Esame del sangue vede segni di demenza fino a 20 anni prima


Un nuovo esame del sangue per la diagnosi precoce di Alzheimer: può rilevare la malattia già 20 anni prima dell’inizio del danno conoscitivo

Esame del sangue vede segni di demenza fino a 20 anni prima

Un nuovo esame del sangue si è dimostrato molto promettente nel discriminare tra persone con e senza malattia di Alzheimer (AD). Inoltre, in persone a rischio genetico noto, può essere in grado di rilevare la malattia già 20 anni prima dell’inizio del danno conoscitivo. È quanto rivela un grande studio internazionale presentato all’Alzheimer’s Association International Conference e pubblicato contemporaneamente su “JAMA”.

Metodo basato sulla misurazione del fosforo-tau217

Per molti anni, la diagnosi di certezza di AD si è basata sulla caratterizzazione di placche amiloidi e grovigli tau nel cervello, in genere all’esame autoptico. Un esame del sangue economico e ampiamente disponibile per la presenza di placche e grovigli avrebbe un profondo impatto sulla ricerca e la cura dell’AD.

Secondo il nuovo studio, le misurazioni del fosforo-tau217 (p-tau217), una delle proteine tau presenti nei grovigli, potrebbe fornire un indicatore relativamente sensibile e preciso di placche e grovigli – corrispondente alla diagnosi di AD – nelle persone viventi.

«L’esame del sangue p-tau217 apre grandi promesse nella diagnosi, nella diagnosi precoce e nello studio dell’AD» ha dichiarato Oskar Hansson, professore di ricerca clinica sulla memoria presso l’Università di Lund (Svezia), che dirige lo studio svedese BioFINDER  e autore senior dello studio che ha guidato lo sforzo collaborativo internazionale.

«Anche se è necessario ancora lavoro per ottimizzare il saggio e testarlo in altre persone prima che diventi disponibile in clinica, questo test sul sangue potrebbe diventare particolarmente utile per migliorare il riconoscimento, la diagnosi e la cura delle persone nell’ambito delle cure primarie».

Primi dati: capacità di discriminazione tra sano e patologico molto elevata
I ricercatori hanno valutato il nuovo esame del sangue p-tau217 in 1.402 partecipanti alla ricerca sia cognitivamente alterati sia non alterati da studi ben noti condotti in Arizona, Svezia e Colombia.

Lo studio, coordinato dall’Università di Lund, ha incluso 81 partecipanti dell’Arizona al programma di donazione di cervello del Banner Sun Health Research Institute che avevano valutazioni cliniche dei pazienti, fornito campioni di sangue nei loro ultimi anni di vita e poi avevano valutazioni neuropatologiche dopo il loro decesso; 699 partecipanti allo studio svedese BioFINDER  che disponeva di valutazioni cliniche, imaging cerebrale, campioni del liquido cerebrospinale (CSF) e biomarcatori ematici; e 522 soggetti colombiani sia portatori autosomici dominanti di mutazioni PSEN1 E280A causa di Alzheimer (ADAD) sia non portatori di tali mutazioni tratti della più grande coorte di ADAD del mondo.

  • Nell’Arizona (Banner Sun Health Research Institute) Brain Donation Cohort, il saggio sul plasma p-tau217 ha discriminato i donatori del cervello dell’Arizona con e senza la successiva diagnosi neuropatologica di “AD intermedio o ad alta probabilità” (cioè, caratterizzato da placche, così come grovigli che si sono almeno diffusi in aree della memoria del lobo temporale o oltre) con una precisione dell’89%; ha distinto tra pazienti con e senza diagnosi di “AD ad alta probabilità” con una precisione del 98% di precisione; inoltre, le misurazioni ptau217 più elevate sono risultate correlate con più alti conteggi di grovigli cerebrale solo in quelle persone che avevano anche placche amiloidi.
  • Nello studio svedese  BioFINDER, il test ha discriminato tra persone con diagnosi clinica di AD e altre malattie neurodegenerative con una precisione del 96%, simile alle scansioni PET tau e ai biomarcatori CSF e in modo migliore di molti altri esami del sangue e misurazioni di risonanza magnetica; inoltre, ha distinto coloro con e senza una scansione PET tau anomala con una precisione del 93%.
  • Nel Gruppo colombiano autosomico dominante, la p-tau217 plasmatica era significativamente maggiore nei portatori della mutazione PSEN1 circa 20 anni prima dell’inizio stimato del lieve deficit cognitivo. I livelli plasmatici di p-tau217 sono aumentati con l’età nei portatori della mutazione PSEN1 E280A, con differenze significative rispetto ai non portatori a partire dall’età di 25 anni.

Da un altro studio la conferma della superiorità di p-tau217 rispetto a p-tau181
In ognuna di queste analisi, p-tau217 (una componente importante dei grovigli tau correlati all’AD) ha ottenuto risultati migliori rispetto al p-tau181 (un altro componente di tau dei grovigli tau e un esame del sangue recentemente ritenuto promettente nella diagnosi di AD) e molti altri esami del sangue studiati.

In particolare, in dati pubblicati sul “Journal of Experimental Medicine”, Nicolas Barthélemy e Randall Bateman, della Washington University School of Medicine di St.Louis, e colleghi, hanno mostrato che mentre sia p-tau217 che p-tau181 potevano prevedere la presenza di placche di amiloide nelle scansioni PET, le misure di amiloide p-tau217 erano superiori.

Più in dettaglio, Barthélemy, Bateman e colleghi hanno esteso il precedente lavoro con p-tau217, usando la spettrometria di massa per identificare se le isoforme plasmatiche di p-tau potevano rilevare la patologia dell’AD.

In una coorte di 36 persone, p-tau217 e p-tau181 erano altamente specifici per la patologia della placca amiloide (AUC 0,99 e 0,98, rispettivamente). In una coorte di convalida di 92 persone, la p-tau217 era ancora specifica per lo stato di amiloide (AUC 0,92), ma le misure di p-tau181 erano meno specifiche (AUC 0,75).

Previsto un forte impatto nella pratica clinica a breve termine
«Gli esami del sangue come il p-tau217 hanno il potenziale per rivoluzionare la ricerca sull’Alzheimer, il trattamento e gli studi di prevenzione e la cura clinica» ha dichiarato Eric Reiman, direttore esecutivo del Banner Alzheimer’s Institute di Phoenix  e autore senior dello studio.

«Occorrono ulteriori studi, ma prevedo che l’impatto di questo test sia nella ricerca che nell’ambiente clinico diventerà immediatamente evidente entro i prossimi due anni» ha concluso.

Riferimenti:

Palmqvist S, Janelidze S, Quiroz YT, et al. Discriminative Accuracy of Plasma Phospho-tau217 for Alzheimer Disease vs Other Neurodegenerative Disorders [published online ahead of print, 2020 Jul 28]. JAMA. 2020;10.1001/jama.2020.12134. doi:10.1001/jama.2020.12134. leggi

Barthélemy NR, Horie K, Sato C, Bateman RJ. Blood plasma phosphorylated-tau isoforms track CNS change in Alzheimer’s disease. J Exp Med. 2020;217(11):e20200861. doi:10.1084/jem.20200861. leggi