Smog: non è colpa di pellet e caminetti a legna


Smog nelle città, la colpa non è del pellet o della legna bruciata dai caminetti. Chi lavora nel settore si ribella: “Basta fake news”

Smog nelle città, la colpa non è del pellet o della legna bruciata dai caminetti. Chi lavora nel settore si ribella: “Basta fake news”

Sono giorni di emergenza smog in tutta Italia, che vedono i valori di polveri sottili e altri inquinanti alle stelle. E mentre il meteo non viene in aiuto nella dispersione dell’inquinamento, le amministrazioni stanno cercando di metterci una pezza con misure di emergenza e blocchi del traffico. Sul banco degli ‘imputati’ ci sono traffico e riscaldamento. Il fatto è che, mentre sul tema del traffico i cittadini hanno le idee chiare, sul fronte del riscaldamento c’è ancora molta confusione e, soprattutto, poca informazione. A dirlo sono i protagonisti del comparto del legno e delle biomasse ma anche diverse associazioni ambientaliste che hanno deciso di muoversi per mettere al bando le fake news hanno lanciato la campagna “L’italia che rinnova“. Il messaggio sostanzialmente è: non sono legno e pellet che inquinano, ma sono gli apparecchi obsoleti che vanno sostituiti con quelli all’avanguardia capaci di abbattere le emissioni. Farlo è indispensabile, e prevede anche un notevole rimborso che arriva in tempi velocissimi (non quelli delle detrazioni per le ristrutturazioni, per intendersi).

In un nota, firmata da Legambiente, Kyoto Club, Aiel (Associazione italiana energie agroforestali), è spiegato meglio: “Ad inquinare non sono le biomasse legnose ma l’uso ancora troppo diffuso di apparecchi vecchi e inquinanti”, spiega Francesco Ferrante, vicepresidente di Kyoto Club. Questa la denuncia: “Dobbiamo smetterla con le solite fake news e far sapere invece qual è la realtà delle cose e soprattutto cosa bisogna fare. Innanzitutto sostituire i vecchi apparecchi con quelli di nuova generazione che abbattono le emissioni fino all’80%, un’enormità”.

STUFE A LEGNA O A PELLET NEL 60% DEI CASI SONO OBSOLETE. IL 18% HA PIÙ DI 10 ANNI

“Sono anni in cui la tecnologia ha fatto passi da gigante – aggiunge Marino Berton, coordinatore dell’Associazione italiana energie agroforestali, che sottolinea – lo dimostra il fatto che, quando per l’emergenza smog vengono posti dei limiti agli impianti di riscaldamento, non riguardano mai quelli di nuova generazione. Bisogna capire quindi che rottamare le vecchie stufe a legna e pellet è fondamentale nella lotta all’inquinamento, è come passare da un’auto Euro 0 a un’auto euro 6″.

Una prova evidente di questo effetto sono i dati elaborati da Arpa Lombardia la quale ha evidenziato nell’arco di otto anni, dal 2008 al 2015, che il numero degli apparecchi a biomasse della regione è rimasta sostanzialmente uguale mentre le emissioni di PM si sono ridotte di circa il 30% per effetto del turnover tecnologico.

A CHI COMPRA APPARECCHI ARRIVA RIMBORSO SUL CONTO CORRENTE

Per favorire questa sostituzione esiste il Conto Termico, che rimborsa ai cittadini fino al 65% delle spese. Non si tratta di una detrazione ma di un versamento sul conto corrente entro tre o quattro mesi, eppure viene usato poco perché non è conosciuto, e così nel 2019 solo il 32% dei fondi a disposizione è stato utilizzato dai cittadini. Perfino la Pubblica amministrazione ha lasciato nel cassetto il 70% degli incentivi del Conto Termico che aveva a disposizione.

Investire nell’innovazione è indispensabile per combattere sia l’inquinamento che il cambiamento climatico”, sottolinea Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, precisando che: “sono due facce della stessa medaglia”.

“La sostituzione di energie fossili con energie rinnovabili come le biomasse legnose è e resta una scelta irreversibile” – aggiunge – “ci sono tutte le possibilità di affrontare i problemi ma serve un’accelerazione degli investimenti e una maggiore consapevolezza da parte di tutti”. Anche i comportamenti sono importanti, rispetto all’uso di legna e pellet, per esempio, accanto alla rottamazione dei vecchi apparecchi devono esserci una corretta installazione, una manutenzione responsabile e l’uso di combustibili certificati. Tutto questo però bisogna farlo sapere.

In sostanza ci sono le tecnologie, ci sono i fondi, ma manca la corretta informazione, tassello fondamentale per ogni lotta all’inquinamento e all’emergenza climatica. E se non c’è informazione prendono terreno le fake news.