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Regionali, Conte a Pd e M5s: “Unitevi in Marche e Puglia”

Governo in bilico, il premier Conte propone il patto di legislatura: "Definiamo insieme agli alleati le priorità fino al 2023"

Regionali, l’appello di Conte: “Pd e M5s insieme in Puglia e nelle Marche”. Intanto le sardine si smarcano: “Smettetela di tirarci in ballo”

“Trovo ragionevole che le forze politiche che sostengono il governo provino a dialogare anche a livello regionale. In Puglia e nelle Marche presentarsi divisi espone al rischio di sprecare una grande occasione“. Lo afferma il premier Giuseppe Conte in un’intervista al Fatto Quotidiano parlando dell’alleanza Pd-M5S alle prossime elezioni regionali.

“Una sinergia anche a livello territoriale (come votato dai grillini su Rousseau, ndr) puo’ imprimere una forte spinta per realizzare le strategie del Green deal, dell’innovazione digitale, degli investimenti nelle infrastrutture, negli asili nido e nelle scuole. E poi queste elezioni regionali coincidono con un appuntamento storico per l’Italia. Stiamo elaborando un Recovery Plan, finanziato con ingenti fondi europei, che costituisce la piu’ grande opportunita’ per le nuove generazioni dal secondo dopoguerra a oggi. Le Regioni saranno coinvolte in questi progetti e diventeranno anche dei centri di spesa“.

“Ovviamente – continua Conte come riferisce la Dire (www.dire.it) – il governo non fara’ distinzioni di colore politico nei confronti dei governi regionali. Ma le forze di maggioranza dovrebbero avere tutto l’interesse a competere al meglio per essere protagoniste in questa partita anche a livello regionale”, conclude.

Laricchia (Puglia) dice no a Conte

“Amo i pugliesi e le loro scelte vanno rispettate, non temute, ne’ manipolate”. Lo scrive su facebook Antonella Laricchia, candidata del M5S alla presidenza della Regione Puglia, dopo l’intervista del premier Conte che auspica un accordo M5s-Pd nelle Marche e in Puglia.

“In questi giorni, questa mattina in particolare- aggiunge-, sto ricevendo tanto amore da loro e messaggi con cui mi incoraggiano ad andare avanti, senza fare alleanze di alcun tipo con chi sta ammazzando il futuro della Puglia. Sono sorpresa dai titoli di oggi, che a una prima lettura contraddicono i contenuti di un dialogo cordiale, intelligente, profondo, che ho avuto pochi giorni fa con Giuseppe Conte. Immagino che l’intervista sia stata enfatizzata e/o distorta. Piu’ importanti dei miei vantaggi personali (mi hanno promesso poltrone certe, prestigio assicurato) o di Giuseppe Conte (una maggioranza parlamentare teoricamente piu’ rinsaldata), ci sono gli interessi dei pugliesi”.

Per questo, dice ancora, “io ritengo doveroso garantire una valida opportunita’ di vero cambiamento. Sono stata scelta alla guida di una coalizione formata dal M5S e di una lista della societa’ civile, #PugliaFutura. Tutta la squadra si e’ unita sulle cose da fare e da non fare. La mia presenza non e’ scontata, chiaramente sono sacrificabile in ogni momento, se qualcuno lo decide dall’alto. Ma non chiedetemi di piegare la testa, piuttosto trovate il coraggio di tagliarla, se volete salvare la mala politica di Emiliano e Fitto, perche’ finche’ non saro’ rimossa da questo ruolo che mi e’ stato attribuito, andro’ avanti a guidare questa opportunita’ di cambiamento”.

Ricci (Marche): Conte ha ragione

Il presidente Giuseppe Conte ha ragione da vendere, le forze di governo si presentino insieme soprattutto in regioni come le Marche che saranno determinanti per il risultato nazionale. L’obiettivo delle regionali di Salvini e della Meloni e’ solo quello di dare una botta al Governo Conte, altroche’ prima i marchigiani. Chi vuole sostenere il governo Conte ha solo la strada dell’unita’. Per questo faccio l’ennesimo appello ai 5 stelle: nelle Marche ci sono tutte le condizioni per chiudere un accordo con Maurizio Mangialardi presidente e Mercorelli vice (oppure per riconoscere ai 5 stelle il ruolo specifico che richiedono)”. Lo dichiara Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e presidente nazionale Ali- Autonomie Locali Italiane.

“Dopo l’emergenza Covid19 abbiamo un progetto di rinascita delle Marche da scrivere insieme grazie alle risorse del Recovery fund; e siamo anche in grado di garantire le richieste di discontinuita’ e cambiamento che i 5 stelle richiedono– prosegue ricci- Facciamo delle Marche il vero laboratorio nazionale e non avvantaggiamo con le nostre divisioni la destra estrema della marcia su Roma. Oggi sara’ una giornata decisiva, proviamoci fino alla fine”.

Le sardine non vogliono essere tirate in ballo per le regionali

Dove c’e’ una politica in grado di coinvolgere le persone ci saranno anche le Sardine. Sara’ talmente naturale che non ci sara’ neanche bisogno di un’adesione formale. In tutti gli altri casi, smettetela di tirarci in ballo”. E’ di fatto uno sfogo quello che arriva dal Movimento delle Sardine, affidato ai social network.

Se nel novembre scorso in piazza Maggiore a Bologna “puntavamo il dito contro noi stessi- ricordano le Sardine- contro la pigrizia dell’elettore di sinistra che rimane defilato, contro chi non prende parte, ora dopo 10 mesi di navigazione in queste acque ci tocca ammettere che gli inviti che arrivano dalla politica sono fatti male, pretestuosi, studiati a tavolino, quando non del tutto assenti”.

Anche per questo, il movimento vuole tenersi “alla larga dai Totonomi, dagli accordi di palazzo, dai botta e risposta sui giornali. Preferiamo rischiare di essere etichettati come ingenui che come stampelle di questo o quel candidato. Preferiamo investire sui giovani che regalare nuova verginita’ politica a loschi soggetti. Preferiamo continuare a non avere un soldo che dover rendere conto a qualcuno. Preferiamo scomparire piuttosto che finire per assimilarci alla vecchia politica”.

Lo sfogo delle Sardine e’ riferito alle elezioni amministrative e regionali di questo autunno e della prossima primavera. Con un accenno anche alla leadership del Pd. “Ci risiamo- scrivono le Sardine- Bologna, Roma, Campania, Marche. Giani o Fattori? Emiliano o Scalfarotto? Raggi si’ o Raggi no? Lepore o Gualmini? Bonaccini o Zingaretti? Cambiano gli scenari e le localita’, ma la domanda rimane sempre quella: da che parte stanno le Sardine? Come se la scelta di un nome fosse il solo modo di fare politica”.

Le Sardine ci tengono quindi a ricordare di non aver eletto alcun consigliere alle ultime elezioni regionali in Emilia-Romagna, ne’ ottenuto ruoli da assessore ne’ aver fatto “ricatti morali a Bonaccini. Agli occhi di molti siamo dei polli– sottolineano le Sardine- ma sono gli stessi che ancora si chiedono come mai le nostre piazze fossero cosi’ piene e gli stessi che si ritrovano, ciclicamente, a chiedersi perche’ il distacco tra cittadini e politica continui ad allargarsi. E lo fanno pur essendone responsabili”.

Si tratta di un “circolo vizioso che esclude l’unico drammatico dato di fatto- afferma il movimento- le persone in politica non esistono piu’, non vengono considerate. Esistono slogan, blocchi di voti, cordate, strategie, correnti, interviste, accordi, vendette, marchette. Eppure, non c’e’ traccia di presenza umana”.

Nella politica italiana, criticano le Sardine, “mancano i sorrisi, gli inviti, i dibattiti, gli abbracci, le lacrime, gli scontri a muso duro, le facce, i comizi, il gioco di squadra, gli striscioni, il senso di appartenenza, le delusioni. O meglio ci sono, ma altrove. Fatto salvo per le poche Feste dell’Unita’ rimaste, non sfiorano nemmeno per sbaglio i partiti, le campagne elettorali, i processi politici nazionali”.

A conti fatti, dunque, alla domanda ‘da che parte stanno le Sardine’ “abbiamo gia’ risposto- ricordano- quando nel nostro manifesto affermiamo che le persone sono le vere protagoniste della vita sociale e democratica del Paese. Dove ci sono persone c’e’ politica. Dove c’e’ una politica in grado di coinvolgere le persone ci saranno anche le Sardine. Sara’ talmente naturale che non ci sara’ neanche bisogno di un’adesione formale. In tutti gli altri casi, smettetela di tirarci in ballo”, ammoniscono le Sardine.

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