Tumore al seno o alla vescica: aspirina allunga la vita


Aspirina almeno tre volte alla settimana migliora la sopravvivenza dei pazienti anziani con tumore al seno o alla vescia mentre è inefficace su altre neoplasie

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L’assunzione di aspirina almeno tre volte alla settimana, secondo quanto emerge dai risultati di uno studio osservazionale pubblicati recentemente su JAMA Network Open, sembra essere associata a migliori outcome di sopravvivenza nei pazienti anziani con cancro alla vescica o alla mammella, mentre non sembra avere effetti sulla sopravvivenza dei pazienti con altri tipi di tumore.

Inoltre, gli autori non hanno osservato nessuna associazione fra consumo di aspirina e incidenza di ognuno dei tipi di tumore valutati.

Recenti indagini condotte sulla popolazione del PLCO (Prostate, Lung, Colorectal and Ovarian) Cancer Screening Trial hanno dimostrato che l’uso di aspirina può essere associato a una ridotta incidenza del rischio di tumore e aumento della sopravvivenza, in alcune forme di tumori tra i quali il tumore del colon-retto. Al contrario, non si sono osservate correlazioni nei tumori della prostata e ovarico.

Gli autori dello studio hanno quindi esteso la valutazione ad altri tipi di tumore, fra cui quelli della vescica, della mammella, dell’esofago, gastrico, pancreatico e uterino.

Inoltre, poiché l’uso dell’aspirina in soggetti anziani è stato recentemente oggetto di controversia, gli autori dell’articolo hanno focalizzato la loro ricerca sui pazienti di età uguale o superiore a 65 anni.

Il Prostate, Lung, Colorectal, and Ovarian Cancer Screening Trial
In quest’analisi post-hoc sono stati, dunque, inclusi 139.896 pazienti con età media al basale di 66,4 anni (51,4% donne; 88,5% caucasici non ispanici) del PLCO Cancer Screening Trial, che aveva incluso pazienti adulti fra i 55 e i 74 anni provenienti da 10 centri, tra il 1993 e il 2001.

I dati raccolti nei primi 6 mesi del 2020, con l’obiettivo primario di valutare l’associazione tra l’uso di aspirina e il rischio di insorgenza di neoplasie, hanno consentito di valutare anche la sopravvivenza organo-specifica per pazienti con tumori di vescica, mammella, esofago, stomaco, pancreas e uterini.

Durante il periodo in studio, sono stati individuati 32.580 tumori, tra i quali il 14% alla mammella, 5,4% alla vescica, 2,7% al pancreas, 2,2% all’utero, 1,2% allo stomaco e 1% all’esofago.

Nessuna riduzione del rischio di tumore, ma associazione con la sopravvivenza per vescica e mammella
L’analisi dei risultati ha condotto i ricercatori alla conclusione che l’aspirina assunta tri-settimanalmente non è associata a una riduzione del rischio di tumore alla vescica (HR 0,99; IC al 95% 0,9-1,1), alla mammella (HR 0,99; IC al 95% 0,93-1,05), al pancreas (HR 0,94; IC al 95% 0,81-1,08), all’utero (HR 0,9; IC al 95% 0,76-1,06), all’esofago (HR 0,88; IC al 95% 0,7-1,11) o gastrico (HR 0,84; IC al 95% 0,68-1,04).

Tuttavia, secondo l’ analisi multivariata, il consumo di aspirina almeno tre volte alla settimana è risultato correlato a una sopravvivenza maggiore nei pazienti con diagnosi di tumore della vescica (HR 0,67; IC al 95% 0,51-0,88) e della mammella (HR 0,75; IC al 95% 0,59-0,96), ma non nei pazienti con tumori esofagei, gastrici, pancreatici o uterini.

Inoltre, gli autori hanno osservato che l’assunzione di aspirina con qualsiasi schema posologico si associa a un beneficio di sopravvivenza nei pazienti con tumori della vescica (HR 0,75; IC al 95% 0,58-0,98) e della mammella (HR  0,79; IC al 95% 0,63-0,99).

Diverse ipotesi sull’effetto dell’aspirina
Sono state formulate diverse ipotesi sul meccanismo d’azione dell’aspirina e il suo effetto sulla sopravvivenza nei pazienti con tumori della vescica o della mammella.

Nel carcinoma uroteliale, per esempio, si osserva un incremento della cicloossigenasi-2 (COX-2) e della prostaglandina urinaria E2 rispetto alle cellule epiteliali normali, che suggerisce una sovraregolazione della via della COX-2 durante la progressione della neoplasia. Analogamente, nel tumore della mammella, un’elevata espressione di COX-2 è risultata essere un predittore degli outcome della malattia (per esempio, progressione e riduzione della sopravvivenza) e ciò potrebbe parzialmente dipendere da un meccanismo che lega l’angiogenesi, la proliferazione cellulare, l’apoptosi e i processi infiammatori.

In conclusione
Sebbene l’interpretazione dello studio sia limitata dal fatto che i risultati derivano da un’analisi secondaria del PLCO Cancer ScreeningTrial e che gli outcome di interesse non erano gli endpoint primari, i dati sembrano suggerire che l’assunzione di aspirina potrebbe svolgere un effetto protettivo nei confronti di alcuni tipi di tumore.

Tuttavia, raccomandano gli autori, non devono essere sottovalutati i potenziali danni legati a un uso prolungato del farmaco.

Inoltre, sottolineano, i risultati dello studio non possono essere utilizzati per orientare la pratica clinica o fornire raccomandazioni ai pazienti. A tale scopo, servirebbe uno studio prospettico e randomizzato nel quale si valutino gli outcome di interesse, in grado di fornire evidenze migliori in questo senso.

Fonte
H.A. Loomans-Kropp, et al. Evaluation of Aspirin Use With Cancer Incidence and Survival Among Older Adults in the Prostate, Lung, Colorectal, and Ovarian Cancer Screening Trial. JAMA Netw Open. 2021;4(1):e2032072. doi:10.1001/jamanetworkopen.2020.32072
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