Venezuela nel caos: scintille tra Stati Uniti e Russia


Due morti e oltre quaranta feriti in Venezuela dal 30 aprile. Scontro verbale tra Stati Uniti, che appoggiano Guaidò, e la Russia che si è schierata a fianco di Maduro

Due morti e oltre quaranta feriti in Venezuela dal 30 aprile. Scontro verbale tra Stati Uniti, che appoggiano Guaidò, e la Russia che si è schierata a fianco di Maduro

Scontro verbale tra Russia e Stati Uniti sulla situazione in Venezuela. Dopo il golpe fallito del 30 aprile, il ministro degli Esteri americano Mike Pompeo ha dichiarato di non poter escludere un’azione militare Usa. Dura la replica del collega russo Sergei Lavrov, che ha parlato di “gravi conseguenze” per Washington se gli Usa decideranno di intervenire.

Intanto resta alta la tensione in Venezuela dove negli scontri del primo maggio sono morte 2 persone e ne sono rimaste ferite 46.

Come riferisce l’Agenzia Dire (www.dire.it)

il segretario di stato americano Mike Pompeo ha espresso “il pieno sostegno degli Stati Uniti all’Operazione Libertà”, avviata dal “presidente ad interim, Juan Guaidò”. Washington “sostiene pienamente il popolo venezuelano nella sua richiesta di libertà e democrazia. La democrazia non può essere sconfitta”, il tweet di Pompeo.

In Venezuela, prostrato dagli effetti della recessione e dell’iperinflazione dal 2013, i partiti di destra da tempo chiedono le dimissioni del presidente Nicolas Maduro, ritenuto responsabile della crisi economica.

Maduro però alle presidenziali di maggio 2018 è stato riconfermato a larga maggioranza, ma le opposizioni hanno denunciato brogli e dichiarato illeggittimo il nuovo esecutivo. A gennaio Juan Guaidò, il presidente del Parlamento, citando alcuni articoli della Costituzione ha quindi assunto la carica di presidente ad interim, ottenendo il sostegno degli Stati Uniti e dell’Unione europea, ma spaccando i Paesi dell’America Latina. Le Nazioni Unite continuano invece a riconoscere la legittimità di Maduro. Secondo l’Agenzia Onu per i Rifugiati, dal 2014 oltre 3 milioni di venezuelani hanno lasciato il Paese per sfuggire alle difficoltà economiche.

UNICEF: 15 bambini rimasti feriti durante le proteste di piazza

Intanto secondo le prime notizie ricevute dall’UNICEF, almeno 15 bambini tra i 14 e i 17 anni sono rimasti feriti durante le proteste di piazza in Venezuela di due giorni fa.

“Le proteste in strada, potenzialmente violente, in Venezuela stanno esponendo i bambini e i giovani a ferite e pericoli. Esorto tutti coloro che sono coinvolti ad adottare misure immediate per proteggere i bambini da qualsiasi tipo di violenza” ha affermato il Direttore generale Henrietta Fore.

L’azione umanitaria dell’UNICEF in Venezuela cerca di soddisfare i bisogni primari dei bambini e delle famiglie. L’UNICEF e i suoi partner forniscono vaccini, trattamenti antimalarici, kit di ostetrica e integratori vitaminici e minerali. Per aiutare i bambini a far fronte allo stress della violenza, l’UNICEF ha allestito spazi a misura di bambino a Caracas, Zulia e in altre località del paese. Inoltre, l’UNICEF fornisce acqua potabile sicura, forniture igieniche e kit didattici e ricreativi per gli studenti.

“L’UNICEF fa eco all’appello del Segretario Generale delle Nazioni Unite affinché tutte le parti coinvolte esercitino la massima cautela. I bambini e i giovani del Venezuela dovrebbero poter godere dei loro diritti alla salute, all’istruzione, alla protezione e alla partecipazione in modo sicuro e in ogni momento” conclude Fore.

Rojc: centinaia di italiani intrappolati

“La drammatica situazione politico-militare in Venezuela sta tenendo ‘intrappolati’ anche migliaia di italiani che vorrebbero lasciare il paese ma che non possono farlo a causa dell’impossibilità di rinnovare il passaporto, perché i nostri consolati hanno scarsità di energia elettrica”. E’ l’allarme lanciato dalla senatrice del Pd Tatjana Rojc, che ha presentato al ministro degli Esteri Moavero Milanesi una interrogazione urgente chiedendo al Governo “un intervento immediato a favore della comunità italiana in Venezuela, che conta oltre 200mila persone”.
“La nostra ambasciata e i nostri consolati in Venezuela – scrive Rojc a Moavero – sono bloccati a causa dall’assenza di energia elettrica che viene erogata per 6 ore al giorno e non tutti i giorni. Si tratta di una vera e propria emergenza in quanto risulta impossibile rinnovare un passaporto e siccome – spiega Rojc – il rinnovo può essere fatto solo attraverso i consolati esteri e non mediante quelli italiani, la situazione è a dir poco esplosiva”.
Da qui la richiesta della parlamentare dem al ministro degli Esteri di un “intervento immediato da parte del Governo italiano per agevolare i nostri connazionali in Venezuela, tenuto conto che recentemente a Maracaibo – ricorda Rojc – oltre 500 italiani hanno formalizzato una forte protesta, come riportato anche da “La Voce d’Italia”.
“Siamo inoltre in presenza – continua la parlamentare del Pd – di una difficile reperibilità dei farmaci e dunque chiedo cosa il nostro governo intenda fare per aiutare gli italiani che volessero lasciare subito il Venezuela, consentendo di rinnovare da subito i passaporti, qualora la situazione precipitasse”.
Rojc chiede anche “se il governo intenda intervenire affinché le nostre comunità possano disporre di appositi generatori di corrente, tenuto conto che in Venezuela d’estate si raggiungono i 40 gradi di temperatura e i condizionatori non funzionano per l’assenza di elettricità”.