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Nei Paesi ricchi 1 bambino su 5 non viene mai allattato

Report UNICEF sulla salute materna e infantile in Yemen: 1 donna e 6 neonati muoiono ogni due ore a causa di complicazioni durante il parto

On 28 December 2017, two infants receive treatment in Althawrah Hospital, Sana’a, Yemen. There is a shortage of incubators in the hospital. More than 3 million children have been born in Yemen since violence ravaging the country escalated in 2015, according to a UNICEF report released on Tuesday 16 January 2018. Children born since the conflict escalated over 1,000 days ago face huge challenges in their physical, cognitive and social development. Women in Yemen often have to give birth in deplorable conditions, with pregnant women often already sick or malnourished themselves. Babies are being born premature and sick, with many not surviving the first days and weeks of life. Even before the conflict escalated in 2015, Yemen was the poorest country in the Middle East, with many children and their families relying on humanitarian support to survive. Yemen has suffered decades of under development, economic decline, frequent bursts of conflict and the destruction of fragile public infrastructure and services.

Nuovo studio UNICEF sull’allattamento: nel mondo circa 7,6 milioni di bambini ogni anno non vengono allattati

Secondo un nuovo studio dell’UNICEF diffuso oggi, il numero di bambini che non vengono allattati resta ancora alto, in particolare nei Paesi più ricchi. Nel mondo sono circa 7,6 milioni i bambini che ogni anno non vengono allattati. Lo studio mostra che, anche se il latte materno salva vite, protegge i bambini e le madri da malattie letali e contribuisce a raggiungere un QI più alto e risultati scolastici migliori, circa il 21% dei bambini nei Paesi ad alto reddito non sono mai stati allattati. Nei Paesi a basso e medio reddito questo tasso è del 4%.

Lo studio mostra che i bambini hanno probabilità maggiori di essere allattati almeno una volta nei Paesi a basso e medio reddito, come Bhutan (99%), Madagascar (99%) e Perù (99%), rispetto a quelli nati in Irlanda (55%), Stati Uniti (74%) o Spagna (77%). In Italia questa percentuale è dell’86%, in Germania dell’82%, nel Regno Unito 81% e in Spagna 77%, superate dai paesi del Nord Europa, come Finlandia (92%), Norvegia (95%) e Svezia (98%). Solo negli Stati Uniti vive quasi oltre un terzo dei 2,6 milioni di bambini dei Paesi ad alto reddito che non sono mai stati allattati.

“L’allattamento è il miglior regalo che una madre, ricca o povera, possa fare al suo bambino e a se stessa”, ha dichiarato Shahida Azfar, Vicedirettore generale ad interim dell’UNICEF. “Celebrando la Festa della Mamma, dobbiamo dare a tutte le madri del mondo il supporto di cui hanno bisogno per allattare”.

Tuttavia, i dati mostrano che nei Paesi a basso e medio reddito, le disparità di ricchezza influenzano il periodo in cui una madre continuerà ad allattare il bambino. I bambini delle famiglie più povere hanno tassi di allattamento fino a 2 anni superiori di circa 1,5 volte ai tassi delle famiglie più ricche. Le disparità sono più diffuse in Africa occidentale e centrale e in America Latina e nei Caraibi, dove i bambini delle famiglie più povere hanno tassi di allattamento a 2 anni circa doppi rispetto a quelli delle famiglie più ricche.

“Sappiamo che è meno probabile che le madri ricche nei Paesi poveri allattino, ma, in qualche modo paradossalmente, i segnali che vediamo indicano che nei Paesi ricchi sono i poveri ad avere meno probabilità di allattare”, ha continuato Shahida Azfar.

“Queste disparità nell’allattamento rispetto ai livelli di reddito indicano che i Paesi, a prescindere dal livello di ricchezza, non stanno informando e rendendo ogni madre in grado di poter allattare i suoi bambini”.

I fattori che conducono a tassi di allattamento più alti variano. Paesi come l’India e il Vietnam hanno messo in atto politiche forti per proteggere e promuovere l’allattamento. Altri Paesi, come il Turkmenistan, hanno tassi molto alti di madri che partoriscono in ospedali amici dei bambini. Quasi tutte le madri in Nuova Zelanda e Sri Lanka partoriscono in strutture amiche dei bambini. Inoltre, i contesti politici e culturali, che comprendono il supporto dei padri, delle famiglie, degli impiegati e delle comunità, giocano un ruolo decisivo.

Attraverso la sua campagna globale, Every Child ALIVE, – in Italia, “Ogni bambino è VITA” – che ha l’obiettivo di chiedere soluzioni per tutti i neonati del mondo, l’UNICEF chiede ai governi, al settore privato e alla società civile di:

Per celebrare la Festa della mamma (il prossimo 13 maggio), l’UNICEF Italia ha lanciato la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi “Ogni bambino è VITA” a sostegno di progetti prenatali e postnatali in 10 Paesi – Bangladesh, Etiopia, Guinea Bissau, India, Indonesia, Malawi, Mali, Nigeria, Pakistan e Tanzania – dove la povertà estrema causa gravi carenze nelle infrastrutture mediche e la mortalità per cause neonatali è tra le più alte al mondo.

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