Monticchiello racconta la sua storia, tra passato e futuro


Fino al 14 agosto a Monticchiello, in Val d’Orcia, il Teatro Povero mette in scena “Stato transitorio” recitato dagli abitanti del paese

"Stato transitorio" lo spettacolo 2019 del Teatro Povero di Monticchiello
“Stato transitorio” lo spettacolo 2019 del Teatro Povero di Monticchiello. Foto E.Migliorucci

Ancora una volta un paese intero si mette in scena. Con un rito collettivo raccontato dai suoi abitanti, che si nutre dei dubbi, delle incertezze e delle paure con le quali hanno (e abbiamo) a che fare. Benvenuti alla cinquantatreesima edizione del Teatro Povero di Monticchiello, l’autodramma degli abitanti di questo piccolo e splendido borgo medievale sprofondato in Val d’Orcia, tra Pienza e Montepulciano. Uno spettacolo che ogni anno è una riflessione generale da parte di una comunità segnata dalla fine della civiltà contadina e dallo spopolamento.  

Il 2019 è un anno di svolta per il Teatro Povero, perché ha segnato l’addio del regista storico Andrea Cresti (che ha comunque contribuito alla scenografia e alla revisione del testo di questa edizione), e il passaggio del testimone a Manfredi Rutelli e Giampiero Giglioni, che firmano entrambi, con mano sicura,  la regia. L’autodramma 2019, “Stato transitorio” è nato come tutti quelli precedenti attraverso una lunga serie di riunioni e assemblee degli abitanti, a partire da gennaio, per mettere a fuoco i temi più urgenti vissuti in paese. Perché a Monticchiello non siamo in presenza di finzione, è una messinscena della vita. Ci sono persone, non personaggi, e i monticchiellesi per dire “si va in scena” dicono “si va in piazza”. E quindi le tematiche sono le problematiche della comunità, sui quali gli abitanti si interrogano. Un termometro dei nostri tempi. 

“Stato transitorio” emana da subito un senso di non finito, di precarietà, di inquietudine. Anche il palcoscenico non è completato, e solo il fondo scena è montato, insieme ai lati, mentre la parte anteriore sembra ancora fatta di legni e montanti accatastati. Su questo scenario si muovono gli anziani del paese, come prigionieri di una gabbia, indecisi sul da farsi, bisognosi di una definizione che non arriva. I giovani sono andati a Roma a una manifestazione contro il riscaldamento globale, alla quale è previsto anche un collegamento con Greta. 

"Stato transitorio" lo spettacolo 2019 del Teatro Povero di Monticchiello. Foto I Macchiati
Le prove di “Stato transitorio” lo spettacolo 2019 del Teatro Povero di Monticchiello. Foto I Macchiati

In paese intanto prevale la stanchezza, la disillusione sull’utilità effettiva di questo teatro. Chissà se serve ancora, dopo tanto tempo, continuare questo autodramma, si chiedono gli abitanti attori. ”Tra noi e il futuro è tutto appannato, pieno di nebbia. Eccolo l’inciampo, eccolo qui!” mormorano sconsolati. Passato e presente si confondono, e c’è chi, con l’inflessione ruvida e al tempo stesso dolce tipica di questa zona, invoca l’uomo forte al comando, perché “di gente da mette’ in riga ce ne sarebbe parecchia…Tutti ‘sti sfaccendati che vengono qua a rubacci nelle case, che ‘un c’hanno voglia di lavorà né di fa’ niente, magari co’ la scusa di scappa’ dalla fame”.  E sorgono anche questioni ereditarie tra fratelli, intorno a un’accetta, utensile necessario per il lavoro nei campi. 

"Stato transitorio" lo spettacolo 2019 del Teatro Povero di Monticchiello. Foto E. Migliorucci
“Stato transitorio” lo spettacolo 2019 del Teatro Povero di Monticchiello. Foto E. Migliorucci

A rinserrare le fila arriva un elemento esterno, una giornalista, che con un modo di fare sbrigativo e sgarbato riscalda gli animi, e sembra ridare uno scopo alla collettività. Quando il paese sembra assediato da forze ostili, esterne, gelose di questa esperienza di teatro e di vita, ecco che si ritrova l’entusiasmo. Che si cementa poi con il ricordo del passato, con le memorie della guerra, evocate da suggestive proiezioni di foto d’epoca e disegni originali, e la lunga marcia dei bambini dal paese fino a Montepulciano per sfuggire ai bombardamenti. Le liti familiari si ricompongono, e alla fine sarà fondamentale l’apporto delle nuove generazioni per sfuggire dall’impasse: sono i giovani, tornati dalla manifestazione romana, a finire la costruzione del palcoscenico. E lo spettacolo può iniziare, mentre si riaccendono le luci della piazza e il pubblico applaude. 

“Stato transitorio” è in scena tutti i giorni (eccetto 29 e 30 luglio) fino al 14 agosto, info e prenotazioni 0578 755118 e www.teatropovero.it