Con la pandemia i giovani rivalutano scuola e docenti


Indagine AlmaDiploma: con la pandemia di Covid-19 i giovani rivalutano il ruolo dei docenti e l’importanza della scuola in presenza

Indagine AlmaDiploma: con la pandemia di Covid-19 i giovani rivalutano il ruolo dei docenti e l'importanza della scuola in presenza

Un maggiore gradimento complessivo nella valutazione della scuola. Più fiducia nei docenti, poche luci e molte ombre della Didattica a distanza. I diplomati nell’anno della pandemia (2020) si guardano allo specchio in un’indagine presentata nel corso del XVIII Convegno di AlmaDiploma che si è svolto in modalità webinar. I lavori, che hanno registrato quasi 200 partecipanti, sono stati introdotti da Silvia Ghiselli, Ufficio Indagini e Statistiche AlmaLaurea, e coordinati dal Direttore di AlmaDiploma, Renato Salsone. In rappresentanza delle Istituzioni era collegata da remoto Francesca Puglisi.

Tra il 2018 e il 2020 è aumentato il gradimento nei confronti della scuola

L’aumento è particolarmente evidente proprio nell’ultimo anno, quando i ragazzi si ritrovano a valutare l’intera esperienza scolastica in pieno lockdown e didattica a distanza. Cresce in modo consistente il gradimento per i docenti (+4,1 punti percentuali soddisfatti per disponibilità al dialogo; +3,3 soddisfatti per chiarezza nell’esposizione), la quota di chi rifarebbe lo stesso percorso nella stessa scuola (+6,6), ma anche il gradimento per alcuni aspetti organizzativi messi in campo dalla scuola quali la comunicazione (+11,5) e le attività di recupero (+7,9). La sensazione è che i ragazzi esprimano le loro opinioni sulla scuola con nuovi occhi, rivalutandola su diversi aspetti. Tutto questo, in un contesto in cui aumenta il tempo dedicato allo studio individuale (+4,1 punti tra chi dedica allo studio almeno 15 ore alla settimana).

Aumenta anche la quota di chi ha svolto attività di orientamento post-diploma organizzate dalla scuola (+3,6 punti) e nell’ultimo anno aumenta anche il livello di adeguatezza delle informazioni ricevute sia sul mondo del lavoro (+3,6 soddisfatti) sia sui percorsi formativi successivi (+4,3). Contemporaneamente, cala la rilevanza attribuita dagli studenti ai consigli dei genitori (-8,8) nella scelta post-diploma mentre cresce quella relativa ai consigli dei docenti (+4,4), come se in questo momento storico i ragazzi si affidino di più ai loro docenti rispetto a prima.

L’opinione degli studenti sulla didattica a distanza presenta alcune luci e molte ombre: se è vero che la grande maggioranza ha apprezzato l’efficienza organizzativa (il 77,9% degli studenti) e la continuità delle lezioni garantita dagli insegnanti (il 90,3% degli intervistati), il 74,3% pensa che la preparazione raggiunta con la didattica a distanza sia inferiore a quella che si sarebbe ottenuta andando a scuola. Da non sottovalutare il fatto che l’adozione della didattica a distanza ha accentuato le difficoltà di alcune fasce di studenti più fragili: quelli che non hanno avuto l’accesso esclusivo ai dispositivi, chi ha dovuto chiedere il supporto alla scuola, generalmente più presenti tra i professionali e tra chi ha un background familiare meno favorito. I diplomati hanno vissuto questo momento di didattica a distanza con emozioni contrastanti, ma lo stato d’animo prevalente è la preoccupazione. Si sentono più preoccupati i diplomati dei percorsi professionali (il 40,9%), quelli che temono maggiormente la ripercussione della crisi sulle opportunità occupazionali e le ragazze (il 41,3%) rispetto ai compagni.

“È interessante rilevare come il generale e complessivo apprezzamento da parte dei nostri ragazzi, per gli sforzi profusi dalle istituzioni scolastiche nel reinventarsi con la Didattica Digitale, si scontri con la preoccupazione che hanno gli stessi studenti di perdere un’occasione per prepararsi al futuro – ha commentato Mauro Borsarini, presidente di AlmaDiploma come riferisce la Dire (www.dire.it) –. In modo semplice e diretto, dunque, ci confermano che la scuola è per loro un importante riferimento di formazione e di crescita. Lo è anche e soprattutto se diventa un’opportunità significativa e concreta; se rende possibile una esperienza di relazione diretta e non mediata dalla tecnologia, o perlomeno non in modo esclusivo”.