Burioni a “Che tempo che fa”: Codacons diffida Fazio


Il virologo Roberto Burioni torna a “Che tempo che fa”: il Codacons attacca Fabio Fazio e chiede di dare spazio anche ad altri scienziati

Covid-19, il virologo Roberto Burioni: “Non si dovrebbe votare nelle scuole, è imbarazzante. Individuare luoghi alternativi”

Il Codacons attacca il ritorno in TV di Roberto Burioni dopo che il virologo, con un tweet, ha annunciato la sua presenza nella prima puntata della nuova stagione di “Che tempo che fa”: l’associazione diffida Fabio Fazio a non dare spazio a un solo virologo, per di più già da tempo sotto accusa per alcuni presunti conflitti d’interesse. Il Codacons, inoltre, presenterà un esposto se il presentatore Fazio continuerà a violare i principi di pluralismo, correttezza e completezza dell’informazione assicurando una sorta di monopolio televisivo proprio a Burioni. LA RAI, giova ricordarlo, è finanziata dai cittadini: e gli stessi cittadini hanno diritto ad una informazione pluralista, corretta e trasparente – ma soprattutto scevra da conflitti e condizionamenti.

L’Associazione, che proprio sull’onnipresenza del virologo in TV aveva presentato un esposto alla Corte dei Conti per verificare i compensi elargiti in suo favore dalla Rai e che aveva polemizzato con tali “ospitate” proprio in concomitanza con il lancio del libro scritto dal virologo, chiama in causa anche le vere e proprie cantonate espresse in diretta nazionale proprio dal palco offertogli da Fazio: come quando, lo scorso 2 febbraio, Burioni dichiarò che “in Italia il rischio è 0. Il virus non circola. Questo non avviene per caso: avviene perché si stanno prendendo delle precauzioni”. Affermazione del tutto infondata, come i fatti – purtroppo – non hanno tardato a confermare.

Il Codacons, infine, ricorda di aver presentato sul tema una serie di esposti all’Autorità Nazionale Anticorruzione, in cui si chiedeva di fare luce su presunti conflitti di interesse che vedrebbero coinvolto il virologo, onnipresente in TV, sul web, e negli spazi del servizio pubblico.

Attraverso ben 9 esposti inoltrati all’ANAC, infatti, l’Associazione ha segnalato alcune situazioni che richiedono chiarimenti, evidenziate anche da recenti inchieste giornalistiche come quella della trasmissione “Le Iene”. Il Codacons chiedeva all’ANAC “di verificare se possa sussistere, dietro agli interventi pubblici del dott. Roberto Burioni, un eventuale interesse quale quello di ampliare il mercato di preparati sierologici in modo da attirare il consumatore al consumo dei suoi anticorpi monoclonali, brevettati, il cui sfruttamento commerciale sarebbe affidato alla società Pomona Ricerca Srl a lui legata ma nella quale lui non risulterebbe figurare, verifiche essenziali che potrebbero far emergere un conflitto di interessi, con richiesta di adottare eventualmente gli opportuni provvedimenti, comprese le dimissioni dagli Enti pubblici e Università ove ricopre incarichi”. L’Associazione aveva quindi chiesto all’ANAC di trasmettere gli atti del procedimento alla Procura della Repubblica per le valutazioni del caso.