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Italia e Romania alleate nella lotta contro il morbillo

morbillo epidemia in italia 2017

Tra gli operatori sanitari si contano quasi 300 casi

L’epidemia al centro di un bilaterale a Bucarest tra i Ministri della Salute dei due Paesi

I Ministri Lorenzin e Bodog

BUCAREST – Sono 4.487 i casi di morbillo registrati in Italia dall’inizio dell’anno e 3 i decessi. L’88% di chi si è ammalato, inoltre, non era coperto da vaccinazione secondo l’ultimo bollettino settimanale (4-10 settembre) a cura di Ministero della Salute e Istituto superiore di sanità (ISS).

Quasi tutte le Regioni (18/21) hanno segnalato casi, ma il 90% proviene da sette: Piemonte, Lazio, Lombardia, Toscana, Abruzzo, Veneto e Sicilia. La maggior parte dei casi (74%) è stata segnalata in persone di età maggiore o uguale a 15 anni e l’incidenza maggiore si è verificata nei bambini sotto l’anno di età. Infine, si registrano 294 casi segnalati tra operatori sanitari.

Dell’epidemia di morbillo in atto in Italia ne hanno parlato anche la Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin e il Ministro della Salute della Romania, Florian Bodog, nel corso di un incontro bilaterale a Bucarest.

I due Ministri hanno apprezzato l’appello e i riconoscimenti del Presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, per il contrasto al morbillo e alle malattie prevenibili e hanno ribadito che Italia e Romania sono unite nel contrasto al morbillo e nella promozione delle vaccinazioni come prima arma di protezione per la salute pubblica.

Lorenzin ha apprezzato il riconoscimento all’Italia per aver adottato una legge che ha reso obbligatori 10 vaccinazioni ed evidenzia come anche altri Paesi stanno seguendo la rotta tracciata dal nostro Paese. Misure analoghe sono state prese anche dalla Francia che dal 2018 renderà obbligatorie 11 vaccinazioni e anche dalla Romania (che ha registrato nel 2017 più di 10000 casi di morbillo) che sta per rendere 9 vaccini obbligatori.

Lorenzin e Bodog hanno poi condiviso la necessità che in tutta Europa siano resi uniformi i calendari vaccinali in modo da poter rendere omogenea la copertura dei bambini di tutta l’Unione europea.

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