Terremoto Centro Italia: patrimonio culturale in salvo con “Le mani che aiutano”


La campagna social del Mibact a un anno dal sisma che ha colpito il Centro Italia

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La locandina della campagna social

ROMA – Ad un anno dal terremoto che ha colpito drammaticamente le regioni del centro Italia Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ha ideato una campagna social per non dimenticare anche quanto accaduto a seguito dei colpi inferti al patrimonio culturale.

Da due giorni il profilo @museitaliani dedica infatti una galleria inedita di fotografie simbolo per raccontare non solo il dramma del terremoto, ma anche la cura del patrimonio, attraverso le immagini del recupero e del restauro delle migliaia di beni culturali feriti.

Sin dalle prime ore del mattino del 24 agosto 2016, infatti, le squadre di rilevamento danni del MiBACT, insieme alla Protezione Civile, ai Vigili del Fuoco e ai Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale, ha messo in moto una macchina che in questi 12 mesi non ha mai smesso di lavorare.

Protagoniste della campagna del MiBACT sono anche le mani, che oggi, su Instagram, nel primo anniversario del terremoto, diventano il simbolo della cura del patrimonio e del lavoro accurato e sapiente dei tecnici dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, dell’Opificio delle Pietre Dure, dell’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario e del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale.

Il post di @museitaliani che accompagna gli scatti vuole essere un ringraziamento a tutte le professionalità che lavorano per recuperare il patrimonio e la memoria dei territori colpiti e dell’Italia:

“Ecco le mani che curano il patrimonio culturale ferito dal sisma. Sono quelle dei professionisti del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo: dagli storici dell’arte ai restauratori e agli archeologi, dagli archivisti ai bibliotecari, dagli architetti agli antropologi, e poi biologi, chimici, fisici, geologi, ingegneri, fotografi, amministrativi, informatici e statistici. Con loro ci sono i Vigili del fuoco, i Carabinieri, i volontari della Protezione Civile e i militari dell’Esercito” si legge sul profilo del Mibact.

“Grazie al lavoro di queste professionalità, dal 24 agosto 2016 sono stati messi in sicurezza quasi 1000 beni immobili e sono stati recuperati 17mila beni storico artistici e archeologici, 9.500 libri e più di 4.500 metri lineari di archivi. Grazie a tutti coloro che quotidianamente si impegnano con professionalità e passione nel recupero della memoria del cuore dell’Italia”.