L’Etna ora fa paura: forte terremoto, danni e feriti


Continua l’attività eruttiva dell’Etna iniziata la vigilia di Natale: nella notte forte scossa di terremoto di magnitudo ML 4.8 con epicentro a Viangrande, feriti e crolli nella provincia di Catania

Continua l'attività eruttiva dell'Etna iniziata la vigilia di Natale: nella notte forte scossa di terremoto di magnitudo ML 4.8 con epicentro a Viangrande, feriti e crolli nella provincia di Catania

L’eruzione dell’Etna ora fa davvero paura a chi vive alle pendici del vulcano. L’attività eruttiva iniziata la mattina della vigilia di Natale prosegue e con essa anche lo sciame sismico.

Nella giornata di ieri alle pendici del vulcano si sono registrate decine di scosse di terremoto ma la più forte è quella di stanotte.

Alle 03:19 la sala sismica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha registrato una scossa di magnitudo ML 4.8 con epicentro a Viangrande, in provincia di Catania. Il terremoto superficiale (ipocentro a 1 km di profondità) ha provocato crolli e al momento si contano almeno 10 feriti.

Da Pennisi a Zafferana Etnea, da Fleri a Pisano, i catanesi sono stati svegliati nella notte da un forte boato; poi i crolli, che hanno riguardato in particolare le costruzioni più antiche, e le macerie.

Il capo della Protezione Civile Borrelli si è recato nelle zone colpite dal terremoto per fare il punto dei danni e pianificare gli interventi di assistenza alla popolazione e di verifica dell’ agibilità degli edifici.

La nuova attività eruttiva dell’Etna resta continuamente monitorata e al momento non desta particolare preoccupazione tra gli esperti: l’allerta resta ferma sul giallo, il livello più basso.

L’eruzione dell’Etna: il punto dell’INGV

La mattina del 24 dicembre 2018 è iniziata una nuova eruzione laterale dell’Etna. Il fenomeno è stato caratterizzato dall’intrusione di un dicco magmatico nell’alto fianco orientale del vulcano, che ha generato un intenso sciame sismico e vistose deformazioni del suolo.

Lo sciame sismico è iniziato alle ore 8:30 UTC, corrispondenti alle ore 9.30 locali, ed ha interessato l’edificio etneo in diversi settori, con epicentri prevalentemente localizzati in prossimità dei crateri sommitali e nella Valle del Bove, ed ipocentri a profondità comprese tra 0 e 3 km sotto il livello del mare. Nelle prime tre ore sono avvenute circa 300 scosse; di queste gli eventi a maggiore energia sono stati localizzati principalmente in area sommitale. Successivamente la sismicità ha interessato la Valle del Bove con alcune scosse di magnitudo pari o superiore a 4.0.

L’inizio dello sciame sismico è coinciso con un aumento di intensità delle emissioni gassose dai crateri sommitali. Nel corso della mattinata, dalla Bocca Nuova e dal Cratere di Nord‐Est sono avvenute alcune isolate emissioni di cenere di colore bruno‐rossastro e grigio. Verso le ore 11.00 UTC (12 ora italiana) si è aperta una fessura eruttiva lunga circa 2 km ed orientata in direzione NNO-SSE.

fessura eruttiva etna

La fessura eruttiva si è estesa dalla base sud‐orientale del Nuovo Cratere di Sud‐Est alla parete occidentale della Valle del Bove, raggiungendo una quota minima di circa 2400 metri sul livello del mare. Una seconda, piccola fessura eruttiva si è aperta poco più a nord, a circa 3000 metri di quota, tra il Nuovo Cratere di Sud‐Est e il Cratere di Nord‐Est, ed ha prodotto quasi esclusivamente una debole attività stromboliana durata poche decine di minuti. Contestualmente, anche il Cratere di Nord‐Est e la Bocca Nuova hanno prodotto una continua attività stromboliana di intensità variabile. Nel complesso, la nube di cenere generata dall’insieme delle bocche eruttive ha prodotto un pennacchio di cenere scura molto consistente, spinto dal vento nel quadrante sud‐orientale del vulcano.

La cenere vulcanica è ricaduta prevalentemente nei dintorni di Zafferana Etnea e Santa Venerina. Nel corso della sua propagazione, la fessura eruttiva apertasi in Valle del Bove ha alimentato alcune colate di lava che hanno attraversato interamente la parete occidentale della valle stessa, raggiungendone il fondo ed attestandosi, verso le ore 17.00 UTC del 24 dicembre, a quote variabili tra 1650 e 1800 metri circa.

Nelle prime ore del 25 dicembre l’eruzione era ancora in corso. Una colata di lava ha continuato a riversarsi nella Valle del Bove, alimentata dalla frattura eruttiva la cui bocca più bassa si trova a circa 2400 m di quota, lungo la parete occidentale della valle stessa. I Crateri Sommitali, ed in particolare la Bocca Nuova e il Cratere di Nord-Est, producono una continua attività stromboliana che alimenta un pennacchio gassoso ricco di cenere vulcanica. Continua anche lo sciame sismico che accompagna l’eruzione; in circa ventiquattro ore, ci sono state oltre settecentocinquanta scosse sismiche registrate dalla rete sismica dell’INGV Osservatorio Etneo.