Nasce l’Istituto di Storia della Reumatologia


Grazie alla SIR nasce l’Istituto di Storia della Reumatologia: avrà sede presso la Biblioteca Storica di Medicina, alla Scuola Grande di San Marco a Venezia

Nasce l'Istituto di Storia della Reumatologia

Da un’idea della Società Italiana di Reumatologia (SIR) nasce l’Istituto di Storia della Reumatologia. La nuova struttura accademica avrà sede presso la Biblioteca Storica di Medicina, situata nel complesso monumentale della Scuola Grande di San Marco, presso l’Ospedale Civile SS Giovanni e Paolo di Venezia. Si pone l’obiettivo di coniugare la ricerca storiografica con quella clinica e scientifica.
L’Istituto di Storia della Reumatologia, il primo al mondo interamente dedicato alla reumatologia, è stato presentato nei giorni scorsi attraverso una conferenza stampa virtuale. “Nel passato si possono trovare informazioni utili per il presente e anche per il futuro – afferma il prof. Leonardo Punzi, Direttore dell’Istituto -. Per questo la SIR ha deciso di dare il via alle attività di questo nuovo Istituto che vuole inoltre ribadire come la reumatologia italiana sia davvero un’eccellenza del nostro sistema sanitario nazionale. Le nostre attività di ricerca si articoleranno in tre diverse direzioni: la storia di alcuni illustri pazienti reumatici, la storia e l’evoluzione delle malattie reumatologiche e infine la storia della reumatologia italiana e in particolare quella della SIR, la nostra Società Scientifica”.
Fin dall’antichità l’uomo ha sempre dovuto fare i conti con queste patologie che hanno colpito anche personaggi storici famosi come i Re Borboni di Francia, Carlo V, Enrico VIII, Michelangelo, Galileo, Casanova (affetti da gotta); Ramsete II e Sant’Ambrogio (colpiti da spondilite anchilosante); Cristoforo Colombo (affetto da artrite reattiva); la famiglia dei Medici (alcuni con la gotta ed altri con artrite psoriasica), Pierre-Auguste Renoir (affetto da artrite reumatoide) e Giuseppe Garibaldi (colpito da artrite psoriasica).
“Attraverso l’Istituto di Storia della Reumatologia cercheremo di spiegare come la malattia ha causato condizionamenti nella loro vita, sia privata che pubblica, di questi personaggi storici – prosegue il dott. Luigi Sinigaglia, Presidente Nazionale della SIR -. Come clinici vogliamo poi scoprire se alcune patologie esistevano già nei secoli scorsi o invece sono “nate” solo negli ultimi anni. Per farlo bisogna analizzare le fonti storiche per vedere se ci sono tracce nel passato remoto o più recente. Per esempio sappiamo che la gotta o l’artrite psoriasica esistono da secoli e ne soffrivano re, imperatori o nobili già nell’antichità. Esistono, infatti, testimonianze non solo nei documenti dell’epoca ma anche nella pittura, nelle arti figurative o nella letteratura. Dell’artrite reumatoide invece non abbiamo notizie fino al secolo scorso”.
“Paleopatologi di tutto il mondo hanno analizzato scheletri di uomini e donne deceduti da secoli e non hanno ancora trovato la presenza di alcune forme gravi d’artriti – prosegue il prof. Roberto Gerli, Presidente Eletto SIR –. Bisogna perciò capire se le patologie sono sopravvenute in tempi recenti a causa dell’evoluzione ambientale o dell’organismo umano. Oppure, più semplicemente, sono state silenti o sconosciute per millenni. E’ questo uno degli obiettivi che ci ha spinto a fondare il nostro Istituto”.
“Le malattie reumatologiche esistono fin dalla notte dei tempi eppure la nostra specializzazione medica è relativamente recente – sostiene Sinigaglia -. La reumatologia come disciplina autonoma si è sviluppata solo a metà del Novecento e l’Italia è stata uno dei primi Paesi dove è avvenuto questo processo storico. I primi due corsi di specializzazione in reumatologia sono stati avviati a Torino e Milano nel secondo dopoguerra. “Reumatismo” è il giornale ufficiale della Giornale ufficiale della SIR ed è stato fondato nel 1949 prima addirittura della creazione della nostra Società Scientifica che risale al 1950.
“L’Istituto di Storia della Reumatologia – sottolinea Punzi – vuole raccogliere, catalogare e digitalizzare tutto ciò che può essere utile per la ricerca storiografica: libri, manoscritti, riviste d’epoca, materiale scientifico e informativo prodotto dalla SIR nella sua lunga storia, ritagli di giornale, file audio e video. Finora tutto questo materiale è stato sparpagliato sull’intero territorio nazionale in decine di diversi archivi, biblioteche o Università. Corriamo il rischio concreto di perdere per strada documenti importantissimi e quindi anche parti rilevanti della nostra memoria storica. L’Istituto sarà aperto agli studiosi, sia italiani che stranieri, e avvieremo collaborazioni con accademie e Università per progetti di ricerca specifici dedicati alla reumatologia
“Per noi è un grande onore ospitare nel nostro complesso monumentale il nuovo Istituto della SIR – commenta il dott. Mario Pò, Direttore della Biblioteca Storica di Medicina – tenuto conto peraltro che qui sono già presenti opere, quali ad esempio quelle di Ippocrate, Galeno, Celso, Paracelso, Vesalio, Fabrizio d’Acquapendente, che sono di grande rilevanza per la storia della reumatologia. Si tratta infatti di un’iniziativa unica e di grande interesse e prestigio accademico e scientifico. Vi sono tutte le premesse perché rappresenti un’ulteriore tappa miliare per la reumatologia italiana ed anche internazionale”.
“La città di Venezia, con il suo illustre passato, è la sede ideale per accogliere un Istituto di storia unico al mondo in un Ospedale storico, ma che non ha perso il suo ruolo di riferimento assistenziale importante per i pazienti- conclude dott. Giuseppe Dal Ben, Direttore Generale della ULSS3 Serenissima -. La nostra disponibilità a sostenere quest’iniziativa è la dimostrazione del nostro interesse per la reumatologia, in linea con la tradizione veneziana, visto che  all’Ospedale al Mare del Lido di Venezia era nato uno dei primi reparti di reumatologia d’Italia. Per cui, accogliamo volentieri le  iniziative della Società Scientifica volte a valorizzare il passato di una disciplina medica nella quale il nostro Paese eccelle da molti anni”.