il diabete di tipo 2 ha dimostrato di avere maggiori effetti protettivi renali con elevata albuminuria al basale nei pazienti

L'ipoglicemizzante canagliflozin per il diabete di tipo 2 ha dimostrato di avere maggiori effetti protettivi renali con elevata albuminuria al basale nei pazienti

L’ipoglicemizzante canagliflozin, i cui benefici sul diabete di tipo 2 sono ampiamente noti, ha dimostrato in questi pazienti di avere effetti protettivi renali tanto maggiori quanto più elevata è la loro abuminuria al basale. Sono i risultati di una analisi secondaria dello studio CREEDENCE, pubblicati sul Clinical Journal of the American Society of Nephrology.

«Prima che gli SGLT2 inibitori dimostrassero i loro benefici a livello renale e cardiovascolare, era chiaro che riducessero l’albuminuria nei pazienti con diabete di tipo 2» hanno scritto il primo autore dello studio Meg Jardine e colleghi del George Institute for Global Health presso la University of New South Wales Sydney, in Australia. «L’albuminuria è un forte predittore della progressione della malattia renale e cardiovascolare e, insieme all’eGFR, è alla base del Kidney Disease Improving Global Outcomes (KDIGO), il sistema di classificazione del rischio di malattia renale. Di conseguenza, le persone con una albuminuria più elevata potrebbero trarre un maggiore beneficio assoluto dai trattamenti che sono in grado di ridurla».

Analisi secondaria dello studio CREDENCE
Nonostante la ricerca abbia dimostrato che i pazienti con livelli più elevati di albuminuria ottengono maggiori benefici renali dagli inibitori del sistema renina-angiotensina, hanno premesso i ricercatori, non è chiaro se gli SGLT2 inibitori conferiscano un simile beneficio.

Per questo motivo hanno condotto un’analisi secondaria dei risultati del trial clinico CREDENCE (Canagliflozin and Renal Endpoints in Diabetes with Established Nephropathy Clinical Evaluation), classificando i pazienti in tre gruppi in base al rapporto albumina urinaria/creatinina (UACR, urine albumin-to-creatinine ratio, UACR mediano al basale 927 mg/g, intervallo eGFR da 30 a 90 ml/min/1,73 m2).

L’outcome primario dello studio era l’insufficienza renale composita (necessità di dialisi per almeno 30 giorni, trapianto di rene o eGFR inferiore a 15 per almeno 30 giorni), un raddoppio della creatinina sierica dal basale che si manteneva per almeno 30 giorni o mortalità per malattia renale o cardiovascolare.

Maggiori benefici con albuminuria più elevata
Dopo un follow-up mediano di 2,6 anni, i ricercatori hanno osservato che un UACR più elevato era associato a percentuali più alte di eventi renali e cardiovascolari. Non è stata tuttavia rilevata alcuna differenza tra i tre gruppi UACR riguardo al beneficio relativo di canagliflozin a livello renale e cardiovascolare (inclusa la mortalità e il ricovero per insufficienza cardiaca) (p>0,11 per tutti).

Invece nel sottogruppo di pazienti con l’eGFR più basso (UACR più elevato), quelli a maggior rischio, canagliflozin ha comportato il maggior beneficio assoluto sugli esiti renali. Più specificamente, il numero di eventi compositi primari prevenuti grazie al trattamento nelle tre categorie UACR è risultato pari a 17/1.000 partecipanti in caso di UACR fino a 1.000 mg/g, 45 con UACR da 1.000 a 2.999 mg/g e 119 con UACR di almeno 3.000 mg/g.

Inoltre, canagliflozin è stato associato a tassi inferiori di eventi avversi correlati ai reni, con una maggiore riduzione relativa nelle categorie UACR più elevate.

«Canagliflozin ha ridotto in modo sicuro il rischio di eventi renali e cardiovascolari, con risultati coerenti nei diversi sottogruppi eGFR, incluso quello che ha iniziato il trattamento partendo da un valore di 30-45» hanno concluso gli autori. «I benefici assoluti per gli esiti renali sono stati maggiori nei sottogruppi con eGFR inferiore».

«La coerenza del beneficio relativo osservato a tutti i livelli di albuminuria al basale negli studi dei programmi clinici CREDENCE e CANVAS (Canagliflozin Cardiovascular Assessment Study) fa ragionevolmente presumere che i maggiori benefici assoluti si otterrebbero nei soggetti a rischio inferiore, se seguiti in un arco temporale più lungo, così come avviene nella pratica clinica» hanno commentato. «Presi insieme, questi risultati forniscono un’opzione di trattamento per le persone con diabete e albuminuria nefrosica. Gli studi in corso sugli inibitori SGLT2 forniranno evidenze complementari sugli effetti di questa classe di farmaci sugli esiti renali e cardiovascolari nei pazienti con malattia renale non diabetica».

Bibliografia

Jardine M et al. Kidney, Cardiovascular, and Safety Outcomes of Canagliflozin according to Baseline Albuminuria. A CREDENCE Secondary Analysis. CJASN March 2021, 16 (3) 384-395.

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