Dopo le dimissioni Fioramonti nel mirino di alleati e opposizione


Lorenzo Fioramonti ha rassegnato le dimissioni da Ministro dell’Istruzione: opposizioni all’attacco chiedono a Conte di riferire in Parlamento. Alleati sbigottiti

Lorenzo Fioramonti ha rassegnato le dimissioni da Ministro dell'Istruzione: opposizioni all'attacco chiedono a Conte di riferire in Parlamento.

Ha rassegnato le sue dimissioni con una lettera al premier Conte. Le indiscrezioni giravano da giorni e del resto nelle scorse settimane il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti aveva affermato che avrebbe voluto vedere destinati i tre miliardi chiesti per il suo ministero oppure era pronto a lasciare. Si era pronunciato contro il blocco dell’aumento dell’Iva e aveva ripetutamente detto che tre miliardi non erano certo sufficienti per scuola, università e ricerca, ma erano il minimo indispensabile. Aveva usto l’espressione “linea di galleggiamento”.

La lettera e le dimissioni sono state confermate, spiega l’agenzia Dire (www.dire.it), quando gli italiani erano alle prese con il cenone da fonti di Palazzo Chigi. L’uscita di scena di Fioramonti non creebbe problemi di maggioranza perchè a quanto pare andrebbe a costituire un gruppo alla Camera a sostegno del premier insieme ad alcuni deputati che potrebbero seguirlo. Quanto al nuovo ministro dell’Istruzione, il nome sulla bocca di tutti è quello di Nicola Morra, attualmente presidente della Commissione parlamentare antimafia.

“SERVIVA PIÙ CORAGGIO SU UNIVERSITA’ E RICERCA”

“Sarebbe servito più coraggio da parte del Governo per garantire quella linea di galleggiamento finanziaria di cui ho sempre parlato, soprattutto in un ambito così cruciale come l’università e la ricerca. Si tratta del vero motore del Paese, che costruisce il futuro di tutti noi”. Queste le parole con cui Lorenzo Fioramonti su Facebook ha spiegato le sue dimissioni da ministro dell’Istruzione e Università.

“Pare- aggiunge- che le risorse non si trovino mai quando si tratta della scuola e della ricerca, eppure si recuperano centinaia di milioni di euro in poche ore da destinare ad altre finalità quando c’è la volontà politica”.

Opposizioni all’attacco

“Le dimissioni del ministro Fioramonti, costituiscono un atto grave e irresponsabile. Già minacciate sin dal suo insediamento, arrivano ora in un momento delicato e denso di appuntamenti amministrativi per l’attività del ministero dell’istruzione. Avere maggiore disponibilità finanziarie per le politiche della scuola, dell’Università e della ricerca è da sempre aspirazione legittima di tutti i ministri dell’istruzione della Repubblica, ma Fioramonti sembra aver sottovalutato irresponsabilmente di essere arrivato a Viale Trastevere da soli quattro mesi, in un momento di crisi economica del Paese”. Così i deputati di Forza Italia in commissione cultura alla Camera Valentina Aprea (capogruppo), Luigi Casciello, Marco Marin, Antonio Palmieri e Gloria Saccani.

“Se già questa manovra- aggiungono- verrà ricordata come la legge di bilancio tutta ‘tasse e manette’, Fioramonti avrebbe voluto ancora più tasse e per di più ‘etiche’. La scuola italiana non ha solo bisogno di maggiori investimenti ma anche e soprattutto di visione e innovazione, anche partendo da una seria spending review per recuperare risorse da reinvestire nelle emergenze educative del nostro tempo. Detto questo, Fioramonti con le sue dimissioni si è assunto la responsabilità di bloccare processi amministrativi importanti appena deliberati con il decreto scuola e la legge di bilancio, a partire dall’indizione dei bandi di concorso per l’assunzione di 48 mila docenti e dall’apertura della nuova fase contrattuale per il personale della scuola. Siamo poi alla vigilia delle iscrizioni per il prossimo anno scolastico e della relativa determinazione degli organici, per parlare solo di alcune delle scadenza amministrative più imminenti. Per tutte queste ragioni, il gruppo di Forza Italia in commissione Cultura formalizzerà nelle prossime ore una richiesta di audizione urgente del presidente del consiglio Conte in commissione per conoscere le determinazioni che intenderà assumere per far fronte alla grave situazione che si è determinata nella guida di un settore, quello dell’istruzione, così strategico per le nuove generazioni e per il paese”.

“Le dimissioni del ministro Fioramonti confermano l’inadeguatezza e aggravano il caos di un governo che vive alla giornata senza una reale base programmatica e senza una prospettiva che non sia il rinvio di problemi senza soluzione. L’incertezza sul futuro della scuola è gravissima: migliaia di docenti sono in attesa del concorso straordinario e di quello ordinario per la secondaria sui quali non c’è ancora alcuna certezza”. Lo dichiara Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia, aggiungendo: “Se ne va un ministro che non lascia certo un buon ricordo, e se ne dovrebbe andare l’intero governo. Invece Fioramonti sarà sostituito e, come insegna l’esperienza della maggioranza giallorossa, purtroppo al peggio non c’è mai fine”.

“Il ministero dell’Istruzione da anni è considerato un parcheggio per notabili di partito in cerca di collocazione. Dal 2013 abbiamo avuto ben cinque ministri, e in seguito alle dimissioni di Fioramonti verrà nominato il sesto. Oltre ogni considerazione sulla decisione dell’esponente del M5S, è tempo di affidare l’incarico a una personalità autorevole e capace di far capire ai partiti che il sistema dell’istruzione è il “core business” di un Paese moderno. Abbiamo il tasso di abbandono scolastico più alto d’Europa: 14,5 studenti su 100 non completano il ciclo di studi che hanno iniziato. I diplomati sono 17 punti sotto la media europea. Solo il 27,8 per cento dei trentenni è laureato, contro il 40,7 per cento di Francia, Spagna e Regno Unito. L’Italia non è mai stata ignorante, nemmeno nei momenti più bui: ora rischia di diventarlo. Spero che il governo abbia finalmente il coraggio di affrontare questa emergenza con una nomina indipendente e di altissima qualità, una persona in grado di dare risposte su una questione che sta a cuore e preoccupa tutti gli italiani”. Lo dichiara Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia.

“Le dimissioni del Ministro dell’Istruzione Fioramonti dimostrano come il governo sia nel caos più assoluto. Quello che più ci preoccupa però è che il nostro sistema educativo, che versa già in una situazione molto critica, resta ora completamente senza una guida e senza direttive. Alla preoccupante carenza di risorse si aggiungerà la mancanza di qualsiasi progetto per il futuro che sarebbe stato necessario per impedire la continua fuga dei nostri studenti migliori all’estero oltre al recupero della carenza di preparazione dei nostri studenti come dimostrato dalle recenti indagini Ocse Pisa”. Lo dichiarano i deputati di Fratelli d’Italia Paola Frassinetti, vicepresidente della commissione Cultura della Camera e responsabile Università Fdi e Ella Bucalo responsabile scuola Fdi.

“Dimettersi da ministro per i fondi negati all’istruzione, ma garantendo massimo supporto al diretto responsabile, il premier Conte. Citare figure come Calamandrei e Rodari, per poi esprimere provvedimenti come il decreto Scuola (ribattezzato “ammazza precari” dagli interessati), tra i meno apprezzati e condivisi in assoluto. Un colpo al cerchio e uno alla botte. Caro ex ministro Fioramonti, cari M5S e Pd, non prendetevela con la sfortuna se ormai l’elettorato guarda altrove” dichiara il senatore della Lega Mario Pittoni, presidente della commissione Cultura a palazzo Madama e responsabile Istruzione del partito.

Anche gli alleati non la prendono bene

“Soprattutto da agosto in avanti il tema del coraggio è diventato centrale per me in politica. Trovo stucchevole che chi professi coraggio agli elettori poi scappi dalle responsabilità politiche. Se hai coraggio, non scappi. Se condividi davvero una battaglia, non scappi, ma mangi sale quando devi e porti avanti un progetto (ammesso che lo si abbia mai realmente condiviso)”. Lo scrive su Faceboook la ministra della Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone.

Dadone osserva che “dividere l’opinione pubblica scappando dalle responsabilità con scuse variopinte premia nell’immediato. La stampa ha bisogno di gossip, ma le persone hanno bisogno di gente che sappia governare. Governare è difficile, non è per tutti, perché bisogna parlare poco e lavorare molto. Governare spesso non è trendy, non è pop e non è social”.

Per Dadone “la coerenza è per lo più un pregio, ma a volte rischia di sconfinare nella sterile testimonianza che, peraltro, si addice poco a chi occupa posizioni di responsabilità. La perseveranza, invece, è coerenza che si fa impegno quotidiano e punta a cambiare, nel tempo e con concretezza, le cose. Il coraggio in politica è anche ammettere che non si è in grado di governare, è saper chiedere scusa se non si ha più coraggio. Il resto non è certamente coraggio, sono scuse, incapacità, protagonismo, gossip”.