Oftalmoplastica: oculisti a confronto sulle novità


Oftalmoplastica: al Congresso nazionale dell’Associazione italiana dei Medici Oculisti gli esperti si sono confrontati sulle ultime novità chirurgiche

Oftalmoplastica: al Congresso nazionale dell’Associazione italiana dei Medici Oculisti gli esperti si sono confrontati sulle ultime novità chirurgiche

Anche quest’anno al Congresso nazionale dell’Associazione italiana dei Medici Oculisti gli esperti si sono confrontati sulle ultime novità chirurgiche e sui casi clinici riguardanti la chirurgia Oftalmoplastica, una branca dell’Oftalmologia che si occupa della chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica delle palpebre, delle vie lacrimali e dell’orbita. “Questa sottospecialità oculistica è detta anche ‘chirurgia degli annessi’ perché riguarda tutte le strutture che accolgono e proteggono il bulbo oculare- ha spiegato il dottor Carlo Orione, referente AIMO per la Regione Liguria- Il trattamento più conosciuto è la blefaroplastica, un intervento estetico che ringiovanisce lo sguardo rimuovendo la cute palpebrale e il grasso in eccesso intorno agli occhi, ma la maggior parte dei trattamenti sono funzionali”.

I più frequenti sono quelli che correggono le malposizioni palpebrali, tra queste “la Ptosi della palpebra superiore, condizione in cui l’occhio appare più chiuso perché il bordo palpebrale si abbassa, l’Ectropion o l’Entropion della palpebra inferiore- ha spiegato l’esperto- quando il bordo palpebrale ruota rispettivamente verso l’esterno o l’interno, con conseguente infiammazione e danneggiamento del bulbo oculare”. Un’altra patologia frequente é quella dei tumori palpebrali tra cui i basaliomi, che “vanno riconosciuti e rimossi completamente il prima possibile per evitare che intacchino la struttura ossea o, in certi casi, che metastatizzino. Per fare questo è indispensabile collaborare con i colleghi di anatomia patologica- ha sottolineato ancora il dottor Orione- che, con l’analisi dei bordi del tessuto rimosso in tempo reale, ci comunicano se il tumore è stato estirpato completamente o se dobbiamo rimuoverne ancora una parte. Solo quando tutti i margini del tessuto rimosso sono liberi, iniziamo a ricostruire le palpebre aiutandoci con la cute della fronte, della guancia o del padiglione auricolare”, ha concluso.