Singhiozzo: tutti i rimedi per farlo passare


Per far passare il singhiozzo il metodo più efficace è trattenere il fiato e restare in apnea per 10-25 secondi ma ce ne sono anche altri. ecco quali

Singhiozzo: tutti i rimedi per farlo passare

Disturbo banale ma fastidioso, il singhiozzo prima o poi colpisce tutti. Sulle cause e su come farselo passare ecco i miti da sfatare e le regole sempre valide.

A volte passa subito, spesso si ricorre a rimedi “della nonna”, come bere piccoli sorsi d’acqua trattenendo il fiato, invitare qualcuno a farci prendere uno spavento, cercare di starnutire. Perché si scatena e come farselo passare? Lo spiega il dott. Alessandro Repici, responsabile di Endoscopia Digestiva di Humanitas.

“Il singhiozzo è un fenomeno dovuto a contrazioni ripetute e involontarie del diaframma, il muscolo che si contrae durante l’inspirazione e si distende durante l’espirazione. La causa scatenante è l’irritazione del nervo frenico, deputato proprio al controllo delle contrazioni del diaframma. Se il nervo frenico viene irritato in un punto qualsiasi, si può scatenare un episodio di singhiozzo.

Il tipico suono “hic”, che si ripete in modo ritmico e continuo per alcuni minuti, è dovuto al fatto che ogni contrazione del diaframma si conclude con una brusca chiusura della glottide, la valvola che separa l’apparato respiratorio da quello digerente.
Oltre al nervo frenico, il singhiozzo coinvolge anche alcune parti del sistema nervoso: i centri che controllano la respirazione e l’ipotalamo, una parte del cervello non controllabile dalla volontà. Questo è il motivo per cui il singhiozzo si manifesta improvvisamente”.

È più frequente in certi soggetti o in determinate situazioni?

“Spesso non si conosce il motivo scatenante il singhiozzo, non si riesce cioè a individuare la causa dell’irritazione del nervo frenico. Si è visto però che ci sono alcune situazioni tipiche della vita quotidiana che possono far insorgere il singhiozzo:

– Dilatazione dello stomaco, determinata dalla rapida o eccessiva ingestione di cibo e bevande.
– Bruschi sbalzi di temperatura, come passare dal caldo al freddo o bere una bevanda bollente o gelata.
– Eccessiva ingestione di bevande alcoliche, che può danneggiare la mucosa gastrica (il tessuto di rivestimento dello stomaco), provocandone l’infiammazione e indirettamente irritare il diaframma.
– Episodi di emotività: quando ci si trova in una condizione di forte disagio, si ingoia una quantità di aria superiore al normale. Ciò provoca come diretta conseguenza l’irritazione del diaframma e quindi la comparsa del singhiozzo”.

Può essere legato a patologie?

“Il singhiozzo occasionale e transitorio non deve destare alcuna preoccupazione. Possono verificarsi, però, situazioni in cui esso è particolarmente persistente. In questi casi il singhiozzo può essere determinato da problemi agli organi interni, come ad esempio una pericardite, ossia un’infiammazione del pericardio (la guaina che fascia il cuore); disturbi dell’apparato digerente, quali il reflusso gastro-esofageo (un problema per cui il contenuto dello stomaco tende a risalire verso l’alto) o la gastrite (cioè l’infiammazione della mucosa gastrica che riveste le pareti interne dello stomaco). Possono essere presenti anche alterazioni dei centri nervosi che controllano il singhiozzo: è sufficiente ad esempio l’occlusione di un vaso sanguigno che nutre questi centri, perché il disturbo si manifesti”.

Si può in qualche modo prevenire il singhiozzo?

“Utili accorgimenti da adottare per prevenire la comparsa del singhiozzo potrebbero essere quelli di evitare una rapida ingestione di cibo e liquidi, masticare bene il cibo prima di deglutirlo, limitare l’assunzione di bevande alcoliche ed evitare l’ingestione di alimenti troppo caldi o troppo freddi”.

Quanto può durare?

“In media un episodio di singhiozzo occasionale ha una durata che varia da pochi secondi a qualche minuto. Nei casi di singhiozzo persistente, legato a patologie, esso può durate diverse ore, mentre nei casi più gravi può avere una durata di giorni”.

Come farlo passare?

“Già più di 2000 anni fa Ippocrate consigliava un metodo che tutt’ora è quello più usato ed efficace per far passare il singhiozzo: trattenere il fiato e restare in apnea per 10-25 secondi. Questa manovra induce il diaframma a rilassarsi e deve essere preceduta da un’inspirazione profonda. Ci sono anche altri rimedi: ingerire rapidamente acqua a piccoli sorsi, favorire uno starnuto, inghiottire rapidamente un cucchiaio di zucchero, assumere un cucchiaino d’aceto o di succo di limone puro, comprimere con le unghie degli indici un punto di agopuntura situato all’interno dei padiglioni auricolari”.

Ci sono casi seri che possono richiedere una terapia?

“Possono verificarsi dei casi in cui il singhiozzo è particolarmente persistente e non tende a passare con gli accorgimenti di cui abbiamo parlato. In queste situazioni è opportuno consultare il proprio medico curante e recarsi al pronto soccorso per sottoporsi a esami di accertamento (radiografia del torace, ecografia, ecocardiografia, risonanza magnetica).
Da un punto di vista terapeutico, negli attacchi gravi possono essere somministrati dei farmaci potenti come antispasmodici, rilassanti e sedativi. In alcuni casi è necessario ricorrere a un intervento chirurgico per devitalizzare i nervi frenici”.