Site icon Corriere Nazionale

Diabete: tra 25 anni colpirà 700 milioni di persone

Diabete, la storia clinica dei pazienti fa prevedere l'aspettativa di vita negli anziani secondo un nuovo studio pubblicato su Diabetes Care

Diabete, allarme pandemia: tra 25 anni colpirà 700 milioni di persone nel mondo. I dati della nona edizione dell’IDF (International Diabetes Federation) Atlas

Sono 463 milioni gli adulti nel mondo che convivono con il diabete e si stima che nel 2045 questa pandemia interesserà 700 milioni di persone, con una crescita di oltre il 50 per cento; rispetto a due anni fa, si parla di quasi 40 milioni di persone malate in più e di previsioni per il futuro in continuo peggioramento. Questi sono alcuni dei dati della nona edizione dell’IDF (International Diabetes Federation, https://www.diabetesatlas.org/en/) Atlas resi pubblici in occasione della giornata mondiale del diabete e discussi durante la presentazione a Palazzo Lombardia della tappa milanese della campagna “Al cuore del diabete”, nata per sensibilizzare sull’importanza del controllo glicemico, del peso corporeo e di tutti gli altri fattori di rischio che concorrono allo sviluppo di complicanze, in particolare di quelle cardiovascolari.

Sempre secondo l’IDF Atlas, si stima che nel mondo ci siano anche 232 milioni di persone con diabete non diagnosticato e 374 milioni di persone con insufficiente tolleranza al glucosio (IGT, Impaired Glucose Tolerance), ovvero lo stato di pre-diabete che espone comunque a maggiore probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari, la principale causa di disabilità e morte nelle persone con diabete tipo 2. In Italia, secondo i dati Istat del 2017, a fronte di una prevalenza media di malattie cardiologiche tra gli over 45 del 7,5 per cento, quella tra persone con diabete è pari a circa il 17,1 per cento, ben oltre il doppio di quella rilevata per i non diabetici, ovvero 6,4 per cento.

“Le complicanze cardiovascolari sono molto comuni fra le persone con diabete tipo 2- afferma Elisabetta Lovati, Presidente SID Lombardia- I dati epidemiologici derivanti dallo studio RIACE indicano che quasi una persona con diabete su 4 presenta un pregresso evento cardiovascolare maggiore, prevalenza che aumenta con la durata della patologia, arrivando a 1 persone su 3 tra coloro che hanno il diabete da oltre 20 anni”.

“Nonostante la forte correlazione tra la malattia e rischio cardiovascolare, da una recente indagine promossa sempre dall’IDF, che ha coinvolto oltre 12 mila persone con diabete di tipo 2 in 130 Paesi, è emerso una conoscenza dei fattori di rischio parziale- spiega Antonio Nicolucci, Direttore CORESEARCH- Un paziente su quattro non era consapevole del ruolo svolto dall’ipertensione e dal sovrappeso, uno su tre ignorava che iperglicemia, ipercolesterolemia, fumo e inattività fisica aumentano il rischio cardiovascolare e circa uno su due non conosceva l’importanza di elevati livelli di stress, del diabete di lunga durata e di un’età oltre i 65 anni come fattori di rischio. Questi dati suggeriscono che le persone  non sono sufficientemente informate, tendono a sottostimare la gravità del problema ed è quindi fondamentale inserire l’educazione sui fattori di rischio cardiovascolari come parte integrante dell’assistenza alle persone con diabete”.

“Proprio sensibilizzare sull’importanza del controllo glicemico, del peso corporeo e di tutti gli altri fattori di rischio che concorrono allo sviluppo di complicanze, in particolare di quelle cardiovascolari è stato lo scopo della campagna nazionale ‘Al cuore del diabete’- dice Regina Dagani, Presidente AMD Lombardia-. Milano è la quarantottesima tappa delle cinquanta previste nelle piazze italiane dell’unità mobile che permette alle persone con diabete di ricevere una valutazione diagnostica del rischio cardiovascolare. Una volta completato il percorso degli esami previsti misurazione dei valori di emoglobina glicata e del profilo lipidico, ecocardiogramma ed ecocolordoppler carotideo le persone con diabete possono confrontarsi con un diabetologo e un cardiologo”. La campagna, spiega la Dire (www.dire.it) è stata realizzata con il patrocinio di SID – Società Italiana di Diabetologia e AMD – Associazione Medici Diabetologi, in connessione con il progetto internazionale Cities Changing Diabetes e il contributo non condizionato di Novo Nordisk.

Exit mobile version