Coronavirus: boom di consumo d’idrossiclorochina


AIFA: con il Covid-19 boom di consumo di idrossiclorochina. Variazione del 4.662% di confezioni per 10.000 abitanti al giorno a livello nazionale

AIFA: con il Covid-19 boom di consumo di idrossiclorochina. Variazione del 4.662% di confezioni per 10.000 abitanti al giorno a livello nazionale

Un boom del consumo di idrossiclorochina che ha fatto registrare una variazione del 4.662% di confezioni per 10.000 abitanti al giorno a livello nazionale. Un picco limitato nel tempo per l’immunosoppressore tocilizumab. L’aumento, previsto, di sedativi e ossigeno. A illustrare l’andamento del consumo di medicinali forniti in ospedale con il boom dell’idrossiclorochina, è il Rapporto OsMed sull’uso dei farmaci durante l’epidemia COVID-19, presentato ieri dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). Il confronto tra mesi dell’emergenza con i due mesi precedenti, mostra “un incremento temporalmente più repentino per tocilizumab, antivirali e antibiotici, mentre l’incremento dei consumi di idrossiclorochina, pur più rilevante e sostenuto, appare lievemente più ritardato raggiungendo il picco tra aprile e maggio 2020”.

Un aumento, spiega Insieme contro il cancro, si nota anche in aree non colpite dall’emergenza, cosa che fa “supporre fenomeni di accaparramento soprattutto in Regioni confinanti con quelle a maggiore prevalenza di Covid-19”. Rispetto ai farmaci delle terapie intensive, emerge “un incremento numericamente importante” per ossigeno, anestetici generali, sedativi e miorilassanti a partire dal mese di febbraio.

Incremento che ha portato a numerosi interventi da parte dell’AIFA per “calmierare distorsioni distributive e nell’approvvigionamento”. Mentre l’inaspettato calo del consumo di eparina utilizzata nella profilassi del tromboembolismo venoso “potrebbe essere legato ad una riduzione della prescrizione per i paziente chirurgici” a causa degli interventi saltati, che non ne ha compensato l’aumentato fabbisogno per i pazienti Covid-19.