Venezia capitale dell’arte, arriva la Biennale 2019


Da sabato 11 maggio la Biennale Internazionale d’Arte di Venezia taglia il traguardo della 58ma edizione. “May you live in interesting times” il titolo di questa edizione, che coinvolge 79 artisti

Lara Favaretto Thinking Head, 2018 Mixed media
Lara Favaretto, Thinking Head, 2018 Mixed media

 

Apre al pubblico da sabato 11 maggio a domenica 24 novembre 2019, ai Giardini e all’Arsenale, la 58 Esposizione Internazionale d’Arte dal titolo “May You Live In Interesting Times”, curata da Ralph Rugoff e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta.

LA MOSTRA INTERNAZIONALE

«Il titolo di questa Mostra può essere letto come una sorta di maledizione – ha dichiarato il Presidente Paolo Baratta – nella quale l’espressione “interesting times” evoca l’idea di tempi sfidanti e persino minacciosi. Ma può essere anche un invito a vedere e considerare sempre il corso degli eventi umani nella loro complessità, un invito pertanto che ci appare particolarmente importante in tempi nei quali troppo spesso prevale un eccesso di semplificazione, generato da conformismo o da paura. E io credo che una mostra d’arte valga la pena di esistere, in primo luogo, se intende condurci davanti all’arte e agli artisti come una decisiva sfida a tutte le inclinazioni alla sovrasemplificazione.»

«Sono trascorsi vent’anni dalla presentazione, in queste stesse stanze, della mia prima Mostra – ha ricordato il Presidente – dopo l’importante riforma della Biennale del 1998. Posso dirvi che sono stati tutti very interesting times. Rispondemmo con scelte di ‘apertura’ ai molti critici che imputavano alla Biennale con i suoi ‘padiglioni dei Paesi’ di essere fuori moda; erano anni in cui era in voga l’elogio del cosmopolitismo e della globalizzazione. Trascorsi vent’anni oggi c’è chi solleva il dubbio se il cosmopolitismo sia stato anche un modo di esercitare una sorta di dominio (soft power) da parte delle società e delle economie dominanti.»

Il padiglione italiano della Biennale Arte 2019 (ph. Italo Rondinella)
Il padiglione italiano della Biennale Arte 2019 (ph. Italo Rondinella)

«Vogliamo offrire un’aperta palestra dove i visitatori possano sentirsi ingaggiati in incontri con le opere e gli artisti, nello scoprire direttamente ‘l’altro da sé’ che l’opera d’arteoffre. Ci teniamo alla sequenza secondo la quale, entrando nella Mostra, ‘il pubblico’ diventa ‘visitatore’, che poi diventa ‘osservatore’ dell’opera; segue il necessario spaesamento e l’impegno e la scoperta poi, quasi un esercizio di scherma. La condivisione di questi indirizzi è anche una delle ragioni per cui abbiamo chiesto in questo ventesimo anniversario la collaborazione di Ralph Rugoff.»

La Mostra è divisa in due presentazioni distinte, la Proposta A all’Arsenale e la Proposta B al Padiglione Centrale ai Giardini, includendo 79 artisti provenienti da tutto il mondo.

«Molte delle opere esposte affrontano le tematiche contemporanee più preoccupanti –spiega Ralph Rugoff – dall’accelerazione dei cambiamenti climatici alla rinascita dei programmi nazionalisti in tutto il mondo, dall’impatto pervasivo dei social media alla crescente disuguaglianza economica. Tuttavia, dobbiamo partire dal presupposto per cui l’arte è più di unamera documentazione del periodo storico in cui viene realizzata.»

«May You Live In Interesting Times mette in evidenza opere la cui forma attira l’attenzione su ciò che la forma stessa nasconde e sui molteplici scopi perseguiti dalle opere. Forse, indirettamente, queste opere possono diventare una sorta di guida per vivere e pensare in ‘tempi interessanti’. Possiamo senza dubbio imparare qualcosa dal modo in cui gli artisti di questa Biennale sfidano le consuetudini del pensiero e ampliano l’interpretazione che diamo a oggetti e immagini, scenari e situazioni decisamente eterogenei.»

«Ho pensato che questa Biennale, per poter focalizzare l’attenzione sulla molteplicità esemplare di queste pratiche artistiche caratterizzate da indagini aperte e sfaccettate, dovesse adottare un approccio leggermente diverso dal solito, ed è per questo motivo che non presenta una narrazione complessiva o una tematica generale. Per sottolineare le complessità fluide di questo tipo di arte, ho deciso di apportare un piccolo cambiamento al formato consolidato della Biennale Arte: May You Live In Interesting Times è divisa in due presentazioni distinte, la Proposta A all’Arsenale e la Proposta B al Padiglione Centrale ai Giardini. Le opere esposte nelle due sedi,insieme all’atmosfera che evocano, sono piuttosto diverse, non tanto perché si sviluppano attornoa concetti o princìpi separati, bensì perché mostrano aspetti diversi della pratica di ciascun artista.»

«I nostri incontri con le opere d’arte sono per forza di cose influenzati dai contestiarchitettonici che le ospitano, e gli allestimenti e le condizioni di fruizione diversi proposti daquesti due luoghi creano una spaccatura nell’esperienza che viviamo visitando le mostre che vi vengono allestite. Questa edizione trasforma questa separazione in un punto di forza. La Biennale Arte 2019 comprende anche novanta padiglioni nazionali che affiancano la Mostra internazionale, ed è quindi da sempre strutturata in un duplice formato in cui l’utopismo dellamostra internazionale è bilanciato dalle manifestazioni di carattere nazionale presentate nei singolipadiglioni. È uno degli aspetti che rendono unica l’Esposizione Internazionale d’Arte dellaBiennale di Venezia, a quanto mi risulta senza pari tra le manifestazioni omologhe e che la inserisce nella tradizione delle esposizioni internazionali nate nel diciannovesimo secolo.»

PARTECIPAZIONI NAZIONALI

La Mostra sarà affiancata da 90 Partecipazioni Nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. Sono 4 i paesi presenti per la prima volta alla Biennale Arte: Ghana, Madagascar, Malesia e Pakistan. La Repubblica Dominicana partecipa per la prima volta alla Biennale Arte con un proprio padiglione.

Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane, si intitola Né altra Né questa. La sfida al labirinto ed è a cura di Milovan Farronato.

EVENTI COLLATERALI
Sono 21 gli Eventi Collaterali ammessi dal Curatore e promossi da enti e istituzioni nazionali e internazionali senza fini di lucro. Organizzati in numerose sedi della città di Venezia, propongono un’ampia offerta di contributi e partecipazioni che arricchiscono il pluralismo di voci che caratterizza la Mostra.

PROGETTI SPECIALI realizzati dalla Biennale di Venezia

Progetto Speciale Forte Marghera, Mestre
Ludovica Carbotta, tra gli artisti presenti all’Esposizione Internazionale, è stata invitata da Ralph Rugoff per un intervento specifico a Forte Marghera. Carbotta presenta una nuova installazione scultorea, Monowe (The Powder Room, 2019), che esplora i modi in cui l’immaginazione umana puòscatenare emozioni potenti anche senza un reale pericolo imminente.

«Consolidiamo quest’anno la nostra presenza a Forte Marghera – ha commentato il Presidente Paolo Baratta – con una mostra allestita all’interno della Polveriera austriaca. Rugoff ha offerto agli artisti l’opportunità di presentare ciascuno due opere distinte che riflettono aspettidiversi della loro pratica e creano un dialogo tra l’Arsenale e i Giardini. Nel caso di Ludovica Carbotta la sua opera qui a Forte Marghera fa riferimento all’altro suo lavoro presente all’Arsenale.Tale approccio rafforza la piena integrazione tra l’Esposizione Internazionale e quanto mostrato inquesto luogo.»

Progetto Speciale al Padiglione delle Arti Applicate, Arsenale, Sale d’Armi
Per il quarto anno consecutivo, la collaborazione tra La Biennale di Venezia e il Victoria and Albert Museum di Londra ha reso possibile il Progetto Speciale del Padiglione delle Arti Applicate ospitato nelle Sale d’Armi dell’Arsenale, organizzato congiuntamente dalle istituzioni. Era ora è il titolo della mostra di Marysia Lewandowska, l’artista selezionata dal curatore della Biennale Arte 2019, Ralph Rugoff.

«Quest’anno il progetto di mostra trova l’ispirazione nella visita all’Archivio Storico della Biennale e alle collezioni del V&A, spiega il Presidente Baratta. Marysia Lewandowska rivolge la sua attenzione alla storia della Biennale e, in particolare, alle sue origini, rimanendo colpita dal netto predominio di “uomini” tra le persone citate nella sua storia ufficiale fin dalla fondazione.»

Un ricco programma di performance durante il weekend di apertura e le giornate conclusive di Mostra, renderanno vivi gli spazi attorno ai Giardini della Biennale, le aree esterne e gli spazi interni in episodi di varia natura e durata. Una serie di performance con programma giornaliero, creeranno uno spazio dedicato allo svolgimento di narrazioni più concentrate al Teatro alle Tese e al Teatro Piccolo dell’Arsenale (organizzazione artistica Aaron Cezar; con il supporto aggiuntivo di Arts Council England e Delfina Foundation).

In relazione all’installazione Thinking Head di Lara Favaretto al Padiglione Centrale dei Giardini, e per tutta la durata della nuvola di vapore che si alzerà davanti alla sua facciata, si terranno una serie di “dialoghi clandestini” in tavole rotonde a porte chiuse in Arsenale, all’interno di unospazio performativo simile a un bunker. Non sono previsti spettatori, ma i dialoghi saranno registrati e resi disponibili online sul sito della Biennale.