Malattie reumatologiche ancora sottostimate


Le malattie reumatologiche rappresentano in Italia la prima causa di invalidità temporanea e la seconda di invalidità permanente ma sono ancora sottostimate

Le malattie reumatologiche rappresentano in Italia la prima causa di invalidità temporanea e la seconda di invalidità permanente ma sono ancora sottostimate

“Le malattie reumatologiche rappresentano in Italia la prima causa di invalidità temporanea e la seconda di invalidità permanente. Ben il 27% delle pensioni di invalidità è attribuibile a queste patologie. Un trend, purtroppo, in continua crescita. Entro 20 anni, infatti, raddoppierà il numero di italiani over 65 con criticità muscolo-scheletriche. E risultano già in forte aumento i costi socio-sanitari. Nel 2017, rispetto all’anno precedente, nelle strutture sanitarie pubbliche si è registrato un aumento di spesa per l’acquisto di farmaci per il sistema muscolo-scheletrico di oltre 35%. E i consumi di questi medicinali negli ospedali e USL sono incrementati dell’8%. La spesa farmacologica deve essere considerata alla luce dei risultati che queste terapie possono offrire a patto che vengano iniziate tempestivamente: riduzione della inabilità al lavoro, contenimento della disabilità, miglioramento della qualità di vita e riduzione della mortalità correlata alle malattie reumatologiche. Eppure le malattie reumatologiche sono ancora sottostimate e si registrano poche diagnosi precoci. Dobbiamo sensibilizzare i cittadini e i medici a fare di più.

Per questo la Società Italiana di Reumatologia (SIR) intensificherà le campagne educazionali e i progetti specifici già avviati rivolti agli anziani. E ci auguriamo che le Istituzioni siano al nostro fianco in queste nuove iniziative”. E’ l’appello lanciato dal Presidente della SIR, Luigi Sinigaglia al Presidente della Commissione Sanità del Senato Pierpaolo Sileri in occasione di un convegno svoltosi oggi a Palazzo Madama, promosso da SIR in collaborazione con Federanziani Senior Italia. “Sono patologie che non colpiscono solo gli anziani tuttavia sono proprio loro le persone più esposte ai rischi – afferma Sinigaglia -. L’approccio che dobbiamo avere con questa particolare categoria di pazienti deve per forza essere diverso e tener conto di una serie di comorbidità. Tra queste ci sono anche le condizioni tipiche dell’età geriatrica come demenza, depressione, disturbi metabolici, diabete, ipertensione, disturbi cardiovascolari. Tutto ciò rende più difficili i nostri interventi sia diagnostici che terapeutici. E spesso siamo costretti ad intervenire quando è troppo tardi e la malattia ha già determinato danni irreversibili. Favorire il più possibile la prevenzione primaria e secondaria delle malattie reumatologiche è un provvedimento che non può più essere rinviato. Inoltre rappresenta un importante investimento per il futuro dell’intero sistema Paese”. “Anche una corretta educazione sanitaria della popolazione è necessaria per contenere l’impatto sempre maggiore delle patologie reumatologiche – aggiunge il prof. Guido Valesini, Vice Presidente SIR -. Non possono più essere considerate come degli innocui acciacchi della terza età ma come disturbi invalidanti, molto dolorosi e che impediscono i più semplici gesti quotidiani. Malattie come artrite reumatoide, spondilite anchilosante, artrite psoriasica, connettiviti, osteoporosi sono caratterizzate dal fatto di poter determinare un danno irreversibile alle articolazioni alle ossa, ai muscoli e a volte anche agli organi interni. Possono essere anche fatali ma oggi sono disponibili terapie in grado di fermare la progressione della malattia. Tuttavia solo la metà degli italiani sa che esistono queste cure efficaci”. Per questo la SIR insieme a Federanziani Senior Italia ha promosso la campagna Malattie Reumatologiche? No Grazie! dove per la prima volta i reumatologi sono andati in 25 centri anziani di altrettante città per tenere lezioni di salute. “Più di un terzo degli anziani con una patologia cronica è colpito da artrite o artrosi – sottolinea il dott. Roberto Messina, Presidente di Federanziani Senior Italia -. E’ quindi cruciale che gli over 65 siano i principali destinatari di campagne educazionali specifiche. Servono inoltre provvedimenti specifici per garantire ai pazienti di tutte le Regioni le nuove e più efficaci terapie”. “Vogliamo insegnare ai non più giovanissimi la prevenzione e come riconoscere i primi sintomi delle patologie” aggiunge il presidente Sinigaglia.

Al convegno al Senato sono presentati anche i risultati della campagna Reumadays 2019. L’iniziativa della SIR ha visto gli specialisti della Società Scientifica andare in 11 città italiane con l’obiettivo di spiegare ai cittadini i rischi per la salute derivati dalle principali malattie reumatologiche. L’iniziativa ha coinvolto le città di Torino (4-5 maggio); Genova (7-8 maggio); Roma (10-11 maggio); Napoli (13-14 maggio); Catania (17-18 maggio); Rende (20-21 maggio); Bari (24-25 maggio); Ferrara (27-28 maggio); Mantova (29-30 maggio); Trento (2-3 giugno) e Varese (5-6 giugno). L’intera campagna è stata realizzata grazie al contribuito non condizionante di BMS, Abiogen, Abbvie, Celgene, Lilly, Novartis e Roche. Come lo scorso anno, fondamentale per la riuscita di tutti gli eventi è stato l’appoggio dato dalle associazioni di pazienti. “Ringraziamo la SIR per un’iniziativa lodevole e che ha il pregio di accendere i riflettori su malattie che non godono ancora della giusta attenzione – sottolinea Silvia Tonolo, Presidente dell’Associazione Nazionale Malati Reumatici (ANMAR) -. Questo sta avvenendo nonostante la loro incidenza risulti in crescita in tutta Europa. Colpiscono in totale oltre 5 milioni di italiani d’ogni fascia d’età. In particolare preoccupano le difficili condizioni di vita in cui sono costretti a vivere le migliaia di concittadini alle prese con le forme più gravi di artropatie infiammatorie e il mancato accesso alle cure in alcune Regioni”. “Insieme ai reumatologi vogliamo difendere i diritti dei malati e migliorare il livello di assistenza e cura – conclude la dott.ssa Maddalena Pelagalli, Vice Presidente Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare (APMAR) -. Per raggiungere questo obiettivo bisogna sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica e per farlo è necessario continuare a fornire una corretta e sempre più capillare informazione”.