Primavera da incubo: già 175 eventi estremi


Coldiretti: dall’inizio della Primavera sono già 175 gli eventi climatici estremi che hanno flagellato l’Italia con tempeste di grandine, bufere, vento e valanghe

Coldiretti: dall’inizio della Primavera sono già 175 gli eventi climatici estremi che hanno flagellato l’Italia con tempeste di grandine, bufere, vento e valanghe

Dall’inizio della Primavera sono già 175 gli eventi climatici estremi che hanno flagellato l’Italia con tempeste di grandine, bufere, tornado, pioggia violenta, vento e valanghe, il 62% in piu’ dello stesso periodo dello scorso anno. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati della banca dati europea ESWD dalla quale si evidenzia che lungo la Penisola l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma per effetto dei cambiamenti climatici.

Si sta verificando una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.

L’ultima anomala ondata di maltempo che si è abbattuta da Nord a a Sud del Paese conferma questa tendenza con una Primavera “maledetta” segnata da eventi estremi che hanno purtroppo causato vittime e provocato gravi danni alle coltivazioni agricole per i violenti temporali con pioggia abbondante accompagnata da grandine che a macchia di leopardo hanno colpito le campagne, dopo un inverno caldo e siccitoso in cui sono cadute in Italia 1/3 di precipitazioni in meno, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr.

Grandinate killer hanno fatto strage di ortaggi, cereali, girasole e frutta colpendo campi, serre, vigneti, agrumeti, oliveti e alberi compromettendo i raccolti dopo un anno di lavoro. Si contano perdite nei campi dalla Lombardia al Veneto, dall’Emilia Romagna alle Marche, dalla Basilicata alla Puglia dove dai primi rilievi si registra un danno enorme sulle ciliegie Bigarreau del 60%, perché acqua e grandine hanno spaccato il frutto già pronto per la raccolta a Bari, la culla produttiva della ciliegia italiana.

L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli. Si tratta di di una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio.