Crioanalgesia: il freddo contro il dolore cronico


Crioanalgesia: quando si usa il freddo per spegnere il dolore cronico. Il trattamento è per tutte le neuropatie croniche periferiche

Crioanalgesia: quando si usa il freddo per spegnere il dolore cronico. Il trattamento è per tutte le neuropatie croniche periferiche

C’è una possibilità in più nella gamma dei trattamenti mirati a chi soffre di dolore cronico e non trova sollievo: la crioneuromodulazione. Chiamata anche crioanalgesia, è una tecnica mininvasiva che utilizza il freddo come principio analgesico. A differenza alla radiofrequenza, può essere utilizzata anche sui portatori di pace-maker. Il Direttore del Centro di Terapia del Dolore dell’Ospedale Niguarda spiega nel dettaglio la procedura.

QUALI PATOLOGIE SI CURANO CON LA CRIOANALGESIA

Si possono trattare con la crioanalgesia praticamente tutte le neuropatie croniche periferiche. Nevralgia occipitale, lombalgia dovuta ad esiti di operazioni alla colonna, artrosi/infiammazione delle faccette articolari, il dolore cronico a carico del bacino e dei glutei . E ancora, molte nevralgie cranio-facciali ( la nevralgia del trigemino), persino il dolore “da arto fantasma”, il dolore da moncone doloroso negli arti amputati.

L’ OPERAZIONE

E’ una tecnica mininvasiva che si pratica in sala operatoria, in regime di day surgery. Ma il paziente viene sottoposto ad una sedazione blanda. Guidati da radiografia si introduce un piccolo ago alla base del nervo fino a trovare la porzione di tessuto nervoso deputata alla trasmissione del dolore. A questo punto un tubicino collegato all’ago convoglia azoto liquido alla temperatura di -78°C, formando una “bollicina di freddo” (immaginiamo un minuscolo chicco di grandine) che anestetizza la sorgente del dolore. L’operazione è indolore.

DOPO LA CRIOANALGESIA

La crioanalgesia permette di intervenire in maniera molto mirata e selettiva sulle fibre del dolore, mantenendo intatte le altre componenti nervose. L’effetto anestetico dura otto/dieci mesi, in altri pazienti è più duraturo. In molti casi è permanente. E se la neuropatia si ripresenta, con l ”anestesia del freddo” si può intervenire ancora.