Protesta pastori sardi: prosegue il confronto con Centinaio


Il ministro delle Politiche agricole Centinaio di nuovo faccia a faccia con i pastori sardi: “C’è una differenza di otto centesimi tra la domanda e l’offerta ed è il motivo della protesta”

Il ministro delle Politiche agricole Centinaio di nuovo faccia a faccia con i pastori sardi: "C’è una differenza di otto centesimi tra la domanda e l’offerta ed è il motivo della protesta"

“Due giorni fa ero in Europa con il Commissario all’agricoltura per capire insieme a lui le misure che si possono mettere in campo. Con i miei interlocutori europei i rapporti sono ottimi, in particolare, con il Commissario alla Salute per la questione xylella e con il Commissario all’Agricoltura. Li ho incontrati entrambi e hanno elogiato il nostro lavoro. Quando hai un interlocutore che ti ascolta puoi lavorare bene e in tranquillità”.

Così il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo Sen. Gian Marco Centinaio ospite questa mattina di Agorà su Rai 3.

“Per quanto riguarda l’intesa sul latte, abbiamo proposto insieme a Regione Sardegna e Banco di Sardegna una serie di aiuti al settore del latte ovino tra cui anche la possibilità di ritirare il quantitativo di forme di formaggio. In questo momento, tuttavia, questo non basta perché da un lato i pastori chiedono 80 centesimi come anticipo al litro e i trasformatori che ne offrono 72. C’è una differenza di otto centesimi tra la domanda e l’offerta ed è il motivo della protesta che state vedendo”.

“Sulla questione agricola tra pastori sardi e trasformatori c’è alla base il ragionamento del prezzo ma esiste un problema dietro più grande che è quello del rilancio del settore di riforma della filiera. Noi stiamo ragionando con i pastori sardi su un decalogo di iniziative che verranno prese in considerazione. Oggi ne parleremo” ha concluso.

Già gettati in strada 3 milioni di litri di latte

Circa tre milioni di litri di latte sono stati lavorati per essere dati in beneficienza, dati in pasto agli animali o gettati in strada per colpa di una situazione insostenibile che ha portato i pastori all’esasperazione. E’ quanto stima la Coldiretti in occasione del Tavolo di Filiera convocato sul prezzo del latte per il pecorino al Ministero delle Politiche Agricole.

Ad una settimana dal primo tavolo di negoziato promosso al Viminale dal Governo e dopo l’incontro in Sardegna è chiara la necessità di definire un acconto equo almeno superiore ai costi di produzione e di inserire nell’accordo una clausola che garantisca di raggiungere in tempi certi l’obiettivo di un euro per il prezzo del latte pagato ai pastori da parte degli industriali che potranno vendere allo Stato ad un prezzo garantito milioni di chili di pecorino romano, grazie alle consistenti misure di sostegno per quasi 50 milioni di euro messe in campo da Governo e Regione.

“Senza considerare – aggiunge la Coldiretti – le aperture venute delle catene distributive che si sono impegnate a riconoscere agli industriali un valore, all’acquisto del pecorino, in grado di assicurare agli allevatori il prezzo di 1 euro al litro ed anche a realizzare campagne promozionali”.

Sul piano strutturale le dimissioni del presidente del Consorzio di Tutela Salvatore Palitta  agevolano il cambiamento nell’attuale gestione del Consorzio del Pecorino che va quindi completamente ripensata con l’ingresso nell’amministrazione dei pastori ai quali vanno assegnate le quote di produzione. Importante la nomina di un Prefetto per verificare eventuali errori e violazioni ma anche per controllare la legalità delle operazioni di ritiro del pecorino da destinare agli indigenti con le risorse pubbliche.

“Lavoriamo per chiudere la trattativa che è la cosa più importante per restituire serenità alle famiglie e alle aziende” conclude Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti nel sottolineare che “in gioco ci sono 12mila allevamenti della Sardegna dove pascolano 2,6 milioni di pecore, il 40% di quelle allevate in Italia, che producono quasi 3 milioni di quintali di latte destinato per il 60% alla produzione di pecorino romano (Dop)”.