Adolescenti: nati con lo smartphone ma non sanno scrivere una mail


Gli adolescenti di oggi, i cosiddetti nativi digitali, non sanno scrivere una mail. Solo 3 su 10 hanno competenze elevate. un aiuto dalla didattica a distanza

Gli adolescenti di oggi, i cosiddetti nativi digitali, non sanno scrivere una mail. Solo 3 su 10 hanno competenze elevate. un aiuto dalla didattica a distanza

Hanno migliaia di seguaci sui loro social, modificano foto e video con facilita’ e trascorrono la maggior parte del loro tempo su Whatsapp. Eppure gli adolescenti di oggi non sono in grado creare un account di posta elettronica, hanno poca dimestichezza con la tastiera di un computer e quando devono scrivere un testo su word, entrano in crisi. È la generazione dei nativi digitali cresciuta a ‘pane e smartphone’ che non ha però mai conosciuto un uso professionale di tablet e pc. Un problema emerso in maniera evidente nei giorni dell’emergenza sanitaria che ha costretto le scuole di tutta Italia a riconvertire la didattica in forma digitale.

“I primi giorni hanno avuto molta difficoltà a creare la propria mail personale per entrare nella classroom, e quando gli chiedevamo dei testi spesso ci inviavano delle foto o dei testi scritti sui loro smartphone, ma poi abbiamo creato dei momenti specifici per fargli imparare ad usare questi strumenti, ed ora va meglio – commenta a diregiovani.it Rosaria De Simone, docente di italiano dell’istituto ‘Colombo’ di Roma – è vero che sanno usare molto bene lo smartphone, ma in maniera intuitiva, non professionale. Non sanno che, oltre a navigare su internet, un telefono può avere molte altre funzioni”.

Gli studenti adolescenti che utilizzano gli smartphone per seguire la didattica a distanza sono ancora molti. Per alcuni casi si tratta solo di una preferenza legata alla maggiore familiarità dello strumento, per altri è un’esigenza. Secondo un recente rapporto Istat, un terzo delle famiglie non ha un computer o un tablet in casa, mentre la metà dei ragazzi lo condivide con altri componenti della famiglia. Al sud, poi, la situazione è ancora più grave, e negli anni 2018-2019 ancora un quinto dei ragazzi non aveva un pc, e il 57% lo deve condividere con la famiglia.

I giovani sono i più assidui utilizzatori della Rete (oltre il 90% dei 15-24enni), ma solo 3 ragazzi su 10 hanno competenze digitali elevate, e il 3% non ha alcuna competenza digitale. La maggior parte, quindi, presenta competenze digitali basse o di base. Anche se la maggior parte dei minori tra i 6 e i 17 anni vive in famiglie in cui è presente l’accesso a internet (96,0%), l’accesso alla rete non garantisce quindi lo sviluppo di competenze digitali, se non adeguatamente stimolate.

“Spesso i ragazzi seguono le lezioni con lo smartphone – aggiunge Valentina Marruzzo, professoressa di filosofia al liceo ‘Nomentano’ di Roma – è vero che non sono abituati a scrivere con il computer, ma anche noi docenti dobbiamo fare un mea culpa perché non li abbiamo abituati ad utilizzare il pc, ma siamo rimasti fermi al compito in classe scritto su carta”.

Se i device sono quindi utilizzati fin dalla tenera età per distrarre bambini e ragazzi, il momento di un uso consapevole dei supporti digitali sembra spostarsi sempre di più verso gli anni dello studio universitario, quando ragazzi e ragazze cominciano a disporre di un proprio pc e farne un uso professionale. La didattica a distanza, quindi, non ha solo offerto alla scuola italiana l’opportunità di rinnovare i suoi strumenti, ma ha permesso anche agli studenti di riscoprire tablet e pc, ritenuti fino a poco tempo fa strumenti ormai obsoleti.