Allarme terrorismo sui social network


Sicurezza web, l’esperto mette in guardia sui social network: su Instagram, Whatsapp e Telegram pericolo Isis, su Twitter il 20% dei profili è fake

Sicurezza web, l'esperto mette in guardia sui social network: su Instagram, Whatsapp e Telegram pericolo Isis, su Twitter il 20% dei profili è fake

Secondo il “Global Economic Crime and Fraud Survey” di PwC, il cybercrimine è la categoria di frode più diffusa in Italia in ambito economico-finanziario. Negli ultimi due anni, è stato il crimine più ricorrente, superando l’appropriazione indebita (42%) e le frodi perpetrate dai consumatori (32%). Tra le organizzazioni vittime di un attacco, il 45% ha dichiarato di aver subito un’offensiva informatica. L’uso della tecnologia difensiva, in Italia, non è così tanto diffuso: solo il 44% delle organizzazioni effettua un monitoraggio continuo, mentre il 25% svolge un’attività di prevenzione.

Le minacce, però, oltre a colpire le aziende mettono a rischio, nella vita di tutti i giorni, la sicurezza dell’utente medio a tal punto da essere oggetto di una potenziale campagna terroristica realizzata tramite social network.

Arturo Di Corinto, direttore della comunicazione del Laboratorio Nazionale di Cibersecurity, nell’incontro previsto domani, venerdì 9 novembrepromosso da Cisco in occasione della Festa della Rete https://www.festadellarete.it/programma/ ha parlato di Cibersecurity, definendola come “quell’insieme di tecnologie, programmi e processi che hanno il ‘compito’ di proteggere i computer e le reti informatiche da qualsiasi tipo di attacco esterno”.

Ciò che, secondo lui, risulta essere più dannoso è proprio l’utilizzo dei social network: “In Linkedin – dichiara l’esperto – esistono le ‘Honey Traps’, ovvero le ‘Trappole di Miele’: c’è la possibilità che finti manager cinesi contattino un utente, offrendogli di tutto per portarlo nei loro servizi segreti. Tutto ciò, ovviamente, se hanno qualcosa da dare in cambio, come nei casi di professori o ricercatori universitari. Su Instagram, invece, è presente l’Isis con tutti i suoi seguaci, che inviano messaggi e fanno proselitismo. Sui gruppi Whatsapp e sui canali Telegram è pieno di utenti che fanno propaganda sia in funzione terroristica, sia politico-comportamentale durante le elezioni.  Twitter, infine, è devastata dai finti profili. E’ una consapevolezza comune: prima sembrava che li utilizzassero solo i russi, ora anche iraniani ed arabo-sauditi. Almeno il 20% dei profili, poi, sono fasulli. Fra i social, comunque, quello più a rischio è Facebook, perché è stato pensato per una platea di consumatori di cui vendere l’attenzione agli investitori pubblicitari”.

Tutti dovremmo staccarci – continua Di Corinto – Facebook, Twitter, Instagram, Linkedin e Whatsappnon esiste protezione e, cosa più grave, sono potenziali trappole per gli utenti. Utilizzandole, infatti, si rinuncia alla Privacy e si rimane esposti alle manipolazioni del comportamento automatizzato dei social, degli investitori e di coloro che possono utilizzare dei bug di funzionamento. Non c’è nessuna autonomia, nessuna libertà e non esiste protezione”.

“Molti, poi, trovano utile usare i social per svago e per lavoro, tuttavia troppe interazioni sono solo conflittuali. E mi chiederei, inoltre, quante vere amicizieabbiamo costruito su Facebook e quanti abbiano trovato lavoro grazie a LinkedinIl mio consiglio? Staccarsi dai social, perché non serve a niente. Questa dipendenza fa leva sulle caratteristiche psicologiche del nostro comportamento, perché noi siamo vulnerabili. Quando siamo online siamo appagati dai like, dai commenti e dalle condivisioni perché attivano i circuiti della gratificazione chimico-biologica. Lo smartphone, poi, viene toccato di media 2600 volte al giorno: è come se fossimo ‘drogati’ di informazioni, anche quando queste non hanno nulla di utile nei contenuti. Il nostro è un disperato tentativo di contare qualcosa, di dimostrare che siamo vivi in un mondo dove le gerarchie sociali sono quelle che sono”.

Le minacce, inoltre, possono riguardare sia le organizzazioni sia l’utente medio a cui, per esempio, possono venire sottratti dati sensibili come informazioni personali conti bancari: “in questo caso – spiega Di Corinto – si parla di appropriazione di dati personali, ma anche di furto d’identità. Per quanto riguarda i rischi a cui si è maggiormente esposti ce ne sono diversi. Esistono i ‘ransomware’, comunemente noti come ‘virus del riscatto’ che, limitando del tutto o in parte il dispositivo che infetta, obbliga l’utente a pagare delle cifre in denaro, molto spesso in criptovalute come i Bitcoin, per ritornare in possesso di tutto ciò che era stato bloccato. In alcuni casi, però, pur pagando il riscatto l’utente potrebbe non riacquistare il controllo del proprio dispositivo. Un altro rischio è quello legato al ‘phishing’, una truffa mediante la quale un malintenzionato cerca di ingannare un utente a fornire informazioni personali o, addirittura, dati finanziari o codici di accesso fingendosi un Ente affidabile”.

La partecipazione di Di Corinto alla Festa della Rete 2018 rientra nel variegato programma di incontri previsti: durante la tre giorni si svolgeranno incontri e dibattiti su diversi argomenti. Dai temi d’attualità legati alla Rete, come il diritto alla privacy e i dati personali, alle fake news, passando per bullismo, identità digitale ed intelligenza artificiale.

Tra i tanti appuntamenti e i temi di discussione in programma oltre alla  Cibersecurity, anche un incontro con Laura Boldrini e la blogger Giulia Blasiche, con la moderazione di Matteo Grandi, che parleranno del movimento #MeToo in un incontro dal titolo “La rete contro le molestie”.

Tra i tanti protagonisti anche la Pozzoli’s Family, The Show, Sofia Viscardi, Daniele Doesn’t Matter, Gianliuca Gazzoli e Pinuccio e Cucine da Uomini.

Il claim scelto per quest’edizione, il web che ti meriti, è significativo e richiama l’attenzione che ciascuno di noi, in qualità di utente, deve dedicare nel costruire una rete web che gli sia utile ed in grado di migliorare la propria vita e quella degli altri.