Più succo di arancia nell’aranciata: lo prevede la legge


Coldiretti: via libera della Ue all’innalzamento al 20% del contenuto in succo richiesto dall’Italia

succo di arancia percentuale aranciata
L’innalzamento del contenuto di succo di arancia modifica una norma del 1958

ROMA – Ci sarà più frutta nel succo con lo storico via libera comunitario al provvedimento nazionale che innalza dal 12% al 20% il contenuto di succo d’arancia delle bevande analcoliche prodotte in Italia e vendute con il nome di arancia a succo o con denominazioni che si richiamano all’agrume.

Lo rende noto la Coldiretti nell’annunciare finalmente lo stop alle aranciate senza arance a seguito della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del 24 Maggio della Comunicazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri con cui si rende noto che si è perfezionata positivamente la procedura di notifica alla Commissione Europea dell’articolo 17 della legge n. 161 del 2014.

L’innalzamento del contenuto di succo di arancia modifica una norma del 1958 e ha innanzitutto l’obiettivo di tutelare la salute dei consumatori adeguandosi ad un contesto programmatico europeo che tende a promuovere una alimentazione più sana ed a diffondere corretti stili alimentari.

In tale ambito, alcuni studi hanno posto in evidenza che una bevanda con il 20% di succo di arancia aiuti a soddisfare il fabbisogno giornaliero di vitamina C raccomandato dalle diverse Accademie scientifiche e la sua assunzione veicola un variegato mix di sostanze fitochimiche che possono incidere positivamente sulle difese del sistema immunitario.

“Con la nuova norma – precisa la Coldiretti – si contribuisce, inoltre, ad offrire il giusto riconoscimento alle bevande di maggior qualità riducendo l’utilizzo di aromi artificiali e soprattutto di zucchero la cui elevata concentrazione potrebbe essere utilizzata per sopperire alla minore qualità dei prodotti”.

“Non va inoltre dimenticato – continua la Confederazione – l’impatto economico sulle imprese agricole poiché l’aumento della percentuale di frutta nelle bibite potrebbe salvare oltre diecimila ettari di agrumeti italiani con una estensione equivalente a circa ventimila campi da calcio, situati soprattutto in regioni come la Sicilia e la Calabria”.

L’aumento della percentuale del contenuto minimo di frutta al 20% corrisponde all’utilizzo di 200 milioni di chili in più di arance all’anno con effetti anche dal punto di vista paesaggistico in una situazione in cui una pianta su tre (31%) è scomparsa in Italia negli ultimi quindici anni.

“La pubblicazione in Gazzetta inizia un percorso di adeguamento, che alcune importanti aziende produttrici hanno già intrapreso e che dovrà concludersi obbligatoriamente per tutti entro il 6 marzo 2018” spiega il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo.

“Il prossimo passo verso la trasparenza è quello di rendere obbligatoria l’indicazione di origine in etichetta della frutta utilizzata nelle bevande per impedire di spacciare succhi concentrati importati da Paesi lontani” conclude la Coldiretti.