Viaggi spaventosi: l’incubo per i migranti è nel Mediterraneo


Rapporto UNICEF-OIM: il 77% di chi ha percorso la rotta del Mediterraneo racconta di sfruttamento e violenze

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Un migrante in Libia mostra i segni delle violenze (foto UNICEF)

ROMA – Secondo un nuovo rapporto lanciato oggi dall’UNICEF e dall’OIM, i bambini e i giovani rifugiati e migranti che tentano di raggiungere l’Europa, affrontano livelli di abuso dei diritti umani spaventosi.

Il 77% di coloro che viaggiano lungo la rotta del Mediterraneo Centrale ha riportato esperienze dirette di abuso, sfruttamento e pratiche che potrebbero equivalere a tratta di esseri umani.

“Viaggi Spaventosi” (Harrowing Journeys) mostra che, mentre tutti i migranti e i rifugiati corrono alti rischi, i bambini e i giovani migranti sono molto più esposti allo sfruttamento e alla tratta rispetto agli adulti dai 25 anni in su: quasi il doppio lungo la rotta del Mediterraneo Orientale (il 17% contro il 10%) e con un tasso del 13% superiore sulla rotta del Mediterraneo Centrale (il 77% contro il 69%).

Il rapporto – basato sulle testimonianze di circa 22.000 migranti e rifugiati, compresi 11.000 bambini e giovani intervistati dall’OIM – mostra anche che, mentre tutti i bambini migranti sono esposti a grandi rischi, coloro che provengono dall’Africa sub sahariana hanno probabilità molto maggiori di subire sfruttamento e tratta rispetto a persone che si spostano da altri Paesi del mondo.

Lungo la rotta del Mediterraneo Orientale, il 65% rispetto al 15% e lungo la rotta del Mediterraneo centrale l’83% rispetto al 56%. Il razzismo è probabilmente il principale fattore alla base di questa discrepanza.

I bambini e i giovani che viaggiano da soli o per lunghi periodi, insieme con coloro che hanno bassi livelli di istruzione, sono tra i più vulnerabili a sfruttamento per mano di responsabili di tratta e gruppi criminali durante il viaggio.

Secondo il rapporto, la rotta del Mediterraneo Centrale è particolarmente pericolosa: la maggior parte dei migranti e dei rifugiati che hanno attraversato la Libia continuano ad essere fortemente colpiti da illegalità, milizie e criminalità. In media i giovani pagano tra i 1.000 e i 5.000 dollari per il viaggio e spesso arrivano in Europa con debiti, il che li espone ad ulteriori rischi.

Aimamo, un ragazzo non accompagnato di 16 anni proveniente dal Gambia e intervistato presso un rifugio in Italia, ha detto di essere stato costretto per mesi, una volta arrivato in Libia, ad un estenuante lavoro manuale per mano di responsabili di tratta. “Se provi a scappare, ti sparano. Se smetti di lavorare, ti picchiano. Eravamo come degli schiavi. Alla fine della giornata, ti chiudono dentro” ha raccontato.

“La dura realtà è che ormai pratica consueta che i bambini migranti lungo il Mediterraneo siano vittime di abusi, traffico, percosse e discriminazioni”, ha dichiarato Afshan Khan, Direttore Regionale e Coordinatore Speciale dell’UNICEF per la crisi Rifugiati e Migranti in Europa.

“I leader dell’Unione Europea dovrebbero attuare delle soluzioni durature che comprendano percorsi migratori sicuri e legali, stabilire corridoi di protezione e trovare alternative alla detenzione di minori migranti” ha aggiunto.

Per le persone che lasciano i propri Paesi in fuga da violenze, instabilità e povertà, i fattori che le spingono a migrare sono gravi, queste persone intraprendono viaggi pericolosi pur sapendo che potrebbero costare loro la dignità, il benessere o anche la vita” ha dichiarato Eugenio Ambrosi, Direttore Regionale dell’OIM per l’Unione Europea, la Norvegia e la Svizzera. “Se non verranno istituiti percorsi migratori più regolari, altre misure saranno relativamente inefficaci. Dobbiamo ravvivare un approccio alle migrazioni basato sui diritti, migliorare i meccanismi per identificare e proteggere i più vulnerabili nel processo migratorio, a prescindere dal loro status legale” ha aggiunto.

Il rapporto chiede a tutte le parti interessate – Paesi di origine, di transito e destinazione, l’Unione Africana, l’Unione Europea, le organizzazioni internazionali e nazionali con il supporto della comunità dei donatori – di dare priorità ad una serie di azioni. Queste comprendono: stabilire passaggi regolari e sicuri per i bambini migranti; rafforzare i servizi di protezione dei bambini migranti e rifugiati nei paesi di origine, transito e destinazione; trovare alternative alla detenzione dei bambini migranti; lavorare ai confini per combattere tratta e sfruttamento; combattere la xenofobia, il razzismo e le discriminazioni contro tutti i migranti e i rifugiati.

Il rapporto OIM-UNICEF si basa principalmente sulle interviste condotte con 22.000 migranti in Italia, Grecia, Bulgaria, Ungheria, Serbia Slovenia e l’ex Repubblica iugoslava di Macedonia. Sono stati intervistati 11.000 adolescenti (14-17 anni) e giovani (18-24 anni).