Le riacutizzazioni di malattia nei pazienti affetti da Bpco si manifestano con più frequenza nel corso della stagione invernale secondo uno studio americano
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Le riacutizzazioni di malattia nei pazienti statunitensi affetti da Bpco si manifestano con maggior frequenza nel corso della stagione invernale, determinando un numero più elevato di ospedalizzazioni e di decessi negli Usa legati alla malattia.
Lo dimostrano i risultati di uno studio presentato al congresso annuale Chest, tenutosi a New Orleans, che suggerisce come un’intensificazione delle misure profilattiche durante i primi 3 mesi dell’anno potrebbe avere un impatto positivo sulla mortalità complessiva ascrivibile a Bpco e sui tassi di ri-ospedalizzazione, come pure in termini di maggior risparmio di risorse sanitarie.
Lo studio in breve
I ricercatori hanno passato in rassegna i dati residenti nel National Inpatient Sample and National Inpatient Database a partire dal 2016, allo scopo di approfondire il tema delle fluttuazioni stagionali dei tassi di ospedalizzazione a causa di riacutizzazioni da Bpco e il loro impatto sul consumo di risorse economiche sanitarie. Sono stati presi in considerazione i dati relativi a 530.229 pazienti con Bpco, aventi un’età media di 68 anni.
I risultati hanno mostrato che la maggior parte delle ospedalizzazioni registrate nel corso di un anno (33,69%) erano concentrate nei mesi invernali (gennaio, febbraio e marzo) e che i pazienti ospedalizzati durante questo periodo avevano maggiori probabilità di essere nuovamente ricoverati in ospedale rispetto ai pazienti ospedalizzati in altri periodi dell’anno.
Non solo: i pazienti ospedalizzati nei mesi invernali si caratterizzavano anche per outcome più sfavorevoli, come degenze ospedaliere di maggior durata e tassi di mortalità più elevati.
Quanto ai costi, quelli totali di ospedalizzazione erano paragonabili tra gennaio e settembre, mentre erano più elevati durante i mesi di ottobre e novembre. Inoltre, i costi di ospedalizzazione sono risultati più elevati durante i mesi invernali rispetto agli altri mesi dell’anno.
Le implicazioni dello studio
“Guardando al futuro, sarà necessaria mettere in piedi un’intelligente re-distribuzione delle risorse per continuare a soddisfare le necessità dei pazienti con Bpco in un sistema sanitario già sottoposto a pressioni al risparmio – hanno ricordato i ricercatori dello studio -. Un’intensificazione degli interventi di profilassi nel corso del primo trimestre dell’anno dovrebbe avere un impatto positivo sulla mortalità e sui tassi di ri-ospedalizzazione, riducendo alcune voci di spesa sanitaria”.
Nello specifico, i ricercatori auspicano la messa a punto, nel prossimo futuro, di studi sugli effetti dell’inquinamento atmosferico, i livelli di umidità relativa, le temperature indoor e le infezioni virali respiratorie sulle riacutizzazioni di Bpco nel corso dei mesi invernali, al fine di identificare meglio i fenotipi di pazienti che sono più suscettibili ad andare incontro a riacutizzazioni di Bpco durante i mesi invernali.