Indovina chi viene dopo cena fa infuriare i cacciatori


Nel mirino la puntata dedicata alla caccia e al lupo: “Monologo della RAI palesemente fazioso e diffamatorio”

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Nel mirino dei cacciatori la puntata andata in onda lunedì 4 dicembre su Rai 3 e dedicata al tema lupo, gestione ambientale e caccia

ROMA – La terza puntata di Indovina chi viene dopo cena dal titolo “C’era una volta…il lupo cattivo” ha fatto infuriare i cacciatori. Al centro della trasmissione moltissime specie protette minacciate di estinzione in ogni angolo della Terra. “Questa volta si vede, più da vicino, come predatori e prede siano costretti a un precario equilibrio anche qui in Italia, minacciati dalla caccia” si legge nella presentazione della puntata andata in onda lunedì 4 dicembre su Rai 3 e dedicata al tema lupo, gestione ambientale e caccia.

FENAVERI (Federazione Italiana della Caccia, Enalcaccia, ANUUMigratoristi), Arcicaccia, Liberacaccia, Italcaccia e CNCN – Comitato Nazionale Caccia e Natura in una nota “sottolineano negativamente l’approccio assolutamente partigiano, da campagna elettorale a supporto delle posizioni animaliste e fondamentaliste (dal giornalismo d’inchiesta si passa a quello “a richiesta”) che ha caratterizzato il programma, dando vita a una trasmissione monocolore, ricca di inesattezze tecniche – quando non vere e proprie falsità – sostenute con argomentazioni prive di riscontri oggettivi”.

“Che l’informazione si spenda per eleggere animalisti è sintomatico dei limiti di una comunicazione che dovrebbe essere libera, atteggiamento già non comprensibile. Che lo faccia la RAI, che è l’“informazione pubblica”, è grave. L’unico tendenzioso obiettivo, neppure velatamente mascherato, è attaccare ancora una volta la caccia e i suoi praticanti” affermano le sigle venatorie in merito alla trasmissione Indovina chi viene dopo cena.

“Per questi motivi il mondo venatorio compatto e il CNCN hanno deciso di rivolgersi senza indugi, con i mezzi e nei modi ritenuti più idonei, alla direzione Rai, ai Partiti e ai Gruppi Parlamentari perché la Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi faccia chiarezza e garantisca la par condicio e le rappresentanze del pluralismo delle idee, oltre a segnalare il caso all’Ordine Nazionale dei Giornalisti” si legge ancora nella nota.

“Parallelamente è stato dato mandato ai propri legali di valutare gli estremi per intentare un procedimento legale per diffamazione nei confronti della conduttrice e della Rete – spiegano ancora le associazioni venatorie -. Auspichiamo che di fronte alla criminalizzazione dell’attività venatoria, facendo di “tutta l’erba un fascio” (come dire che gli automobilisti sono tutti pirati della strada) sia data la possibilità di replica immediata. Infine, si chiede che la magistratura, alla luce delle denunce di illeciti formulate nel corso della trasmissione, indaghi e colpisca i responsabili (nome e cognome) di reati di cui è venuto a conoscenza il giornalista”.