Aborto farmacologico: nuove regole in Italia


Nuove regole sull’aborto farmacologico: la Società Europea sulla Salute Riproduttiva plaude al lavoro delle istituzioni e dei ginecologi italiani

Aborto farmacologico, i numeri in Italia: 80mila interruzioni volontarie di gravidanza all'anno, sette medici su dieci sono obiettori di coscienza

Apprezzamenti per le nuove norme in materia di aborto farmacologico arrivano anche dalla Società Europea sulla Contraccezione e la Salute Riproduttiva (ESC-RH) che, in una lettera inviata alla Federazione SIGO (SIGO-AOGOI-AGUI-AGITE), esprime piena soddisfazione per la decisione del Ministro della Salute Roberto Speranza di aggiornare le modalità di applicazione dell’interruzione volontaria di gravidanza con metodo farmacologico fino alla nona settimana di gravidanza e anche presso i consultori in regime di day hospital. L’Associazione plaude al lavoro di tutti coloro che hanno contribuito a raggiungere questo importante risultato.

“In piena emergenza sanitaria – ha commentato Mary Short, Presidente ESC-RH – i diritti delle donne sono stati indeboliti per via della difficoltà ad accedere ai servizi sanitari e assistenziali. Ma il disagio che le donne, in particolar modo coloro che vivono in condizioni di marginalità e vulnerabilità, hanno vissuto durante la pandemia è ancor più grave se si considerano i numerosi episodi di violenza domestica e di stupro, cui hanno fatto seguito altrettante numerose gravidanze indesiderate”.

La Presidente Short ha aggiunto: “L’accesso ai servizi per la salute sessuale e riproduttiva è un diritto fondamentale dell’individuo, ma per essere davvero tale occorre sia garantito in maniera equa e realmente accessibile. Con le nuove linee guida, l’Italia, così come molti altri Paesi, inclusa l’Irlanda, ha dato piena applicazione al diritto delle donne di accedere ai servizi di interruzione volontaria di gravidanza”.