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Governativi a Macallè: l’Etiopia riprende il Tigray

Gli Usa impongono sanzioni per la crisi nel Tigray: colpita anche l’Eritrea. I provvedimenti sono stati annunciati dal segretario di Stato americano Anthony Blinken

Macallè, il capoluogo del Tigray, è sotto il completo controllo del governo dell’Etiopia: lo ha annunciato oggi il primo ministro Abiy Ahmed

Macallè, il capoluogo del Tigray, è sotto il completo controllo del governo dell’Etiopia: lo ha annunciato oggi il primo ministro Abiy Ahmed, in contemporanea con un’analoga comunicazione da parte dell’esercito federale. “Sono lieto di far sapere che abbiamo completato e terminato le operazioni militari nella regione” ha aggiunto il capo dell’esecutivo. La dichiarazione è stata rilasciata da Abiy con un messaggio su Twitter.

Pubblicato più o meno in contemporanea un comunicato dell’esercito, firmato dal generale Berhanu Jula. Nel testo si sostiene che le operazioni militari si sono concluse ma che continuano “interventi di polizia” per “catturare i criminali” del Tplf. Un acronimo, questo, del Fronte di liberazione del popolo tigrino: il partito al potere nella regione, entrato in rotta di collisione con Addis Abeba tra il 2018 e il 2019, dopo l’elezione di Abiy alla guida dell’esecutivo federale.

Nella nota, spiega la Dire (www.dire.it), si riferisce che l’esercito è “riuscito a liberare migliaia di ufficiali del Comando settentrionale che erano stati tenuti in ostaggio dal Tplf”. Stando a questa ricostruzione, i centri nevralgici della città, compresi l’aeroporto e il palazzo che ospita il governo del Tigray, sono sotto il controllo delle truppe federali. L’esercito ha infine sostenuto che le operazioni si sono svolte “con precisione e cura, facendo in modo che i civili non fossero colpiti“.

Secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), dal Tigray in poco più di tre settimane di combattimenti sono fuggite oltre il confine con il Sudan circa 43.000 persone.

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