Tumore al seno: approvazione europea per tucatinib


Tumore al seno: la Commissione europea approva tucatinib nel trattamento di pazienti con cancro localmente avanzato o metastatico HER2 positivo

Tumore al seno: la Commissione europea approva tucatinib nel trattamento di pazienti con cancro localmente avanzato o metastatico HER2 positivo

La Commissione europea (CE) ha rilasciato l’autorizzazione all’immissione in commercio per tucatinib in combinazione con trastuzumab e capecitabina per il trattamento di pazienti adulte con carcinoma mammario HER2-positivo metastatico o localmente avanzato che hanno ricevuto almeno due precedenti regimi di trattamento anti-HER2 (Human Epidermal growth factor Receptor 2).

Sarà messo in commercio dalla biotech da Seagen, da poco anche presente in Italia, con il marchio Tukysa.

Tucatinib è una piccola molecola da assumere per via orale, che agisce come inibitore tirosin-chinasico (Tyrosine Kinase Inhibitor, TKI) di HER2, una proteina che contribuisce alla crescita delle cellule tumorali.

“Ritengo che l’approvazione di tucatinib nel setting del tumore metastatico HER2-positivo fornisca un’importante risorsa terapeutica per le pazienti nel nostro Paese”, commenta il Prof. Giuseppe Curigliano, Investigator dello studio registrativo HER2CLIMB e Direttore della Divisione Sviluppo Nuovi Farmaci per Terapie Innovative dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. “I risultati dello studio registrativo HER2CLIMB hanno dimostrato che tucatinib in aggiunta a trastuzumab e capecitabina ha ridotto il rischio di progressione e aumentato la sopravvivenza globale in tutte le pazienti con carcinoma mammario HER2-positivo metastatico, incluse quelle con metastasi cerebrali. Lo studio randomizzato HER2CLIMB è il primo a dimostrare un beneficio di sopravvivenza in pazienti pretrattate con trastuzumab/pertuzumab e trastuzumab emtansina”.

“Circa 37.000 donne in Italia attualmente convivono con un carcinoma mammario metastatico, incluse le pazienti con tumore HER2-positivo, per le quali la malattia ha un peso significativo, che incide anche sulle famiglie e sulla comunità”, commenta il Prof. Sabino De Placido, Direttore Oncologia Medica Università degli Studi di Napoli Federico II e Presidente del Consorzio Oncotech. “L’approvazione di tucatinib fornisce un’importante opzione di trattamento che mi auguro sia presto disponibile in Italia. L’oncologia italiana è da sempre all’avanguardia nella lotta contro il tumore al seno e poter inserire tucatinib nei protocolli di cura rafforzerà ulteriormente la sua capacità di affrontare e rispondere alle necessità di queste pazienti”.

Efficacia e sicurezza di HER2CLIMB
Le pazienti che hanno ricevuto tucatinib in combinazione con trastuzumab e capecitabina nella sperimentazione centrale presentavano una riduzione del 46% del rischio di progressione tumorale o decesso (sopravvivenza libera da progressione [Progression-Free Survival, PFS]), l’endpoint primario, rispetto alle pazienti che hanno ricevuto trastuzumab e capecitabina in monoterapia (rapporto di rischio [Hazard Ratio, HR] =0,54 [ Intervallo di confidenza (IC) al 95%: 0,42-0,71]; p <0,00001) e un miglioramento della sopravvivenza globale con una riduzione del rischio di decesso del 34% (HR = 0,66 [IC al 95%: 0,50-0,87]; p = 0,0048).

Le reazioni avverse più comuni verificatesi nel 20% o più delle pazienti che hanno ricevuto tucatinib sono state diarrea, nausea, vomito, stomatite, aumento dei livelli di aspartato aminotransferasi (AST), aumento dei livelli di alanina aminotransferasi (ALT) ed eruzione cutanea.

La sperimentazione centrale, HER2CLIMB, è una sperimentazione globale randomizzata (2:1), in doppio cieco, controllata con placebo, con comparatore attivo, che ha arruolato 612 pazienti con carcinoma mammario localmente avanzato o metastatico non resecabile HER2-positivo che avevano ricevuto in precedenza, separatamente o in combinazione, trastuzumab, pertuzumab e trastuzumab emtansine (Riassunto delle caratteristiche del prodotto [RCP] di T-DM1).

Informazioni su tucatinib
Tucatinib è un farmaco orale che agisce come inibitore tirosin-chinasico della proteina HER2. In vitro (in studi di laboratorio), tucatinib ha inibito la fosforilazione di HER2 e HER3, con conseguente inibizione della segnalazione a valle di MAPK e AKT e della crescita (proliferazione) cellulare e ha dimostrato attività antitumorale nelle cellule tumorali che esprimono HER2. In vivo (in organismi viventi), tucatinib ha inibito la crescita di tumori che esprimono HER2. La combinazione di tucatinib e dell’anticorpo anti-HER2 trastuzumab ha dimostrato un aumento dell’attività antitumorale in vitro e in vivo, rispetto ai due farmaci in monoterapia.