Ludopatia, Consiglio di Stato condanna MEF e Monopoli


Accolto il ricorso del Codacons: entro 30 giorni Ministero e AAMS dovranno attuare la legge di tutela

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Il Codacons da anni si batte contro la piaga della ludopatia in Italia

ROMA – Ancora una vittoria del Codacons contro lo Stato Italiano sul fronte della lotta al gioco d’azzardo. Il Consiglio di Stato, infatti, ha accolto un ricorso promosso dall’associazione dei consumatori nell’ambito di una class action avviata dallo stesso Codacons in tema di ludopatia, condannando il Ministero dell’Economia e i Monopoli di Stato ad attuare le disposizioni in materia previste dalla legge.

Già il Tar del Lazio aveva dato ragione all’associazione, ordinando al Ministero dell’economia, al Ministero della Salute e ai Monopoli di Stato di emanare le linee d’azione per la prevenzione, il contrasto e il recupero di fenomeni di ludopatia conseguente a gioco compulsivo, ai sensi dell’art. 1, comma 70, della legge n. 220 del 2010.

Contro la decisione del Tar, i due ministeri e i Monopoli hanno presentato appello al Consiglio di Stato, che non solo ha completamento rigettato le loro istanze, ma ha anche condannato le amministrazioni a pagare al Codacons 4.000 euro di spese legali.

Scrive infatti nella sentenza la IV sez. del CdS (Pres. Filippo Patroni Griffi, Rel. Daniela Di Carlo):

L’oggetto della disciplina solo indirettamente e in modo mediato riguardava la predisposizione di azioni di contrasto alla ludopatia, prefiggendosi, invece, il legislatore, lo scopo principale di aggiornare i livelli essenziali di assistenza con prioritario riferimento alla riformulazione dell’elenco delle malattie croniche e di quelle rare, al fine di assicurare il bisogno di salute, l’equità nell’accesso all’assistenza, la qualità delle cure e la loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze.

In tale contesto le prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette da ludopatia (intesa come patologia che caratterizza i soggetti affetti da sindrome da gioco con vincita in denaro) rappresentava solo una, tra le molteplici, malattie croniche o rare bisognose di attenzione da parte del sistema sanitario nazionale. […].

Pertanto, in un sistema cd. a tutele crescenti, l’entrata in vigore del decreto Balduzzi non rappresenta e non può rappresentare un ostacolo all’adozione di un atto amministrativo generale previsto da una legge tuttora in vigore, ma anzi costituisce un passo necessario verso l’attuazione di obiettivi posti dal legislatore in modo frammentato e rimasti ancora, allo stato, lettera morta nonostante le tante leggi succedutesi in materia. […]” si legge ancora.

La continua e reiterata, in tutto o in parte, mancata attuazione delle misure volute dal legislatore suona pertanto – contrariamente a quanto ritenuto dalla parte appellante – come ulteriore riprova del fatto che il decisum contenuto nell’impugnata sentenza conserva tuttora la propria attualità”.

“È una vergogna che mentre migliaia di persone si ammalano ogni anno in Italia a causa del gioco, lo Stato intervenga solo dopo gli ordini dei giudici e le azioni del Codacons” afferma il presidente Carlo Rienzi.

“Ora il Ministero dell’Economia, assieme a quello della salute e ai Monopoli di Stato, dovrà emanare le disposizioni previste dalla legge 220 del 2010, ossia varare delle linee guida di contrasto al fenomeno della ludopatia. Se entro 30 giorni non sarà data attuazione alla sentenza del Consiglio di Stato, saremo costretti a chiedere la nomina di un commissario ad acta che si sostituisca allo Stato nell’adozione di misure a tutela della salute dei giocatori” conclude Rienzi.