Al teatro di Rifredi il cortometraggio pluripremiato “Il mondiale in piazza”


Al Teatro di Rifredi di Firenze, sabato 27 aprile, in occasione dell’ultima recita dello spettacolo di Michele Santeramo “Storia d’amore e di calcio” verrà proiettato, al termine della rappresentazione, il cortometraggio di Vito Palmieri “Il mondiale in piazza” che ha ottenuto due premi alla 75^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di  Venezia dello scorso anno

Le riprese del cortometraggio "Il mondiale in piazza" di Vito Palmieri
Le riprese del cortometraggio “Il mondiale in piazza” di Vito Palmieri

Il corto, che era stato selezionato nella sezione “MigrArti” – La Cultura che unisce -, realizzata in collaborazione con il Mibact, ha vinto il Premio come “Miglior Film” in concorso e il “Premio Patrimonio Culturale 2018”, importante riconoscimento proprio nell’anno in cui l’Europa ne celebra il valore culturale e sociale imprescindibile.
Vito Palmieri, regista dal percorso artistico concentrato su piccole grandi opere filmiche dai temi di forte attualità, ha curato la regia dei cortometraggi proiettati nello spettacolo di Michele Santeramo il quale, dal conto suo,  ha firmato con lui la sceneggiatura de “Il mondiale in piazza”.

Storia d'amore e di calcio (ph. Nico Bruchi)
Storia d’amore e di calcio (ph. Nico Bruchi)

La storia parte dall’esclusione della Nazionale Italiana ai mondiali di calcio 2018.  Ma in un paese del sud Italia, un gruppo di ragazzi non si scoraggia e decide di organizzare un mondiale parallelo, da giocarsi lì, in piazza, tra l’Italia e le altre nazionali composte da immigrati. Alcuni  di loro però sono nati in Italia, e si sentono quindi italiani al cento percento. Come fare? La soluzione è una sola: giocheranno due Italia. E vediamo chi vince.

Dalle note di Vito Palmieri:«Milioni di italiani hanno pianto e sofferto per la mancata qualificazione dell’Italia ai Mondiali di Russia 2018. Per la prima volta, dopo sessant’anni, è venuto a mancare il più tradizionale appuntamento calcistico, rara occasione di unità nazionale: da lì, una sensazione di improvviso smarrimento, che accomuna tutti i cittadini italiani, persone nate e vissute in Italia, che hanno condiviso percorsi scolastici, abitudini e stili di vita. A prescindere dal colore della pelle o dal nome che i genitori hanno dato loro. Da questa riflessione è nata l’idea del cortometraggio “Il Mondiale in piazza”, che ho voluto ambientare nel sud dell’Italia, a Bitonto, mia città d’origine, dove convivono tante comunità diverse di immigrati stabilmente residenti sul territorio, tra cui numerosi giovani di seconda generazione»