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Nel mondo emergenza acqua sicura per 1 su 3

Nuovo rapporto UNICEF-OMS: 1 persona su 3 nel mondo non ha accesso ad acqua sicura da bere e servizi igienici di base

Children gather river water for use in Dollow, Somalia, Wednesday, April 24, 2019. Lack of access to safe water is a major issue in combatting malnutrition in women and children. Being forced to rely on unsafe water isn’t only a risk in terms of water-borne diseases such typhoid and cholera, it also makes children more vulnerable to malnutrition, which in turn makes them more susceptible to diseases — a vicious circle. WFP and UNICEF, in close coordination with the Ministry of Health (MOH), has implemented a joint resilience programme funded by BMZ through KfW in Gedo and Banadir regions in southern Somalia. The three-year joint programme focuses on nutrition, health and WASH interventions, capacity development of the MOH's supply chain system, and provision of financial and technical support to the Scaling Up Nutrition (SUN) Secretariat. Mackenzie Knowles-Coursin/UNICEF

Nuovo rapporto UNICEF-OMS: 1 persona su 3 nel mondo non ha accesso ad acqua sicura da bere e servizi igienici di base

Secondo un nuovo rapporto dell’UNICEF e dell’OMS, miliardi di persone nel mondo stanno continuando a soffrire a causa dello scarso accesso ad acqua sicura e ai servizi igienico-sanitari. Circa 2,2 miliardi di persone nel mondo non hanno servizi di acqua potabile gestiti in sicurezza, 4,2 miliardi non hanno servizi igienici (bagni) gestiti in sicurezza e 3 miliardi non hanno dei servizi di base per lavarsi le mani.

Secondo il rapporto del Programma congiunto di monitoraggio, I progressi per l’acqua potabile e i servizi igienico-sanitari: 2000-2017: Focus speciale sulle disuguaglianze, mentre sono stati ottenuti progressi significativi verso l’accesso universale ai servizi idrici e igienico-sanitari di base, si riscontrano forti lacune nella qualità dei servizi forniti.

ACQUA POTABILE – Il rapporto rivela che 1,8 miliardi di persone hanno ottenuto accesso a servizi di base per l’acqua potabile dal 2000, ma esistono forti disuguaglianze nell’accessibilità, disponibilità e qualità di questi servizi. Si stima che 1 persona su 10 – 785 milioni – non abbia ancora servizi di base per l’acqua, fra cui 144 milioni di persone che bevono acqua non trattata di superficie. I dati dimostrano che 8 persone su 10 che vivono in aree urbane non hanno accesso a questi servizi e in 1 paese su 4 con stime per diverse fasce di reddito, la copertura di servizi di base fra coloro con reddito maggiore era almeno di due volte più alta rispetto a coloro con reddito inferiore.

SERVIZI IGIENICI (BAGNI) – Il rapporto sottolinea inoltre che 2,1 miliardi di persone hanno ottenuto accesso a servizi igienici di base dal 2000, ma in diverse parti del mondo i rifiuti prodotti non sono gestiti in sicurezza; rivela inoltre che 2 miliardi di persone non hanno ancora servizi sanitari di base, di cui 7 su 10 vivono in aree rurali e un terzo nei paesi meno sviluppati.

Dal 2000, la percentuale di popolazione che defecava all’aperto è stata dimezzata, dal 21% al 9%, e 23 paesi hanno quasi eliminato questa pratica, ciò significa che meno dell’1% della popolazione defeca all’aperto. Nonostante ciò, 673 milioni di persone defecano ancora all’aperto e sono sempre più concentrate nei paesi ad alto tasso. Ancor peggio, in 39 paesi, il numero di persone che defecano all’aperto è aumentato; la maggior parte si trova in Africa Subsahariana, dove in questi anni in molti paesi si è verificato un forte incremento della popolazione.

SERVIZI PER IL LAVAGGIO DELLE MANI – Infine, il rapporto evidenzia nuovi dati che dimostrano che, nel 2017, 3 miliardi di persone non avevano servizi di base per il lavaggio delle mani con sapone e acqua sicura a casa. Dimostra inoltre che circa tre quarti della popolazione dei Paesi meno sviluppati non aveva servizi di base per il lavaggio delle mani. Ogni anno, 297.000 bambini sotto i 5 anni muoiono a causa di diarrea legata a servizi idrici e igienico-sanitari inadeguati. Gli scarsi servizi igienico-sanitari e l’acqua contaminata sono legati anche alla trasmissione di malattie come colera, dissenteria, epatite A e tifo.

“Il solo accesso non è sufficiente. Se l’acqua non è pulita, non è sicura da bere o è troppo distante, e se l’accesso ai bagni non è sicuro o limitato, non stiamo producendo risultati utili per i bambini nel mondo”, ha dichiarato Kelly Ann Naylor, Direttore Associato dell’UNICEF per l’acqua e i servizi igienico-sanitari.

“I bambini e le loro famiglie nelle comunità povere e rurali sono quelli maggiormente a rischio di essere lasciati indietro. I governi devono investire nelle loro comunità, se vogliamo superare queste differenze economiche e geografiche e vogliamo garantire questo diritto umano fondamentale. Ridurre le disuguaglianze nell’accesso, qualità e disponibilità di acqua sicura e servizi igienico-sanitari dovrebbe essere al centro dei finanziamenti governativi e delle strategie di pianificazione. Rallentare sui piani di investimento per la copertura universale significa minare a decenni di progressi a discapito delle generazioni future”.

“I paesi devono raddoppiare i loro sforzi sui servizi igienici, o non raggiungeremo l’accesso universale entro il 2030”, ha dichiarato Maria Neira, Direttore dell’OMS, Dipartimento della Salute Pubblica, e dei Fattori Ambientali e Sociali della Salute. “Se i paesi falliscono nell’aumentare gli sforzi sui servizi idrici e igienico-sanitari, continueremo a vivere con malattie che avremmo dovuto consegnare da tempo ai libri di testo: malattie come diarrea, colera, tifo, epatite A e malattie tropicali trascurate fra cui tracoma, parassiti intestinali e schistosomiasi. Investire in servizi idrici e igienico-sanitari è sia conveniente da un punto di vista economico sia positivo per la società in moltissimi modi diversi. È una base essenziale per una buona salute”.

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