Tsunami Indonesia: appello UNICEF per aiuti a minori


UNICEF sulla catastrofe in Indonesia: 1,5 milioni di persone colpite dal terremoto e dallo tsunami a Sulawesi, 340.000 persone ancora sfollate a Lombok. Appello per raccogliere 26,6 milioni di dollari

UNICEF sulla catastrofe in Indonesia: 1,5 milioni di persone colpite dal terremoto e dallo tsunami a Sulawesi, 340.000 persone ancora sfollate a Lombok. Appello per raccogliere 26,6 milioni di dollari

L’UNICEF oggi ha lanciato un appello sia di emergenza che di ripresa per rispondere ai bisogni umanitari immediati dei bambini per i prossimi 6 mesi in seguito alle calamità che hanno colpito l’Indonesia, a  Sulawesi (a settembre) e Lombok (ad agosto). I fondi aiuteranno a fornire servizi idrici, igienico-sanitari, per la salute, la nutrizione, l’istruzione e la protezione dell’infanzia per un numero stimato di 475.000 bambini, come parte della risposta coordinata dal governo dell’Indonesia.

Si stima che 1,5 milioni di persone siano state colpite dallo tsunami scatenato da un terremoto con una magnitudine di 7,4 al largo della costa di Sulawesi il 28 settembreAl 9 di ottobre, è stato accertato che 2.010 persone sono morte, 10.700 gravemente ferite e 671 disperse. A Lombok, in seguito a una serie di terremoti distruttivi ad agosto, oltre 340.000 persone sono ancora sfollate e stanno vivendo in 2.800 accampamenti.

L’UNICEF chiede 26,6 milioni di dollari per supportare l’accesso ai servizi idrici e igienico-sanitari, di protezione dell’infanzia, istruzione, salute e nutrizione dell’infanzia per 1,4 milioni di persone, sia per Sulawesi centrale che per Lombok.

“La nostra priorità maggiore al momento è assicurare che i bambini ricevano aiuti salvavita come servizi per la salute, idrici e igienici, per la nutrizione e la protezione dell’infanzia”, ha dichiarato Debora Comini, rappresentante UNICEF in Indonesia. “Ma i prossimi 6 mesi saranno fondamentali, visto che lavoreremo per assicurare che ogni bambino colpito abbia un’equa opportunità di continuare il suo percorso di ripresa in corso e di ricostruire la sua vita in meglio in un ambiente sicuro e favorevole”.

Circa 83.000 persone sono state sfollate a Sulawesi centrale e circa 500.000 persone hanno bisogno di accesso immediato a servizi idrici e igienico-sanitari. Prima di questa calamità, Palu, il principale centro urbano, aveva una bassa copertura vaccinale, al 49%, e una percentuale di ritardo della crescita e di deperimento cronico rispettivamente del 12,5% e del 36,1%. Il Sulawesi centrale ha inoltre uno dei tassi più bassi di servizi igienico-sanitari in Indonesia. Queste vulnerabilità aumentano il rischio di epidemie di malattie per migliaia di bambini. Anche molte delle 2.700 scuole nella regione potrebbero essere colpite e l’istruzione di 270.000 bambini può pertanto essere in pericolo.

Come parte della sua risposta d’emergenza, l’UNICEF e i suoi partner forniranno acqua e servizi igienico-sanitari per le popolazioni sfollate, e anche promozione dell’igiene; l’UNICEF aiuterà inoltre al ripristino dei servizi sanitari e per la nutrizione e allestirà spazi per l’apprendimento temporanei.

L’UNICEF è preoccupato per i bambini separati e per quelli che hanno bisogno di supporto psicosociale. I team dell’UNICEF sul campo stanno avviando spazi sicuri per le donne e i bambini basati sulle comunità, fra cui spazi a misura di bambino e proseguono con i meccanismi di registrazione e rintracciamento per aiutare a identificare, registrare, verificare e riunire i bambini e le famiglie.

A Lombok, l’UNICEF supporta il Ministero della Salute su nutrizione, salute materna e infantile e vaccinazione; e il Ministero dei Lavori Pubblici sui servizi idrici e igienico-sanitari. In Indonesia l’UNICEF sta inoltre lavorando con il Ministero degli Affari Sociali e il Ministero dell’Istruzione per assicurare che la protezione dell’infanzia e le attività psicosociali siano in linea con gli standard globali minimi.

“Un team dello staff dell’UNICEF è stato sul campo nelle aree colpite, supportando la risposta del governo nei settori dell’acqua, servizi igienico-sanitari, protezione dell’infanzia, salute, nutrizione e istruzione. E continueremo a rimanere lì, per ampliare le nostre operazioni di soccorso immediato e trasformarle in ripresa rapida, in modo che i bambini possano avere indietro le loro vite, sulla strada giusta verso un futuro migliore”, ha concluso Comini.